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2009-08-28

La Lazio soffre, ringrazia Super Muslera e va avanti in Europa


Tanta, troppa sofferenza ma la pratica Elfsborg è archiviata. La squadra biancoceleste esce sconfitta dalla terra degli elfi, ma dopo il 3-0 dell’andata stacca il visto per l’Europa. Davanti ai 13 mila del Boras Arena finisce 1-0 per la compagine svedese, che infligge la prima sconfitta stagionale alla truppa di Ballardini che deve registrare gli infortuni di Siviglia, Brocchi e Cribari.
Tra la preoccupazione per l’imminente trasferta di campionato con il Chievo e la voglia di azzerare i rischi di rilassamento, il tecnico ravennate sceglie un contenuto turn-over. Rispetto all’incontro con l’Atalanta muove 4 pedine, tornando al 4-3-1-2, modulo base di stagione. In difesa, con Diakitè ai box, è confermata la coppia Siviglia-Cribari con Radu al posto di Kolarov a sinistra. I principali cambiamenti a metà campo. Confermati Brocchi e Baronio, Matuzalem ritrova una maglia da titolare come interno sinistro ed il francese Meghni sostiene sulla trequarti di campo il duo Rocchi - Cruz.
Come nelle previsioni i giallo-neri di casa iniziano con aggressività e vigore atletico, sfruttando la maggiore predisposizione al terreno di gioco in erba sintetica. Tanta corsa e applicazione tattica per gli svedesi che dopo appena 8’ bissano la partenza dell’andata: dopo un’azione manovrata, la sfera raggiunge in zona tiro un liberissimo Svensson che da 22 metri scaglia un destro teso e preciso che supera un Muslera sorpreso ma non il palo. Scampato il pericolo, Ballardini si sbraccia e scuote i suoi che al 16’ si affacciano in modo insidioso dalle parti di Covic con un calcio di punizione tagliato, che per poco non trova la carambola giusta. Ma è solo un alleggerimento alla costante pressione dell’Elfsborg che al 20’ costringe Siviglia al forfait muscolare dopo una chiusura volante sull’ennesima iniziativa di Bajrami. Al suo posto dentro Kolarov, con Radu che dirotta al centro. I padroni di casa ci credono e spingono sull’acceleratore, prestando il fianco al contropiede biancoceleste che nell’arco di 4’ manca di un niente la marcatura con Rocchi. Il capitano prima stampa di testa sulla traversa un assist al bacio di Matuzalem (innescato da una rifinitura di Cruz), poi sottomisura devia tra le braccia di Covic un cross perfetto del neo entrato Kolarov. Il doppio rischio corso dai “vichinghi” scuote definitivamente la partita, che viaggia sempre più a ritmi elevati. Ribaltamenti di fronte continui e repentini che per questioni di centimetri non si traducono in rete. Prima del fischio del signor Oriekhov, la non reattivissima difesa capitolina rischia altre due volte, in particolare al 40’, quando il solito Muslera respinge due conclusioni ravvicinate di Ishizaki e Keene.
La seconda frazione riparte ancora nel segno di Super Muslera che al 3’ si distende sulla sua destra e manda miracolosamente in angolo una conclusione a botta sicura di Svensson. Al 6’ il tecnico ravennate corre ai ripari e rinvigorisce la metà campo con l’innesto si Eliseu che prende il posto di un acciaccato Brocchi. Il tempo scorre ed il canovaccio dell’incontro è sempre lo stesso: svedesi in forcing e Muslera ancora in cattedra per riflessi su un colpo di testa ravvicinato del neo entrato Advic, che grazia la svagata coppia centrale della Lazio. Faticano i ragazzi di Ballardini, che al 20’ si affida al talento di Zàrate (al posto di un discreto Cruz) per pungere negli spazi il serrate finale dell’Elfsborg. Cambia poco. La Lazio è molle, poco compatta, fragile in difesa ed al 20’ capitola: l’ottimo Bajrami lavora sull’out di destra un bel pallone che raggiunge al centro dell’area l’incontrastato Advic che antipica uno spaesato Lichtsteiner ed insacca alla destra di Mulsera. Sbloccata la situazione gli svedesi annusano l’impresa e attaccano senza sosta, prima con una bella conclusione di Danielsson, poi con un destro potentissimo di Ishizaki che sfiora l’incrocio. La Lazio balla con Cribari virtualmente out (problema all’inguine) e Kolarov che perde la testa e si fa espellere per un intervento violento. Praticamente in doppia inferiorità numerica saltano tutti gli schemi, l’Elfsborg spinge a testa bassa, ma non può nulla al cospetto dell’inesorabile scorrere delle lancette, che con sudore e qualche sofferenza di troppo proietta la Lazio nella fase a gironi dell’Europa League (oggi il sorteggio).
|di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 164 volte


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