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2009-08-18

Ronaldinho: chi era costui?


"Ronaldinho ha 29 anni, deve venire qui ad allenarsi. Se sta bene, fa la differenza Non lo seguiamo con i carabinieri... E' un giocatore a disposizione della squadra, non faccio valutazioni specifiche. Se un giocatore è in condizione, io ci credo: è un discorso che vale per tutti, non c'è un trattamento speciale per lui. Ronaldinho si sta impegnando, deve crescere in termini di costanza. Al momento, mi pare prematuro pensare ad una valutazione. Se il riferimento è il Ronaldinho di 4 anni fa, siamo un pò lontani".
Queste parole, piuttosto male auguranti provengono da Leonardo ai microfoni della Gazzetta dello Sport e denotano il più grosso degli errori di inizio-stagione fatti dal nostro mister, che per il resto non mi sento di criticare, nonostante i risultati impietosi delle amichevoli estive. L’errore è di quello di avere in mano i destini calcistici di Ronaldinho ed invece di dettare le regole al brasiliano, di uscire con queste dichiarazioni accomodanti e con scelte tecniche ancora premianti per quest’ultimo.
Visto che, come detto, ancora non c’è l’ombra di una vittoria nel nostro pre-campionato e visto anche che il Gaucho ha giurato su un tavolino di Milanello, mi aspettavo che il mister gli concedesse spazio solo quando egli fosse stato davvero ai livelli di 4 anni fa. Da notare poi che il più recente passato in cui si possa ricordare un Ronaldinho degno del suo cartellino e del suo stipendio (8 mln annui) sia il 2006, ossia l’anno in cui egli guidò il Barcellona alla vittoria della Champions League. Davvero troppo lontano come ricordo.
Se si aggiunge poi che per dare spazio a Dinho si è dall’anno scorso sacrificato il talento in emergenza di Yoann Gourcuff, oggi cercato dalle big d’Europa (tra cui l’Inter), otteniamo un immenso fardello di responsabilità da poggiare sulle spalle del nostro numero 80, che alla sua prima stagione di Milan, a parte un gol da cineteca storica di S.Siro contro il Braga e qualche smarcante passaggio no-look, ha dato di sé un’impressione simile a quella che diede il connazionale Rivaldo al suo approdo, anch’egli, dal Barcellona. Quella di un extra-terrestre di impalpabilità, più che di talento.
|di Sebastiano Molinelli - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 174 volte


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