Papadopulo ha passato una intera estate a chiedere rinforzi, praticamente a supplicarli, fino all'ultimo momento. La società ha agito come ha potuto, non ha certamente esagerato nelle spese ma ha fornito una squadra in grado di poter dire la sua nella lotta salvezza e comunque cambiandola profondamente. Diciotto i giocatori che hanno lasciato Bologna, dieci i nuovi arrivati, alcuni di questi elementi perfetti per lottare pallone su pallone. Prime due giornate di campionato: i rossoblu ottengono due pareggi in altrettanti incontri e regalano, soprattutto contro la Fiorentina, due ottime prestazioni, fatte di grinta, corsa, raddoppi e carattere. Viviano, Portanova, Raggi, Guana, Tedesco, Vigiani, tutti in campo dal primo minuto. La squadra ha un suo perchè, appare subito evidente che il miglioramento è stato netto e si prospetta quindi un campionato meno affannoso di quello appena concluso. Poi il black-out di Papadopulo: arriva il Chievo e il tecnico rossoblu rivede le proprie idee rivoltando l'undici titolare come un calzino. Dentro Zenoni come terzo centrale difensivo (scelta inspiegabile) e con lui Mutarelli, Bombardini e compagnia bella. Risultato scontato, i felsinei ne escono con le ossa rotte, due a zero per i veneti per un Bologna troppo simile a quello formato 2008/09: ben otto/undicesimi di quella squadra che ha ottenuto la salvezza in maniera rocambolesca, probabilmente più per demeriti (Torino) e merito (Milito) di altri. Poi la trasferta di Milano, e ancora in campo sette-undicesimi del vecchio Bologna e chiaramente ne partorisce un'altra sconfitta. Si sapeva, nella passata stagione mancava tutto o quasi, soprattutto la cattiveria agonistica necessaria per farsi valere e insistere sugli stessi uomini sa di autentico harakiri. Perse quelle doti che avevano contraddistinto i rossoblu nelle prime due partite, iniziano le prime critiche feroci al tecnico e la partita col Livorno viene immediatamente considerata come ultimo crocevia per salvare la panchina. Però non cambia nulla, alla viglia del match con i labronici, a scendere in campo saranno ancora i soliti otto-undicesimi del Bologna che fu: dentro Mutarelli, Zenoni, Lanna, Mingazzini, Bombardini, e ancora a guardare i vari Gimenéz, Santos, Tedesco (cosa è successo?), Vigiani, Mudingayi e compagnia bella. Dicevamo, una estate passata a chiedere rinforzi ma in campo scende sempre il vecchio Bologna, con i nuovi in panchina o in tribuna costretti a guardare e il Bologna che fu (e che a questo punto è), quello brutto, bruttisimo, apallico, in campo. Papadopulo, ma cosa combini? |di Mario Sacchi - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 173 volte