Non è esattamente un semplice buon viso a cattiva sorte. E’ un qualcosa che assomiglia al fare di necessità virtù, credendo però tanto già da ora nelle garanzie che ti dà quella ‘necessità’ che hai a disposizione. Fatto sta che il day after la chiusura del mercato, l’inquadratura che si apre dalla telecamera di mister Papadopulo è di quelle nitide. Che poi, è esattamente quello che ci si aspettava da uno come lui. Fermezza sì, decisione anche, convinzione pure. Ma nessuna esternazione rabbiosa per i mancati acquisti che aveva tanto chiesto. Nessuna intenzione di tirarsi indietro da certi ruoli e da certi compiti. Sa di essere un punto di riferimento, il tecnico rossoblu, sa di rappresentare una garanzia per la squadra e per i tifosi dopo la salvezza della passata stagione. ‘Aziendalista’ quanto basta: ovvero da un lato capire, accettare e rispettare le esigenze della società e dall’altro non appiattirsi su certe posizioni e portare comunque avanti le proprie idee. Convinto del suo gruppo, che sta plasmando secondo le caratteristiche che gli sono care: squadra tosta, decisa, solida, compatta, rognosa da affrontare, arcigna e chi più ne ha più ne metta. E pazienza se non gli è arrivato il terzino sinistro che avrebbe potuto fare al caso della difesa a quattro: quello magari proverà a farselo in casa. E pazienza se non c’è stata la partenza di Mudingayi, una delle chiavi che avrebbe potuto aprire la porta a nuovi arrivi. Il messaggio che spedisce il tecnico è, anche in questo caso, fedele al copione già indicato: nessuna preclusione, ma ora la musica cambia e toccherà a Mudi, se lo vuole, non cavarsi fuori. Discorso diverso per Marazzina, ma con un comune denominatore: anche con il Conte Max il tecnico è intenzionato a portare avanti le proprie convinzioni. Qualche ulteriore faccia nuova l’avrebbe accolta volentieri, Papadopulo, come no. A non molti giri di lancette dalla chiusura del mercato avrebbe potuto avere Chevanton, ad esempio. Ma la delusione o il dispiacere che dir si voglia sono rimasti lì, non negati ma neppure ingigantiti. Alimentarli eccessivamente avrebbe potuto voler dire dare un alibi alla squadra bollandola come non all’altezza, avrebbe potuto voler dire deresponsabilizzare il gruppo dando l’impressione di non credere negli uomini che ha a disposizione. No, non è nello stile Papadopulo. Lo è sì fare di necessità virtù, sapendo però che quella che chiamano ‘necessità’ ha già in sé delle virtù. |di Cinzia Saccomanni - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 130 volte