La Lazio di Ballardini riparte da Mauri, l'ag.: "Stefano? Sarà la sua stagione..."
Stefano Mauri c’è, e la Lazio non ha smesso di crederci. Nella stagione che segna un decisivo passaggio di consegne fra Rossi e Ballardini, il club biancoceleste si accinge a vivere l’anno della sua rinascita puntando fortemente su una pedina di qualità e quantità come Stefano, passata troppo spesso in un rapido dimenticatoio. Abile nel fraseggio corto e potente nelle sue progressioni, il Mauri gustato nelle prime uscite stagionali ha vagamente ricordato quel giocatore importante e fortemente voluto dal duo Rossi-Sabatini nel gennaio 2006. La sua storia alla Lazio iniziò quasi per caso, quando il club di Lotito decise di privarsi di Cesar spedendolo a Milano sponda nerazzurra. Erano momenti difficili in casa Lazio, dove far quadrare i conti restava l’obiettivo primario di una società che aveva seriamente rischiato il tracollo. La compagine di Rossi studiava senza sosta a Formello cercando di assimilare i dettami tattici del professore romagnolo, mentre intorno alla squadra l’ambiente si era già rarefatto, per un idillio tra tifosi e società ben presto esauritosi. Stefano arrivò in sordina nel mercato di riparazione e dopo sei mesi di rodaggio il centrocampista brianzolo si preparò ad entusiasmare tifosi e addetti ai lavori, nella stagione che avrebbe fruttato ai biancocelsti la qualificazione Champions. Cinquantaquattro presenze e ben nove gol, che nel cammino finale di quella Lazio, pesarono come un macigno ed un rendimento che al centrocampista monzese valsero poi anche la nazionale. Fu una stagione fantastica quella, vissuta da protagonista, da ispiratore di manovra, da trequartista insomma, in un ruolo che Rossi seppe disegnargli addosso a perfezione. Sembra trascorsa un’eternità da quel giocatore la cui presenza o assenza in formazione riusciva a mutare l’ago della bilancia di una gara. La storia infinita dei suoi infortuni iniziò addirittura due anni fa, quando le cure mediche a cui fu sottoposto non lo guarirono mai del tutto. Poi le ricadute nei preliminari di Champions e a Livorno e Mauri sparì del tutto o quasi dalla scena, tanto che in più di un’occasione per Stefano, l’addio è sembrato ad un passo. Storia passata, vecchi retaggi di un incubo fa. Nel campionato scorso infatti, lo Stefano biancoceleste si è barcamenato fra belle gare e prove incolore, costretto in un durissimo limbo che gli è costato l’applauso del pubblico e il sogno della nazionale. Una frattura dunque, una ferita inferta nei sentimenti profondi di Mauri, che soltanto una repentina inversione di rotta consumata fra sudore e rendimento, avrebbe potuto rimarginare. Il lavoro in sordina e l’impegno silente hanno dato il via ad una rinascita per molti ormai improbabile. Mauro ce l’ha fatta con la semplicità di chi sa stare in campo miscelando doti tecniche e disciplina tattica, con l’abnegazione di chi ha in testa solo calcio. Bravura e testardaggine un cocktail esplosivo con cui il brianzolo ha saputo prima convincere e poi conquistare Ballardini e il nuovo staff. Mauri ce l’ha fatta e c’è chi giura che il campionato opaco appena archiviato, vissuto ai margini più da ‘gregario’, che non da protagonista sia stata la scintilla giusta per riaccendere la voglia di far bene. “Il valore di Stefano? Bèh non lo scopro certo io, – ha dichiarato il suo agente Tiziano Gonzaga - Io e Mauri ci sentiamo dalle due o tre volte al giorno ed alla fine si parla sempre di Lazio. In questa stagione il giocatore sta bene Ballardini crede molto nelle sue qualità e lui in ritiro si è preparato a perfezione”. La prova brillante con l’Inter in supercoppa e quantità e qualità dispensata da Stefano in avvio di campionato sembra infatti confermare le sensazioni del suo agente che chiude con una convinzione: “Stefano quest’anno è pronto per stupire tutti. Poi lui alla Lazio ci tiene troppo ed ormai non fa che ripetermi che quest’anno non deluderà. Il contratto? Manca solo l’incontro con Lotito, ma non ci sono problemi”. Anche Ballardini sembra essere della stessa idea e le scelte operate nel primo scorcio di campionato, con un Mauri interno sinistro, hanno dimostrato che il tecnico ravennate difficilmente rinuncerà alla potenza e all’equilibrio tattico di Stefano, a costo di impiegarlo in un ruolo a lui non più molto congeniale. Dunque i presupposti ci sono e le buone speranze pure. Ora la ‘palla’ passa a Mauri, ma stavolta è quella decisiva, quella del dentro o fuori e lui sa che non può più sbagliare. |di Alessandro Zappulla - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it - La Provincia| - articolo letto 163 volte