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2009-09-19

Gyorgy Garics:"Non meritiamo questa classifica"


Nella nazionale austriaca è considerato l'intellettuale del gruppo, grazie alla capacità di parlare correttamente ben cinque lingue. Quando risponde al telefono, noti subito l'accento napoletano nel suo fluente e sicurissimo italiano, e quasi ti chiedi se a parlare sia proprio lui. Parliamo di Gyorgy Garics, due stagioni in azzurro e un presente nell'Atalanta di Angelo Gregucci. Con lui PianetAzzurro.it ha toccato diverse tematiche, dalla situazione di classifica di Napoli ed Atalanta, alla differenza tra le due città, senza tralasciare le sue ambizioni per una carriera che sembra aver trovato in Italia la sua dimensione definitiva. Ecco cosa ne è venuto fuori…

Gyorgy, un inizio di stagione non facile per Atalanta e Napoli…

"Sicuramente i punti che hanno le due squadre non rappresentano le prestazioni offerte. Noi abbiamo giocato con personalità a Roma contro la Lazio, meritando almeno il pareggio, così come non meritavamo di perdere contro la Sampdoria. Il Napoli meritava addirittura i tre punti in trasferta contro il Palermo, mentre, nonostante sia stato un rigore inesistente a spianare la strada al Genoa domenica scorsa, credo che un 4-1 sia un risultato che lascia poche attenuanti. Ma credo anche che se il Napoli avesse sei punti in classifica sarebbero tutti soddisfatti".

L'anno scorso sei stato uno dei difensori con la miglior media voto. A cosa devi questa continuità di rendimento?

"Finalmente gioco nel mio ruolo naturale con continuità, a destra in una difesa a quattro. Durante il ritiro precampionato, si era parlato di un mio spostamento sulla linea di centrocampo, ma per fortuna il mister ha capito che solo nel mio ruolo naturale posso esprimermi al massimo e giocare con fiducia ed equilibrio".

A proposito di ruoli naturali, Zuniga sta soffrendo non poco sull'out sinistro…

"Zuniga ha fatto un discreto campionato a Siena l'anno scorso, ma non è facile per lui fare bene nella sua avventura napoletana, per due motivi molto semplici. Il primo riguarda il modulo, che è completamente diverso da quelli a cui era abituato, e io so quanto sia difficile. E il secondo è quello sotto gli occhi di tutti: se hai giocato sempre a destra, non puoi offrire le stesse prestazioni a sinistra, almeno non da subito. Ma a Napoli la pazienza è sempre troppo poca, anche se i tifosi napoletani, da grandi esperti di calcio, sanno che la colpa non è del giocatore. Adesso sta solo a lui dimostrare se può superare tutte queste difficoltà, speriamo tutti che sia così ovviamente".

L'Hadjuk Spalato, squadra allenata da Edy Reja, punta alla qualificazione alla Champions League. Accetteresti una sua chiamata in Croazia?

"Mi trovo troppo bene in Italia per andare a giocare in un altro campionato. Da quando ho iniziato a giocare a calcio, il mio sogno è sempre stato quello di giocare nella Serie A, e per fortuna ci sono riuscito. La mia massima ambizione personale è quella di poter disputare la Champions League con un club italiano e di chiudere la carriera in questo campionato, che secondo me è il più difficile e completo al mondo".

Campionato al quale si è aggiunto un tuo connazionale, Erwin Hoffer, che gioca proprio nel Napoli. Cosa ne pensi di questo giocatore?

"Siamo stati compagni di squadra nel Rapid Vienna per appena tre settimane: lui arrivò proprio quando stavo per essere ceduto al Napoli. Abbiamo giocato due o tre volte in nazionale, ma ammetto che non possiamo definirci amici, per il semplice fatto che ci conosciamo poco e nulla. Tecnicamente, è un ragazzo molto veloce e dal fisico robusto. Non è altissimo: facendo un paragone con qualche giocatore del Napoli, direi che assomiglia a Gargano fisicamente. Ha fatto benissimo nel campionato austriaco, ma qui in Italia è un altro livello, non si possono neanche paragonare per la differenza di difficoltà e pressione psicologica. Credo possa ben fare in un reparto avanzato come quello azzurro, magari sfruttando le sue caratteristiche nei finali di partita, dove la sua velocità può davvero far male alle difese avversarie".

Quanto sono diverse Napoli e Bergamo?

"Sono molto diverse. Bergamo assomiglia a Vienna, per la sua organizzazione. Napoli è un'altra cosa, nel bene e nel male. Io sono stato molto fortunato però, perché la gente di Napoli mi ha sempre voluto bene e accolto a braccia aperte. Non sono frasi di circostanza, altrimenti non avrei preso casa a Napoli e non ci tornerei tutte le volte che posso. Ti sarai sicuramente accorto che ho l'accento napoletano quando parlo, Napoli è la mia seconda casa".

Torni, tornerai e torneresti a Napoli, quindi. E al Napoli?

"E' molto difficile che un giocatore venga acquistato per due volte dallo stesso club, quindi non credo in un mio ritorno in azzurro. Ma nella vita mai dire mai, anche perché le mie ambizioni personali si sposano con quelle della società".
|di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 159 volte


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