E così è passata un’estate che ha ricalcato per tanti versi quella che l’aveva preceduta. In casa Bologna non c’è mai il sereno, e ancora una volta fra movimenti societari seri, faceti e inconcludenti, e fra un calciomercato condotto con una dose sovrumana di incapacità e disimpegno, il risultato è ancora una squadra che si presenta ai nastri di partenza senza apparire competitiva per il campionato che verrà. Sì, perché questo Bologna aveva un incredibile bisogno di essere rivoltato come un calzino dopo le 38 giornate della scorsa stagione che avevano lasciato ben pochi dubbi. Ma non solo la lezione non è servita minimamente a chi comanda, anzi se possibile si è riusciti a fare ben di peggio. E dover fare i conti con i Firmani, gli Stellone, e i terzi portieri 40enni di Lega Pro a metà agosto è un’umiliazione e una acclarata presa per i fondelli ad una città intera e ad una tifoseria che certamente ha sbagliato a dare fiducia incondizionata (=10500 abbonamenti) troppo presto alla società. Ma ha sbagliato per amore, come sempre, perché la tifoseria è e resterà l’unico aspetto da serie A che può vantare il Bologna ora come ora. Procedendo con ordine, e mettendo da parte Menarini, Moggi, Gilardi, Taci, Sabatini e compagnia, risulta innanzitutto che il ds Salvatori ha avuto mandato di costruire una squadra con budget prossimo allo zero. Il tecnico Papadopulo ha a più riprese chiesto e preteso un ribaltone totale della rosa, con una serie di innesti che a inizio giugno si sarebbero potuti – e dovuti – quantificare in una quindicina circa. A stare stretti: perché dell’organico della passata stagione una società seria avrebbe fatto seriamente piazza pulita confermandone al massimo 5 o 6. Ma Papadopulo si è dovuto accontentare di ciò che passava il convento, ossia ancora gli scarti e le riserve di squadre di medio-basso cabotaggio, o addirittura in certi casi gli esuberi delle retrocesse. E mai che si mettesse davvero in pratica il proposito dell’estate: “ringiovaniremo la squadra!” dissero, e infatti benvenuti a Tedesco e Vigiani. E la “parte sinistra della classifica”? Che fine ha fatto? Ma ritornando in tema tecnico, una nota indubbiamente lieta è l’avvicendamento di un portiere non più di livello per tanti motivi con un giovane prospetto di buona levatura: Emiliano Viviano avrà certamente tante occasioni per mettersi in evidenza, e ci pare ad oggi un acquisto davvero azzeccato e probabilmente l’unico sorriso di una mesta estate. Malissimo la difesa: sarebbe stata necessaria rivoluzione totale, senza se e senza ma. Dopo il disastro dell’anno scorso, invece, il solo Castellini ha levato le tende, mentre tutti gli altri sono ancora qui: ben venga Raggi, reduce comunque da un’annata poco esaltante, restano invece fortissimi dubbi su Santos, proveniente da una retroguardia quartultima in Brasile. C’è la paura che il ragazzo sia più forte nell’area di rigore degli altri che non nella propria… Un’ancora di salvezza può essere rappresentata dallo schieramento a 3 dietro che adotterà il Mister, con Moras centrale e la coppia Britos-Raggi ai lati, attendendo un riscatto del greco e la consacrazione dell’uruguagio. Ma era il caso di rischiare ancora così? Per una società che va al risparmio, evidentemente sì. A centrocampo se possibile si è fatto anche peggio, perché si è volutamente rinunciato – anche per decisione dell’allenatore – a uomini in grado di condurre la manovra (Amoroso, importante uomo assist, e Volpi, nullo come gioco ma autore di gol importanti) ed ora non si sa bene chi sia a fare gioco nel Bologna. La palla alle punte chi gliela fa arrivare? Mistero. La mediana è imbottita di mastini, almeno dal punto di vista del carattere non dovremo essere secondi a nessuno. Ma per fare la A serve ben altro che dei Guana (esubero del Palermo, mai uno straccio di gol), dei Tedesco a fine carriera, dei Vigiani a 650000 euro per 2 anni (poi l’estate prossima si lamenteranno che non riescono a venderlo), e via discorrendo. Di Vaio-Osvaldo: San Marco dovrà farne almeno 15 o è nebbia fitta, ma non si può nascondere che anche dall’argentino ci si aspetti un’obbligatoria doppia cifra. E quest’anno non si potrà prescindere nemmeno dai gol che dovranno per forza di cose arrivare da Valiani e Bombardini, altrimenti si parla di niente. Papadopulo chiede altre punte, certo, anche perché dietro al duo titolare c’è ben poco. Ma Stellone può rimanere dov’è. Ad oggi, un Bologna poverissimo, senza tecnica (Viviano è uno degli 11 titolari coi piedi migliori), senza un uomo in grado di calciare i piazzati, con una panchina ai limiti del tragicomico. Se la giocherà con Bari, Livorno, Chievo, forse Siena. Ma è inutile nascondere che i rossoblù sono tra le maggiori indiziate alla retrocessione. Nell’anno del Centenario, crediamo che difficilmente vedremo la “parte sinistra della classifica”. |di Federico Frassinella - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 145 volte