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2009-08-31

Catania: ognuno al suo posto


Sono questi i casi nei quali è inutile prendersela col destino, tanto meglio vedere nella sorte avversa un'importante lezione per il futuro, immediato futuro.
Capita tutto quel che non dovrebbe capitare, già prima del fischio d'inizio. Venerdì Atzori perde Morimoto per infortunio, di rischiarlo in campo con la Nazionale alle porte nemmeno a parlarne, e si ritrova al bivio tra lo snaturare l'intero costrutto tattico provato in settimana per inserire Plasmati, giocando quindi non palla a terra ma con lanci lunghi, oppure inventarsi qualcosa per sopperire alla bell'e meglio all'assenza in organico di una prima punta con caratteristiche anche lontanamente similari a quelli di Morimoto.
La prima scelta, vista la concomitante assenza di Martinez (e non è ironia del destino, appunto) che prima punta non ci è ma ci può fare in casi di emergenza, è Mascara che così, se contro la Sampdoria gioca appiccato alla difesa, nella gara del Tardini si ritrova all'esatto opposto, passando da un eccesso ad un altro e combinando poco, pochissimo, nonostante due occasioni da rete limpidissime.
E rieccoci quindi al destino, già. Se in due episodi, solo davanti a Mirante, Mascara non riesce a metter dentro due goal onde poi spiattellare sulla testa di Biagianti l'assist dell'1-1, crossando dalla destra al centro dell'area di rigore, ben si comprende quale sia il suo ruolo e, non per ironia, ma per logica del calcio, quale debba essere il suo ruolo d'ora in avanti.
È intollerabile, per una squadra che non debba restare in A per “grazia ricevuta”, affrontare 38 partite con l'incognita che, ad ogni starnuto di Morimoto , il tecnico debba uscire dal cilindro qualche archibugio tattico misterioso, per non dire improvvisato, adattando tal giocatore a tal ruolo e vanificando, quindi, quanto provato negli allenamenti settimanali di tattica, posizioni, movimenti e così via. Roba che distingue una squadra competitiva da una approssimativa.
Bergessio è andato in Francia, non se ne parli più, ma il Catania ha assoluta necessità di una prima punta brevilinea, che attacchi lo spazio. E non vuol essere una critica questa, perché non v'è alcun machiavellico ragionamento in quella che è una costatazione limpida e macroscopica della realtà. Chi di dovere sa, chi di dovere ha già parlato, chi di dovere provvederà; è quel che si augurano tutti i tifosi.
Poi, destino ancora una volta destino, capita che al primo affondo del Parma si stiri Capuano , Atzori altro non ha che Alvarez , valido giocatore fuor di dubbio, ma ancora pesante sulle gambe dato il ritardo col quale ha raggiunto i compagni in ritiro (solo nell'ultima settimana) e le tante, troppe voci che circolavano sulla sua destinazione definitiva fino a poco tempo fa.
In tutto questo quadretto l'unica colpa di Atzori è solo quella di non esser riuscito a tenere in piedi la partita una volta privato dei suoi punti d'appoggio principali e senza appigli di sponda ai quali aggrapparsi. Ma ricordiamoci che il mestiere di Atzori è “l'allenatore” , non “l'equilibrista”, e quindi viste le prime due partite l'equilibrista merita un 5,5, all'allenatore va un “senza voto”, nella speranzosa attesa che vengano a verificarsi i presupposti perché possa proporre il “suo” gioco e quindi esser valutato sol per questo e non per un ruolo a lui estraneo e nel quale “s'adatta” sol per spirito di squadra.
Ognuno al suo Ruolo , ognuno ha il suo ruolo.
Chi allestisce, Chi allena, Chi gioca ed anche chi tifa, dispiace vedere i tifosi che allontanano la squadra, venuta a salutarli a fine partita. Non sono atteggiamenti che possano rivelarsi utili in alcuna maniera. E c'è da dirlo, tutto quel che poteva fare, in campo, questa squadra l'ha fatto e come al solito, fosse arrivato il pareggio che lo stesso Guidolin ha ammesso sarebbe stato "tutt'altro che un furto", simile contestazione difficilmente avrebbe avuto luogo.
Bisogna scindere il trasporto emotivo del momento (a zero punti) dalla lucidità necessaria per mantenere la Salvezza.
Ci sono 24 ore di tempo anzi, meno, per far quello che va fatto. Ci si poteva pensar prima? Non importa, quel che conta adesso è riuscire a portare a casa ciò che serve, amalgamare il tutto durante la pausa per gli impegni delle nazionali, e ripartire dalla terza giornata consapevoli che far risultato contro l'Udinese non sarà facile, ma che almeno non dovremo fare i conti oltre che coi meriti avversari anche con i deficit numerici (e non) del nostro gruppo.
|di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 122 volte


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