S-"Con Fitta al Cuore". L'arbitro non è la causa, ma..
Pronti, via.. non c'è nemmeno il tempo di ragranellare le idee, realizzare che il campionato è appena ricominciato (sembra non esser mai finito davvero, ndr) che subito il Catani di ritrova sotto di una rete. E' il 5° minuto e Capuano prova il tunnel ai danni di Padalino, il numero non riesce e lo svizzero da' palla a Cassano che s'invola sulla fascia, mette al centro un cross basso ed imbecca Pazzini, colpevolmente abbandonato da Silvestre, mentre Augustyn si dimentica di entrare in scivolata per deviare la palla, che gli scorre davanti, in angolo (sventando sul nascere l'azione da goal).
Scorrono minuti nei quali il Catania c'è poco con la testa, prima un disimpegno sbagliato di Augustyn, poi uno di Silvestre, liberano prima Pazzini e poi Cassno soli davanti ad Andujar, bravo ad anticipare entrambe le volte i due attaccanti con uscite sempre puntuali, e provvidenziali.
Il Catania manovra a centrocampo ma l'arrembante pressing dei doriani causa qualche problema ai rossazzurri che tuttavia riescono ad imbastire più di un'azione pericolosa, Mascara viene liberato splendidamente da un cross di Capuano, deviazione a rete ma c'è Castellazzi che devia in angolo tra la disperazione di pubblico e non solo. A metà del primo tempo la Sampdoria è domata, Silvestre e Augustyn prendono bene le distanze a Cassano e Pazzini mentre Sardo viene aiutato da Mascara a fermare lo scatenato Semioli.
In queste condizioni matura la rete del pareggio. È il 35' e su di un tiro di Capuano, ribattuto dalla difesa, Morimoto è il più lesto a prender il tempo e mirare a rete. Da posizione ravvicinata Castellazzi non può che raccogliere il pallone in fondo al sacco. La reazione della Sampdoria è veemente ma ben controllata dal Catania che, qualche minuto prima, aveva rischiato il colpo del ko su iniziativa di Cassano che, saltato Sardo, concludeva con un diagonale di pochissimo a lato. Nel finale di tempo prima Pazzini poi Padalino mancavano il tap in, di piede il primo, di testa l'altro, su cross del solito scatenato Cassano, aiutato dall'esuberanza del già citato Semioli.
Nella ripresa Atzori sostituisce dopo pochi minuti Sardo, che non si accomoda in panchina ma, apertamente in polemica col pubblico che in parte lo fischia al momento della sostituzione, fa per levarsi la maglia e raggiunge direttamente gli spogliatoi, nonostante venga rincuorato da Mister Atzori con una pacca sulla schiena. La seconda frazione di gioco si rivela molto più bloccata a centrocampo di quanto non lo fosse stata la prima; entrambe le squadre si inaridiscono vicendevolmente le fonti di gioco e le uniche azioni pericolose nascono su capovolgimenti di fronte, ma restano comunque ben lungi dal risultare pericolose. Per il Catania ci prova Capuano, con un potente tiro dalla distanza, buona occasione anche per Biagianti al quale tuttavia manca, oltre che la miglior condizione, anche la sfrontatezza del tiro a rete.
Purtroppo le ammonizioni dell'arbitro Banti, mai risparmiate al Catania (Izco viene ammonito addirittura al primo fallo, tutt'altro che cattivo) trovano il loro peso quando Augustyn strattona un avversario lanciato sulla corsia di destra offensiva, secondo giallo e Catania in 10, che si affretta a tirar fuori Morimoto per inserire Alvarez, esterno, con Potenza che va a far il centrale. Sono 13' di inferiorità numerica che il Catania gestisce abbastanza bene, senza troppo soffrire, ma la beffa è dietro l'angolo e, quando il peggio sembra passato, al 3' di recupero, ecco Gastaldello, lasciato solo in area, dove e come non dovrebbe mai essere. Il castigo è inevitabile, ed il Catania vede sfuggirsi di mano la partita su di un episodio a palla inattiva, aspetto curato maniacalmente in allenamento, quando peraltro era riuscito, anche il 10 uomini, a non soffri più le avanzate di Cassano e l'infaticabile corsa di Padalino prima, Ziegler poi, Pazzini e Semioli sempre.
Sconfitta che certamente brucia ma che va analizzata senza precipitar troppo giudizi che attualmente non possono che rivelarsi inconsistenti ed inattendibili, almeno quanto il pareggio dell'Inter e la sconfitta di Napoli e Roma. La testa quindi va già a Parma, ed Atzori lo sa, arbitro o non arbitro il Catania non avrà più il beneficio dell'emozione come scusa.
Uscir fuori gli attributi (in tutti i sensi), parola d'ordine. |Redazione Mondo Catania - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 117 volte