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2009-08-03

Bagliori d'estate. Il Catania vince la Dahlia Cup


E' un Catania versione diesel quello visto in scena al Dahlia Cup; ci vuole un tempo, un primo mini match, per carburare. Poi, ecco la squadra che stiamo imparando ad ammirare, corta, dinamica e molto aggressiva. Una metamorfosi figlia anche del cambio di avversario, da un Cagliari tenace ad una "Fiorentina 2" rimaneggiata e sulle gambe, ma ciò non toglie nulla ai meriti dei rossazzurri in campo, capaci di 20 primi minuti perfetti, sotto ogni punto di vista.
Il pressing, appena accennato nel primo scialbo minitempo contro il Cagliari, diventa asfissiante, regolari le sovrapposizioni sulle fasce, i fraseggi, i tagli.Nel calcio d'estate conta sciogliere bene i muscoli, forse per questo il Catania fa ancora fatica nei primi 45' minuti disputati contro i sardi di Allegri. Manca la verve, i rossazzurri (in maglia dorata) fanno una fatica bestiale ad essere precisi nei passaggi, lucidi nel ragionare. Il pareggio ed i successivi rigori premiano il Cagliari. Contro la Fiorentina è un'altra storia, con il fiato finalmente rotto, le gambe un pò meno ingrippate e un Catania che fà quella che sa fare, come in allenamento, come nelle altre amichevoli, come insegna Atzori. Due gol e trofeo Dahlia in tasca. Una squadra apparsa ottima dalla cintola in giù. Promossa la retroguardia guidata da Mati Silvestre, nuovo direttore d'orchestra in una sinfonia difensiva degna dell'antico maestro Stovini; soddisfacenti Potenza e Capuano in entrambi le fasi, si riconferma bravissimo il polacco Augustyn marcatore d'altri tempi duro e spietato nell'anticipo.
Discorso a parte va fatto per Sardo: sorprendentemente squisita la sua prova, ornata da una rete di gran fattura per tempismo e senso dell'inserimento. Meno carino il gesto di "zitti" durante l'esultanza; le scuse subito dopo chieste al pubblico colmano solo parzialmente la poca eleganza del gesto, specie perchè Sardo è recidivo sotto questo punto di vista.
A mio modesto parere, un calciatore deve rispettare il pubblico libero pagante e sovrano, accettando sempre e comunque in silenzio fischi e applausi, critiche e idolatrie.
Il centrocampo, in attesa del rientro di Ledesma e dei migliori Sciacca e Biagianti, mette in mostra un Izco sempre più a suo agio nella posizione di incursore destro, in sintonia coi compagni nella manovra e nei fraseggi. Per non parlare di un Carboni tuttofare davanti la difesa o di un Gennaro Delvecchio che è la perfetta sintesi di centrocampista bravo tatticamente e tecnicamente. Il numero 4 ex Sampdoria, ritornato a calcare il prato del Massimino come qualche anno fa, sembra davvero l'uomo in più della mediana rossazzurra, pronto a inserirsi nella azioni d'attacco anche per cercare direttamente di finalizzare.
Capitolo attacco. Mascara e Martinez provano ad inventare qualcosa; genialità in rispolvero. Morimoto si muove tanto ma ancora una volta fatica a buttarla dentro: manca un pò di cattiveria e/o ancora la lucidità necessaria dei bomber di mestiere. Plasmati si impegna ma è ancora un pò macchinoso, Llama e Catellani danno garanzie come alternative degli esterni d'attacco.
E' ovvio comunque, che qualcosa va migliorato, rivisto, specie in questo reparto. In quanto a uomini, il presidente Pulvirenti ha annunciato un altro paio di acquisti. Altre due pedine a rinforzare il pacchetto di avanti del Catania, a perfezionare una squadra che sta dimostrando in queste uscite estive una compattezza, una filosofia di gioco, una organicità, elementi essenziali da plasmare in vista della lunga stagione.
Poi, in generale, fa sempre piacere alzare un trofeo, specie davanti al pubblico del Massimino. Dahlia Cup, coppa e bagliore di una notte di sorrisi, di una notte, appunto.
Il vasto mare è ancora tutto da percorrere e pieno di pericoli invisibili, vento in poppa, avanti sulla rotta segnata, così.
|di Dario Damico - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 160 volte


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