Doppio Cruz: la Lazio balla il tango e sbanca Verona
“Una Lazio al top nonostante le fatiche di Coppa”. La richiesta della vigilia di Ballardini si trasforma in profezia. La squadra biancoceleste stringe i denti, incassa i colpi e con la prima doppietta laziale di Julio Cruz sbanca anche il “Bentegodi” di Verona, chiudendo con il segno più un agosto foriero di grandi auspici.
Rispetto alla trasferta europea con l’Elfsborg, Ballardini muove 4 tasselli e nonostante le assenze conferma il modulo a rombo. L’emergenza difensiva (Siviglia out, Diakitè non al meglio) è alleviata dal recupero in extremis di Emilson Cribari. Il brasiliano affianca il rumeno Radu al centro del pacchetto arretrato, con Kolarov che si riprende il suo posto sull’out mancino. A metà campo Dabo, alla sua prima presenza di titolare, fa le veci di Brocchi, mentre Mauri torna ad agire come mezz’ala sinistra con Matuzalem sulla trequarti a sostenere il duo argentino Cruz-Zàrate. Rocchi parte dalla panchina. Tutto confermato per Di Carlo, che si schiera in modo speculare agli undici biancocelesti, con Pinzi (preferito a Bentivoglio) alle spalle di Bogdani e Pellissier. Il neo acquisto Granoche parte dalla panchina.
La formazione veneta parte con il coltello tra i denti. Corta ed aggressiva, pressa a tutto campo le fonti di gioco biancocelesti. La Lazio non si scompone e con il trascorrere del tempo prende in mano il pallino della manovra, sfiorando il vantaggio al 12’ con una perla di Zàrate, che su calcio di punizione colpisce il palo con una traiettoria tanto tagliata quanto sfortunata. Ma passano appena 3’ ed al primo affondo del Chievo i concetti dell’attenzione richiamati con insistenza da Ballardini vanno a farsi benedire: Marcolini disegna dall’angolo un traversone insidioso che taglia l’area, beffa lo spaesato Radu e raggiunge la testa del solito Pellissier. Muslera freddato e partita in salita. Il vantaggio rinvigorisce le certezze del Chievo che serra le fila, punge in ripartenza e sfiora in bis al 33’ con la medesima modalità. Questa volta Yepes arriva in ritardo. Gli spazi latitano, il possesso di palla si fa compassato e le speranze di rimonta vengono affidate esclusivamente alle invenzioni di Zàrate, che sbatte a ripetizione sul muro di casa. Ma sul tramonto del primo tempo arriva l’episodio che rimette in corsa i capitolini: sugli sviluppi dell’ennesimo calcio piazzato, Cruz è strattonato in area da Morero. Per D’Amato ci sono gli estremi del penalty, che vale la prima rete in biancoceleste del Jardinero. Il pareggio scioglie il sinistro di Kolarov, che da posizione impossibile sfiora il 2-1, e scalda gli animi veneti, che al duplice fischio si scagliano contro il direttore di gara.
Nessuna variazione nella ripresa, che si apre con un clamoroso errore di Radu. Il rumeno fallisce il tempo di uscita e favorisce la fuga di Pellissier verso Muslera, che con una provvidenziale uscita bassa evita la capitolazione lampo. Ma nel momento migliore del Chievo, un fulmine porta avanti la Lazio. E’ il 53’, quando Mauri scatena un contropiede micidiale che raggiunge Zàrate. Maurito è una furia, brucia il colombiano Yepes nell'uno contro uno, calcia in diagonale sul secondo palo dove trova la cortaed incerta risposta di Sorrentino. Il pallone è ancora vivo per Cruz che balla il tango per la seconda volta. Trovato il vantaggio il Chievo perde le distanze tra i reparti e la strada per i biancocelesti sembra spianata. Sembra, appunto. L’ingenuità è dietro l’angolo e sul più bello Dabo sbaglia il tocco a metà campo, il Chievo riparte in velocità e Cribari fa la frittata: doppia ammonizione e Lazio in inferiorità numerica. A questo punto la squadra di Di Carlo ritrova forze insperate e attacca a testa bassa, sfiorando il pareggio al 20’ con Bogdani e al 27’ con una clamorosa traversa del neo entrato Bentivoglio. Ballardini annusa il crollo, richiama bomber Cruz per i centimetri di Diakitè (rischia il rigore su Granoche) e affida l’intero reparto offensivo ai rari break di Zàrate. Con il passare dei minuti l’assalto del Chievo si fa ostinato. Senza soluzioni di continuità, la batteria gialloblù impegna Muslera che si vede sbucare avversari e conclusioni da ogni angolo. Una sofferenza infinita, accentuata dalla tanta stanchezza e dai 5’ di recupero decretati dal signor D’Amato. Finisce in gloria per la Lazio, che bissa il successo corsaro della scorsa stagione e vola sulle ali dell’entusiasmo. Ora il meritato riposo per i ragazzi di Ballardini che possono ricaricare le pile in vista del big-match post-sosta contro la Juventus di super Diego. |di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 128 volte