Ora che Kaladze si è messo a fare pure le autoreti, possiamo dirlo senza problema alcuno: che sfiga, ragazzi! I grandi cicli si sgretolano col botto. Lo sappiamo. E’ fatto risaputo. Qui, però, stiamo raschiando il barile. Troppo in fretta, forse. Del Grande Milan berlusconiano non c’è più traccia. Finito. Consegnato alla storia. Bisogna azzerare tutto e ricominciare daccapo. Soprattutto a livello societario. Fininvest parrebbe pronta a cedere, entro gennaio, il 35% del pacchetto azionario del Club rossonero a due potenti cordate straniere: la prima si identificherebbe con l’imprenditore albanese Taci; la seconda pare ancora in “fieri”. C’è chi dice possa essere libica (sponda Gheddafi), chi araba (Fly Emirates). Nessuno tra i figli di Belusconi pare voglia subentrare al padre nella conduzione del Club. Che invece costituirebbe, per loro, un problema finanziario non indifferente. Da qui l’esigenza di cedere a esterni parte del pacchetto azionario. Servono capitali ingenti per potenziare la squadra e renderla stabilmente competitiva rispetto alle altre Grandi potenze calcistiche mondiali. Le smentite paiono di rito. Sono fioccate e fioccheranno.
E’ evidente che Berlusconi non potrà succedere a se stesso e che il problema della conduzione societaria si pone e si porrà in maniera importante. Del resto i complimenti che Galliani e compagni riversano su una squadra che non è nè può essere ai livelli di Inter, Barcellona e Real Madrid, debbono comunque far riflettere. Tutti sappiamo che non siamo da scudetto conclamato e neppure da finale di Champions League. Tutti sappiamo che ci siamo indeboliti anziché potenziarci. Tutti immaginiamo che questo possa essere solo un campionato di transizione. Anche Galliani e Berlusconi. Ragion per cui occhio ragazzi: qui gatta ci cova. Il sospetto che si voglia vendere in parte gonfiando il pacco natalizio per usufruire delle migliori condizioni possibili, è reale. Concreto. Gianni Nardi, Vice Presidente storico del Milan, si è affrettato a smentire tutto affermando che il Milan rimarrà nelle mani della famiglia Berlusconi e che non saranno vendute a terzi quote del pacchetto azionario. Vedremo.
Intanto il povero Leonardo continua a scervellarsi per cercare di dare una identità precisa a questa squadra. Il “rispolvero” di Oddo e l’invito a Kaladze di spostarsi a sinistra vogliono dire soltanto una cosa. Che Zambrotta e Jankulovski non forniscono, in questo momento, le normali garanzie di spinta e copertura richieste. Soprattutto Janku, apparso demotivato e affaticato. L’altro problema è Ronaldinho, il preferito da Berlusconi. Col Siena aveva fatto intravedere cose egregie. Con l’Inter no. Eppure lui, a Barcellona, vinceva le partite da solo. Che cosa sia successo a questo Campione straordinario è un mistero. Ha soltanto 29 anni! Fisicamente sembra integro. Però ha poca voglia di soffrire, di allenarsi, di primeggiare. Di correre. Appagamento? Può darsi. La speranza è che riesca a mantenere comunque le promesse fatte a Berlusconi. Nell’interesse suo e della squadra. Infine Huntelaar. Il Cacciatore, fino ad adesso, ha fatto spazio a Borriello. Marco si impegna, si batte e si sbatte. Dà profondità alla squadra e offre delle importanti soluzioni nel gioco aereo. Però non ha ancora segnato. Viene da un anno di inattività ed è giustissimo aspettarlo. Huntelaar lo vogliamo vedere in campo sin dall’inizio. Siamo curiosi. L’impressione è che si tratti di un tipo tosto capace di buttarla dentro quando meno te lo aspetti. Cattivo quanto basta, è fortissimo di testa. Non è un fulmine di guerra, ma è bravo a ritagliarsi gli spazi giusti per tirare in porta e far male. Che un ciclo sia finito, è un dato di fatto. Ma che questo Milan non possa comunque ritagliarsi uno spazio interessante sia in Italia che in Europa è supposizione tutta da dimostrare.
Il problema non è credere o no nel progetto sposato dalla Società e da Leonardo. Il problema sono i quattrini. Senza quelli non si va da nessuna parte e ogni programmazione è destinata a inciampare. Senza investimenti è impossibile competere a livello internazionale. Non riteniamo sia solo il pensiero di Marco Van Basten. Siamo certi che si tratti del pensiero di tutti i veri tifosi del Milan. Rafinha, giovane difensore esterno dello Shalke 04, sembra in procinto di passare al Milan sin dal prossimo gennaio. Come Marquinhos, giovanisismo trequartista del Palmeiras considerato il nuovo Kakà. Il Milan è sempre più orientato sui giovani. In attacco siamo più che coperti, ma Paloschi deve rientrare alla base. E’ troppo forte. Lui, Pato, Borriello, Huntelaar, Beretta e Zigoni sono il presente e il futuro di questa squadra e di questo reparto. A centrocampo, a parte le garanzie Abate e Flamini, ci aspettiamo molto da Davide Di Gennaro. In difesa Thiago Silva è una certezza, Antonini una speranza. Albertazzi il talento pronto a fiorire. Di Bonera ci fidiamo. Su di loro è lecito contare. Senza dimenticare Astori attualmente in prestito al Cagliari. Il progetto Milan va avanti. Vorremmo conoscere le reali intenzioni di Berlusconi. Non solo Silvio, ma anche Piersilvio e Marina. Il futuro passa da loro. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 150 volte