C’è il rumore dei nemici, espressione coniata da José Mourinho per sottolineare gli atteggiamenti dei vari Cobolli Gigli, Ferrara, Spalletti e via dicendo nei confronti della sua Inter. E c’è il rumore dei sentenziosi, che viene fuori nei momenti in cui le cose non vanno bene, e che và a mettere in evidenza più di quanto sarebbe ragionevole sottolineare per giustificare un cattivo andamento delle situazioni. Il Cagliari che ha raccolto un solo punto nelle prime due partite di campionato, e che ha subito un cocente 3-1 a domicilio dal Siena, si trova a dover già attraversare le acque rese torbide da chi si riferisce a una presunta rivoluzione di una squadra che ha visto partire nella sessione di mercato estivo quattro soli giocatori, al cospetto della conferma di una rosa composta da tanti interpreti non meno importanti di chi ha lasciato la Sardegna.
Carlos Matheu, Paolo Bianco, Robert Acquafresca e Michele Fini. Sono questi i giocatori che il Cagliari dei miracoli ha perso dopo la fine dell’ultimo entusiasmante campionato. Ci sarebbe da soffermarsi tanto sulla spiegazione dei motivi che hanno portato all’addio dei quattro, ma per non dilungarsi troppo e non essere ripetitivi, basti dire che gli ultra trentenni Bianco e Fini erano in scadenza di contratto, il giovane bomber Acquafresca si trovava in Sardegna con la formula del prestito e l'argentino Matheu ha fatto ritorno alla squadra da cui era giunto per motivi familiari che l'hanno costretto ad avvicinarsi a casa.
Ci sarebbe da dilungarsi altrettanto anche sulla presentazione dei nuovi arrivati, dei sostituti di coloro che sono partiti, ma anche qui, tutto ciò che c’era da dire è già stato detto. Ciò che colpisce è che il rumore dei sentenziosi và ad affossare le certezze che una squadra è stata in grado di costruire con quasi due anni di bel calcio, spirito di gruppo e di sacrificio. Un calcio basato su un’eccellente condizione fisica. Requisito che, guarda caso, in questo momento non può sostenere la causa dell’undici rossoblù. La preparazione svolta a livello del mare non poteva dare frutti immediati. Si tratta di un lavoro improntato a lunga scadenza, che tende a far tirar fuori il meglio dai giocatori a partire da ottobre - novembre, con picchi di forma nel periodo invernale del campionato. Il calcio che Massimiliano Allegri ha insegnato alla sua squadra ha bisogno di corsa per poter attaccare tutti insieme, e lavorare, sempre insieme, al recupero della palla. Ha bisogno di rapidità di esecuzione e di disinvoltura nei gesti tecnici. Qualità che non possono prescindere da una condizione fisica pressoché ottimale. Quando viene a mancare la corsa, la squadra non riesce a rimanere corta e a tenere alta l’attenzione per tutta la partita, finendo per accusare distrazioni fatali come quelle verificatesi nella partita contro il Siena.
Il problema, al momento attuale, non sta nell’assenza di Fini o di Acquafresca. Ma nella poca gamba dei giocatori. E indubbiamente, nel naturale lento inserimento dei nuovi arrivati. Ma il Nenè visto contro il Siena ha fatto intuire che, con la possibilità di partire dall’inizio e con una maggiore conoscenza dei movimenti dei compagni, il fardello dell’eredità di Acquafresca potrebbe rivelarsi meno pesante di quanto sostenuto da alcune voci. Così come la perdita di Fini verrà assorbita senza eccessivi patemi d’animo. E’ arrivato a Cagliari Daniele Dessena, un talento del calcio italiano, dotato di visione di gioco, corsa e tiro. Andato perdendosi dopo un anno trascorso a scaldare la panchina della Sampdoria per motivi tattici, dato che Mazzarri preferiva utilizzare giocatori con caratteristiche differenti dalle sue nella linea mediana, sa bene che il ruolo che ha pronto per lui Allegri gli restituirà sicuramente le attenzioni che merita, e per questo ha voluto fortemente Cagliari.
Si è arrivati a condannare l’utilizzo di Biondini come mezz’ala destra, e a sottolineare come il suo utilizzo congiuntamente a quello di Lazzari, non sarebbe sufficiente a consentire uno sviluppo lineare del gioco del Cagliari. Un solo dato. Quella che Allegri stesso ha definito la miglior partita del suo Cagliari sotto tutti i punti di vista, la vittoria a Roma per 4-1 contro la Lazio, è giunta con l’utilizzo di Lazzari nel ruolo di mezz’ala sinistra e Biondini dall’altro lato, con Fini accomodato in panchina. Lazzari fece letteralmente impazzire il centrocampo della Lazio.
Casualità o meno, affossare dopo due giornate il Cagliari di Allegri appare mossa quantomeno avventata. Le due settimane che separano i rossoblù dalla prossima partita in casa della Fiorentina serviranno per proseguire nel lavoro di scarico, concentrando l’attenzione sui particolari, quali l’intesa fra i giocatori e soprattutto il recupero di una maggiore velocità e rapidità d’esecuzione.
I sentenziosi osserveranno, valuteranno e, come al solito, saranno pronti a salire sull’abusato carro dei vincitori quando le cose riprenderanno ad andare per il meglio. |di Niccolò Schirru - Fonte: www.tuttocagliari.net| - articolo letto 151 volte