Più rispetto per SuperPippo. La caramella Mou. Gasperson-Del Neri da urlo. Donadoni e Novellino...
L'Inter spera di scartare stasera la caramella Mou. Battere il Barcellona non varrebbe soltanto per la qualificazione (almeno seconda l'Inter ci arriva, oppure qualcuno la pensa diversamente?) ma per un'enorme trasfusione di autostima. La caramella Mou avrebbe un sapore dolcissimo, ti verrebbe voglia di mangiarne una dietro l'altro. Battere il Barcellona significherebbe prendere per le corna l'Europa che conta, si chiama Champions League, farsi assalire da un vigoroso e contagiante ottimismo. Significherebbe soprattutto onorare al massimo la campagna acquisti più intelligente e positiva dell'era Moratti., Non mi interessa granché il tipo di accoglienza che riceverà Ibracadabra, anche se mi stupirei se gli stendessero tappeti rossi. E' molto più importante il risultato, a maggior ragione se pieno, a maggior ragione se condito da una prestazione robusta, ricca di contenuti, contro il team che non a torto viene da molti ritenuto ancora il più equilibrato, tecnicamente e tatticamente, d'Europa. Nel frattempo il Milan quando vede la Champions ritrova un appetito fantastico. La partita di Marsiglia ha detto due-tre cose fondamentali: Thiago Silva è un eccellente difensore; in questo momento l'asse Pirlo-Seedorf è determinante con tutto il rispetto per Ronaldinho che non si sacrifica in copertura. Quanto a Pippo Inzaghi una considerazione rapidissima: non ci sono più parole (o aggettivi) per la sua media-gol in Europa, ma meriterebbe più rispetto anche dall'ottimo Leonardo che lo ha lasciato nello scantinato per quasi tutte le tre prime uscite in campionato. Non si può, non è giusto, non è bello.
Gli allenatori sono sempre in copertina, non potrebbe essere diversamente. Ce n'è uno bravissimo, che anche a livello europeo reggerebbe il confronto per l'innegabile FORZA DELLE IDEE. Si chiama Gasperini, ma per tutti è ormai Gasperson. E forse (senza forse) se si chiamasse davvero Gasperson sarebbe stato convocato da qualche big d'Europa. Ho trovato il mercato del Genoa, come quello dell'Inter, molto intelligente e molto concreto. Ma poi al resto ci ha pensato il mago Gasperson per un Genoache ti punta e ti stritola. La forza delle idee, appunto. La predisposizione a non farti respirare, a metterla sul piano tattico con una disinvoltura pazzesca. Applausi per due ore di fila. Se la gioca sempre senza timidezza, se la gioca come se fosse una continua partita a scacchi, soltanto che lui – Gasperson – anticipa le mosse e brucia gli avversari. Per informazioni chiedere di Roberto Donadoni che di sicuro è stato condizionato dalle decisioni di Tagliavento (voto 3, perché poi ha voluto compensare danneggiando anche il Genoa), un altro scippo dopo il gol di Hamsik ingiustamente annullato a Palermo. Ma è anche vero che da un certo punto in avanti Donadoni ha perso il controllo. Ammesso e non concesso che lo avesse avuto. Già, perché la scelta di rinunciare a Lavezzi è una bestemmia vera. Cosa dice il permaloso Robi da Bergamo? Il Pocho era reduce da un lungo viaggio? Ma avrebbe dovuto andare in campo con mezza gamba. La salita di Donadoni è strutturale (nel senso che dal punto di vista tattico non ha dato un contributo vero), chiama in causa le scelte degli ultimi giorni di mercato (mi fanno notare che il voto da me dato, 7,5, sia stato esagerato. Può darsi, ma almeno 7 continuerei a darlo anche oggi), le cessione di Mannini e Blasi, il mancato arrivo di uno specialista di fascia sinistra. Quando avevo scritto che Cigarini avrebbe avuto problemi iniziali di personalità, qualcuno si era offeso e aveva tolto il saluto. Cigarini ha buonissimi mezzi tecnici, ma la personalità quando giochi nel Napoli è fondamentale. E così tanti milioni non li avrei spesi. Quando, lo scorso marzo, azzardai che Donadoni non sarebbe stato l'ideale qualche altro aveva tolto il saluto. Amen. Se ti prendono Zuniga e spendono un occhio della testa non puoi utilizzarlo a sinistra e in alternativa bocciarlo. Se insisti con Datolo fuori posizione, non hai capito il problema. Se mandi Lavezzi in panchina, ti stai impiccando e nessuno ti ha aperto gli occhi. Pierpaolo Marino continua a preoccuparsi di prorogare il silenzio stampa per battere il record del mondo (lo premieranno tra Pescara e Udine, due città che gli sono care), De Laurentiis ha aperto la cassaforte e poi si è defilato. Quando scenderà in campo, conoscendolo, avrà picconate per tutti. Credo che il Napoli si riprenderà, ha un organico con molti "più", intanto mi auguro che si riprenda Donadoni. Che è permaloso quanto Lippi, non accetta la minima critica, non ha capito che a Napoli la pressione quotidiana è una compagnia di viaggio che non ti lascia mai. E devi saperla affrontare.
Allenatori in discesa. Grandi pacche sulle spalle e congratulazioni vivissime a Gigi Del Neri che ha fatto capire, qualora ve ne fosse necessità, la differenza che c'è con il suo predecessore Mazzarri. Il suo predecessore aspettava prima di aggredire, il successore aggredisce piuttosto che aspettare, mandando in avanscoperta Semioli e Mannini e affidando a due re Mida: Cassano negli ultimi trenta metri e Castellazzi nei primi quindici. Due fenomeni. Mi dispiace che i giornali e i mass-media in generale abbiano dato poco spazio alle prodezze di Genova, diciotto punti conquistati complessivamente nelle prime tre partite. Come se Genova fosse la cinquantesima città italiana e non una delle prime. Per come sono messe, per come sono organizzate, mi stupirei se una delle due non resistesse fino in fondo in chiave Champions League. Quale delle due? Certe cose si pensano, ma non si dicono. Magari resistono tutte e due…
Allenatori in salita. A Lecce hanno sciolto il rapporto con il direttore sportivo Angelozzi troppo tardi, ovvero quando si è chiuso il mercato. Sarebbe come se licenziassero il portiere dello stabile quando lo stabile è sul punto di essere ristrutturato e chiuderà i battenti per almeno un paio di anni. Adesso tutti danno le colpe a De Canio, compresi alcune emittenti locali leccesi specializzate nell'operazione "voltagabbana alla riscossa". De Canio, ripeto, avrà di sicuro commessi degli errori, ma ha pagato l'atteggiamento passivo di gran parte dei dirigenti: gli hanno spedito quattro-cinque rinforzi negli ultimi giorni di mercato, facendoli accomodare su un pullmino destinazione Salento, si sapeva che sarebbero stati problemi di De Canio. Credo che il Lecce risalirà, ma se non dovesse farlo le colpe dovranno essere ben distribuite, e non credo che la percentuale maggiore (è la mia certezza quando scrivo questo editoriale) sarebbe di De Canio.
Ho visto Reggina-Vicenza e la Reggina mi sembrava il festival dell'ovvio. Ascoltavo il telecronista parlare di buona prestazione e stavo per essere assalito dalle traveggole. La Reggina è lenta, non ha capito la B, è superficiale e ha una difesa di burro. Se la prendono con il portiere Cassano anche quando non ha mezza colpa, strano il calcio. Strano e opinabile. Volpi e Bonazzoli sono diventato bidoni da scaricare subito, qualche tifoso umorale tira già le somme. La Reggina ha problemi, ma credo che li risolverà. Non mi rimangio il pronostico del 31 agosto quando l'ho definita da promozione diretta, in compagnia del Torino. Un solo appunto a Novellino che saprà trovare le soluzioni: l'aver insistito su Volpi tre giorni dopo la dispendiosa gara di Mantova. Volpi deve beneficiare del turnover, non è più un bimbo, spremerlo così potrebbe essere un errore. Ma continuo ad avere pochi dubbi sul fatto che – alla distanza – la Reggina saprà imporre un organico importante e ritroverà prestissimo Santos e Costa, preziosi per una difesa in difficoltà. |di Alfredo Pedullà - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 207 volte