PRO - Trovare dei pro a questa prima giornata non è affatto facile anche se il risultato finale penalizza il Catania che certo non ha mostrato grandi meriti, dispiace per la beffa di un gol arrivato allo scadere da una Sampdoria che dopo un primo tempo dignitoso si era ormai spenta per poi essere riaccesa dall'espulsione di Augustyn.
La reazione al primo gol dei blucerchiati insieme alla velocità di Morimoto e alla vivacità di Mascara sono le uniche note positive di una gara interpretata con poca autorità da una squadra che tra le mura amiche deve non solo avere coraggio ma essere prepotente. Motivazioni da queste parti non ne mancheranno mai, bisogna saperle trasmettere e percepire.
CONTRO - Ci si aspettava di vedere quel Catania che nelle amichevoli aveva dato una buona impressione di se, invece in campo si è vista una squadra tutt'altro che corta, evidenti le distanze tra i reparti che spesso hanno costretto la linea difensiva a lanci lunghi prevedibili e fini a se stessi, scavalcando di fatto il centrocampo rossazzurro che, in sostanza, dovrebbe essere il reparto trainate dell'idea calcistica “atzoriana”: squadra corta, gioco corale, tocchi di prima.
NOTA A MARGINE - Cominciamo male, malissimo, per quanto riguarda gli arbitraggi. Al di là della spinta di Sardo su Semioli al primo minuto il direttore di gara è riuscito a trasformare in calcio di punizione tutte, dicasi tutte, le cadute a terra dei giocatori blucerchiati. Non si cerca la scusante arbitro ma è evidente che determinati metodi di giudizio condizionano la partita innervosendola. L'entrataccia su Capuano e il fallo da dietro su Mascara lanciato in una prateria dovrebbero essere più che un semplice giallo per chi fa della fiscalità il proprio metro di giudizio.
SU - Takayuki Morimoto In molti, ironicamente, sostenevano che nelle amichevoli pre-campionato il giovane giapponese tendeva a conservare i gol per le gare ufficiali ed effettivamente così è stato con il suo primo gol alla prima giornata di campionato. Al di la delle battute e del gol è la sua velocità ad impressionare ed a mettere in difficoltà la difesa doriana costretta più di una volta a buttare la palla in tribuna come non si usa più fare neanche nei “classici campi di C”. Un'arma ma non può essere l'unica da utilizzare nelle restanti trentasette giornate. Serve, ed è chiaro ai più, un'alternativa di spessore che possa anche, in determinate occasioni, fungergli da spalla.
GIU' - Gennaro Sardo Perdonatagli la reazione post-gol al Dahlia Cup, dopo essersi pubblicamente scusato, questa volta vige la linea dura del “nessuna pietà”. Bocciato.
Cassano e Semioli fanno i fuoriclasse, il primo per indubbie qualità tecniche, il secondo per concessione altrui. Silvestre fa gli straordinari sulla fascia destra, Mascara costretto al sacrificio ripiegando spesso.
Macchinoso, lento, distratto, va in palla anche quando dovrebbe lasciare andare oltre la linea di fondo una palla innocua, con grande modestia esce poi dal campo senza salutare né compagni, né tifosi (divisi fra applausi e fischi) dirigendosi dritto negli spogliatoi. Fenomeno, o meglio “kappata!”. |di Seby Maina - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 125 volte