Come un nevrotico rompicapo il mercato del Milan è divenuto, giorno dopo giorno, sempre più enigmatico e incomprensibile. La cessione di Kakà, conclusasi in un battibaleno, lasciava presagire un brusco ridimensionamento, non sufficiente però a giustificare la inspiegabile incapacità mostrata nelle già mediocri trattative di mercato, tutte sfumate miseramente. Considerando poi anche gli ultimi fragorosi movimenti di mercato, abbiamo abbondantemente dimostrato anche di non saper vendere. Dopo esserci messo il cappio al collo nell’operazione Gourcuff, con il francesino che, con una decisione inquietante quanto imbarazzante, ha finito col preferire il Bordeaux al blasonato Milan, siamo riusciti a sacrificare il pezzo più pregato della nostra collezione per quasi la metà dei milioni offerti, solo qualche mese prima, dallo sceicco del City, consegnandolo su un piatto d’argento al Real senza nemmeno tirare sul prezzo (chissà perché?), sottovalutando un campione il quale, a conti fatti, è costato agli spagnoli meno dell’intera operazione Ibra in blaugrana. Uno smacco in più per i tifosi rossoneri, sempre più sbigottiti e delusi. Dopo quella contestata cessione, il nostro mercato, cominciato male, è proseguito peggio, collezionando figuracce e rasentando il ridicolo. Dando adito, ora all’ultimo dei procuratori, ora al più bizzarro dei presidenti, di infierire impietosamente sulle nostre indecisioni e sulle nostre debolezze. Siamo diventati come quei clienti rompicoglioni che entrano in negozio, mettono a soqquadro la merce, provano tutto e non comprano niente… altro che saldi!!!
Del signor Braida non abbiamo avuto più notizie. L’ultima volta era stato visto alle nozze di Pato. Sarà forse andato in luna di miele con i novelli sposi? O si sarà fatto rimorchiare da qualche escort a Copacabana? André Santos lo hanno acquistato in Turchia. Hernanes probabilmente lo seguirà. Keirisson lo ha comprato il Barcelona, per poi prestarlo al Benfica. Se il nostro mercato in entrata dovrà essere chiuso a costo zero speriamo almeno che Ariedo ritorni con Adriano in valigia, fra i pochi rimasti è quello che non costa niente e forse vale di più. L’unica novità dunque, fin qui, rimane Leonardo, dal quale tutti si attendono la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un sacrilegio. Anche perché le sue ultime dichiarazioni non hanno niente a che vedere con il discorso delle beatitudini: “Beati gli ultimi perché saranno i primi…”.
Il paragone con Capello, condiviso e sponsorizzato dallo stesso presidente, non reggeva prima e non regge più adesso, Don Fabio ereditò uno squadrone, rodato e zeppo di campioni all’apice della loro carriera. Leo ha ereditato un gruppo vincente ma sul viale del tramonto. A don Fabio furono acquistati fior di campioni: da Papin a Savicevic, da Baggio a Boban, da Desailly a Weah, tanto per fare solo qualche nome. A Leo hanno solo venduto Kakà. Come se al tecnico friulano l’avessero privato, al suo esordio, di Marco Van Basten… Bazzecole. Chi sogna dunque il Milan degli invincibili o è un romantico credulone o è sotto effetto di stupefacenti. Che poi Leonardo saprà far bene ci scommetto anch’io. Che questa squadra, anche senza rinforzi, venderà cara la pelle ci potrebbe anche stare, ma paragonare il contesto storico, nel quale si troverà ad operare il tecnico brasiliano, con quello che fu di Capello è da matti. Inter e Juve sono avanti a noi, forse più di una spanna. Con molte altre squadre ce la dovremo giocare alla pari. In Europa poi, dalle più forti, ci separa l’abisso. Lo stesso Mourinho, sbruffone si ma stupido no, ha già messo le mani avanti.
Fra strategie confuse e obiettivi che crollano come birilli, siamo anche diventati lo spasso degli hacker, gli unici capaci di regalarci un sussulto. La squadra, a questo punto, sembra già fatta. La stagione che porterà ai mondiali, per noi milanisti, non promette nulla di buono. Poteva essere questo l’anno giusto per una vera, sana e opportuna rifondazione, magari lasciando partire, per un pugno di euro, almeno una parte del drappello di ultratrentenni che ancora oggi costituiscono lo zoccolo duro dello spogliatoio, per dare spazio veramente ad un progetto nuovo, all’insegna degli under 23. Tanto se ne parla, quasi nulla si conclude. Dobbiamo considerarla anche questa una trovata mediatica, tanto per fare melina e dilaniare le attese? L’araba fenice per rinascere dalle proprie ceneri deve ardere come un ceppo al rogo. Saremmo stati disposti anche a prendere fuoco per il nostro Milan, sempre meglio che essere presi consapevolmente ancora per il culo. L’augurio più grande che rivolgo a tutti voi, ed anche a me stesso, è quello di essere assolutamente smentito dai fatti e dai risultati a venire… Buona estate a tutti. |di Giacomo Chillé - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 185 volte