La partita di Bari restituisce ai supporters rossoblù la consapevolezza di avere sotto agli occhi una squadra completamente diversa da quella indecente dell’anno scorso. Grinta, pressing, raddoppi, corsa, moltissimo gioco fisico in una squadra che nel campionato passato era stata messa sotto da chiunque. Quadratissimo il Bologna, con una difesa bloccata e attenta, un centrocampo che calamita i palloni e li sradica dai piedi dei leziosi galletti di Ventura, con le fasce presidiate in maniera ottima da un Raggi in grandissimo spolvero e in maniera un po’ meno ottima da uno Zenoni che comunque non demerita. Tutto bene, anzi benissimo se si guarda la squadra dalla cintola in giù, i problemi cominciano invece se si cerca di analizzare il Bologna in avanti. Certo, le attenuanti sono tantissime (Di Vaio fuori per infortunio, Osvaldo recuperato in extremis, Zalayeta in condizioni fisiche imbarazzanti per un calciatore professionista) però i rossoblù hanno costruito poco, davvero troppo poco contro una squadra ampiamente alla portata e che in impostazione ha commesso decine di errori: tre tiri in totale, nessun pericolo creato a Gillet e poi solo moltissima confusione. Bombardini e Vigiani hanno svolto un lavoro importante di collegamento fra le due fasi, Osvaldo si è dannato a correre e rincorrere ma ha predicato nel deserto per tutta la partita e in un paio di occasioni ha dimostrato di essere ancora un po’ troppo egoista. Però di occasioni da gol nemmeno l’ombra. Non vorrei che il Bologna fosse ancora vittima della paura che impregnava la squadra l’anno passato: paura di essere continuamente messi sotto, paura che l’avversario ti faccia male al primo affondo, paura di vincere e di osare. Il Bologna questo errore non se lo può permettere, il Bologna deve dimenticarsi quello che è stato e pensare al futuro. Ogni lasciata è persa, e in una partita come quella col Bari è un dovere tentare di vincere. Tutti devono pensare a portare a casa più punti possibili, a partire dai giocatori che non devono aver paura di buttarsi in porta, oppure di tentare un tiro dalla distanza, arrivando all’allenatore che invece di sostituire un trequartista con un mediano (Bombardini – Tedesco) a 10 minuti dalla fine avrebbe potuto buttare nella mischia il giovane Pasi per vedere se fosse stato in grado di combinare qualcosa di buono. Un buon punto a Bari, ma forse una occasione persa per cominciare da subito a mettere sui binari giusti la stagione. Con in tasca molte certezze e ancora qualche punto interrogativo, la sosta darà modo a Papadopulo di preparare meglio la squadra e soprattutto di recuperare quel Di Vaio che da solo può cambiare gli equilibri di una partita. Forza Bologna e niente paura, che col Chievo sarà già un’altra battaglia. |di Fabrizio Puviani - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 114 volte