Dici Igor e pensi subito al grande bomber Protti... dici Protti e pensi immediatamente alle tante emozioni che, un folletto che porta questo nome, ha saputo regalare ai tifosi biancorossi, e non solo. A parlare ci sono i numeri, gli almanacchi che narrano di un uomo diventato Re del gol non certamente per caso. La sua illuminata carriera ebbe la sua svolta nel 1992, con l'approdo al Bari. L'inizio non è dei migliori ma, dopo due stagioni fra i cadetti, viene promosso con i pugliesi in Serie A. Dopo un primo anno discreto, Igor Protti esplode letteralmente: segna il primo gol della Serie A, nonché la prima tripletta. Nel corso della stagione il suo ruolino di marcia è impressionante, raggiungendo quei 24 gol che gli valgono, in concomitanza con Giuseppe Signori, il titolo di capocannoniere. A Bari lo ricordano ancora con il soprannome lo Zar. Tuttavia i suoi gol non basteranno a salvare il Bari, che sarà costretto a cedere proprio alla Lazio il suo gioiello. Mai comunque, nella storia del campionato italiano di serie A, un capocannoniere era appartenuto a una squadra retrocessa.
Tuttobari.com ha avuto il piacere di interagire con l'ex bomber biancorosso. Ecco l'intervista:
1. Igor Protti, riminese di nascita ma barese di adozione. In Puglia tante emozioni ma soprattutto tanti gol… Cosa ti manca di Bari?
"L'entusiasmo... sicuramente. Il calore che hanno saputio regalare Bari e i suoi tifosi, che, devo ammettere, ritrovo e rivivo tutte quelle volte che ho la possibilità di tornare. Manca Bari... per questo motivo sono felice di ritornarci quando ne ho l'occasione.."
2. Mestiere bomber di razza, carriera da re del gol, ma oggi Re Igor chi è? Che mestiere fa e come passa i suoi giorni?
"Oggi mi occupo principalmente del mio lavoro e della mia famiglia. Sono titolare di un' attività turistica in Toscana (Riparbella-Pisa) e mi occupo anche di ristrutturazioni immobiliari; i miei giorni scivolano così... tra il lavoro e la mia famiglia"
3. Due volte capocannoniere in Serie C1 (Livorno: 2000/01 (20 gol); 2001/02 (27 gol), una volta di B (Livorno: 2002/03 (23 gol) e una volta di A (Bari: 1995/96 (24 gol). Una carriera a segnare, senza mai vestire l’azzurro e senza approdare mai in una grande (fatta eccezione per il passaggio nel 1996 alla Lazio di Cagnotti). Igor ha rimpianti?
"No, nessun rimpianto! Reputo grandi squadre quelle dove ho avuto la fortuna di giocare per 22 anni; ho avuto la fortuna di giocare sempre in città importanti con tifoserie che mi hanno regalato grandissime soddisfazioni... ecco perchè sono soddisfatto così, anzi è andata meglio di quanto avessi mai immaginato ad inizio carriere..."
4. Torniamo alla Lazio. Ci arrivasti da capocannoniere di A; ad attenderti c’erano altri bomber di razza come Beppe Signori e Pierluigi Casiraghi. Cosa non funzionò in quel tridente? Zeman non gradiva Igor Protti?
"E' stata una stagione particolare, dalle due facce. All'inizio avemmo tutti problemi, probabilmente l'era Zeman a Roma (sponda Lazio) andava finendo ed era arrivato il momento di cambiare. Ricordo che disputammo un girone d'andata abbastanza deludente, alla luce pure di quello che era l'obbiettivo di inizio stagione, ovvero lo scudetto; anch'io non giocai benissimo, realizzando una sola rete nelle prime diciannove partite. Le cose cambiarono in meglio con l'arrivo di Dino Zoff, con il quale raggiungemmo il quarto posto con sei miei gol, uno dei quali proprio al derby con la Roma, dove segnai il gol del pareggio... e a Roma si sa cosa significa segnare in un derby. Sono comunque soddisfatto di quell'esperienza"
5. Torniamo al presente. Il Bari in A dopo otto lunghi anni; quale credi possa essere il campionato dei biancorossi? E chi, magari oltre Barreto, credi possa fare la differenza in questo Bari?
"Il Bari potrà sicuramente fare un buon campionato: l'entusiasmo della città e dei tifosi riuscirà a dare alla squadra la spinta giusta... ti dirò di più, credo che i biancorossi potranno togliersi anche delle soddisfazioni, come quella ottenuta nella prima gara di campionato a Milano contro l'Inter, dimostrando che non ci sono mostri sacri e che la vittoria e la buona prestazione la si può ottenere contro tutti. Per quanto riguarda chi farà la differenza, io credo che la vera differenza nel Bari e per il Bari la possa fare il gruppo, unito com'è. I singoli poi potranno emergere, facendo magari gol come Barreto, ma sarà il gruppo l'arma in più di questo Bari"
6. Chiudiamo con delle risposte secche: Chi il tuo miglior allenatore? Chi il compagno di squadra? Nel cuore, quale squadra? Gol più bello e gol più importante?
"Qui mi metti in seria difficoltà (ride)... In 22 anni di carriera non mi sento di dire un'allenatore o un compagno di squadra o il gol più bello e importante. Ho giocato in troppe piazze per poter scegliere, ho ricordi fantastici ovunque ma, se devo fare dei nomi sulle città che più hanno segnato la mia vita e la mia carriera, non posso che nominare Bari, Livorno e Messina, che sono le città dove ho giocato di più e di conseguenza ricevuto di più". |di Andrea Dipalo - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 178 volte