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2009-09-01

Milan: sono solo quattro pappine ...


Due giorni sono passati ormai dal disastroso Derby di sabato sera e già si sono riversati fiumi di considerazioni, valutazioni e sfoghi attraverso tutti i canali possibili, in primis ovviamente il web: i vari blog di appassionati rossoneri sono un coacervo di delusione e di rabbia. A distanza di qualche ora dall’infausta serata, in cui era in preventivo perdere ma non crollare in quella maniera, ci si consenta di mettere un po’ ordine nelle idee e nelle valutazioni, sottolineando 5 punti fondamentali che a nostro parere hanno caratterizzato fino ad ora e temiamo andranno a caratterizzare la stagione rossonera.

1) La rosa è palesemente incompleta e non è assolutamente in grado di competere per il primo/ secondo posto in campionato né tantomeno per fare strada in Champions League. Oltre alle mancanze specifiche (due terzini, un centrocampista che si inserisca in attacco, un portiere di livello, una punta di movimento, qualche riserva di qualità) appare chiaro come i giocatori a disposizione di Leonardo non consentano quel tipo di gioco veloce e di movimento continuo predicato dal mister ad inizio mandato. Tutto ciò è stato impietosamente evidenziato dall’Inter, che ci ha surclassato e che appartiene ad un altro pianeta calcistico. Sarebbe auspicabile che la società chiarisse come l’obiettivo realistico sia il terzo/ quarto posto e il passaggio della fase a gironi della Champions. Non di più.

2) Leonardo non ha ancora imparato a tenere in mano le situazioni problematiche della partita e a gestire col sufficiente polso i ‘senatori’: gli episodi dell’espulsione di Gattuso e della lenta vestizione di Seedorf sono più vicini al calcio dilettantistico che al massimo livello mondiale. Inoltre l’allenatore brasiliano fatica a barcamenarsi tra gli assurdi diktat presidenziali e le reali esigenze della squadra, oltre a non avere l’esperienza necessaria per gestire una squadra oggettivamente debole ma abituata (così come il suo pubblico) ad ambire ai massimi traguardi. Tutto comprensibile e spiegabile con la scarsa esperienza di Leo, ma il momento storico non gli consente di disporre di un apprendistato troppo lungo.

3) Oltre ad avere ormai disinvestito nel Milan, Berlusconi sta incidendo negativamente sulla situazione con i suoi assurdi proclami (‘La nostra rosa è migliore di quella dell’Inter’), con le sue farneticanti indicazioni tecnico tattiche (‘Vorrei il tridente Seedorf- Pato- Ronaldinho’) e con la sua fissazione per il Gaucho, giocatore ormai difficilmente recuperabile, come aveva intuito Ancelotti, e che in ogni caso non può essere imposto come titolare fisso a prescindere. A tutto ciò si aggiunga l’incredibile uscita post Derby, in cui Berlusconi si è detto non preoccupato a dispetto delle ‘quattro pappine’, dimostrandosi ormai lontano anni luce dai fatti tecnici riguardanti la sua squadra e dai sentimenti dei tifosi, che invece sono preoccupati eccome, visto l’abisso che ci divide da Inter e Juve, per non parlare di Chelsea, Barcellona e Real Madrid.

4) La comunicazione delle strategie societarie in casa rossonera rimane deficitaria e i tifosi sono inviperiti soprattutto per le innumerevoli prese in giro da parte dei dirigenti: ne abbiamo parlato per tutta l’estate. E’ stato sbandierato un rinnovamento e un ringiovanimento che in realtà non ci sono mai stati (dove sono i famosi under 23?) e la squadra sembra una fotocopia sbiadita e nostalgica del vecchio Milan ancelottiano. Forse sarebbe il caso di parlare chiaro, ridimensionare gli obiettivi (vedremo se verrà di nuovo snobbata con arroganza la Coppa Italia) e compattarsi in uno schieramento che lasci meno spazio ai voli pindarici, che sia più concreto e che sfrutti i punti di forza rimasti (Pato, Nesta, Thiago Silva, Flamini, Huntelaar e poco altro), oltre a lanciare uno dei pochi giovani interessanti della rosa, Ignazio Abate.

5) Per dare una vera sterzata al Milan i dirigenti dovrebbero lavorare già da ora per rinnovare la squadra, rastrellando sul mercato opzioni per giovani campioni o per giocatori che vadano realmente a migliorare la squadra secondo un progetto tecnico tattico chiaro e prestabilito. Ad esempio la Fiorentina sta svendendo allo Stoccarda un grande talento come Kuzmanovic che negli ultimi tempi si è un po’ perso: perché non approfittare dell’occasione?

Ma tutte queste considerazioni si scontrano con la realtà della dirigenza rossonera, che sembra non volere né investire né programmare, rimanendo pericolosamente in mezzo ad un guado con la scusa del risanamento del bilancio. Non si comprende perché, come molte altre aziende, tale risanamento non possa essere ‘spalmato’ in qualche anno facendolo convivere con un rilancio ragionato e razionale. E’ altrettanto ovvio che da tifosi rossoneri continuiamo a covare la tenue speranza che in qualche imperscrutabile maniera tutto si ribalti, ma ciò è dovuto meramente ad un’irrazionale questione di ‘fede’. Si continua a soffrire, sperare, tifare: noi appassionati rossoneri possiamo fare solo questo, ma non ci si chieda anche di mandare in vacanza il cervello e il raziocinio e di approvare ciecamente i dettami e le idee della dirigenza. Tifosi (del Milan, non di Berlusconi Galliani e compagnia) ma sudditi no. Forse a qualcuno la differenza non è così chiara.
|di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 160 volte


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