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2009-09-23

Milan: se Huntelaar sente fiducia ...


Archiviata la pratica Bologna con un gol di “pantera nera” Seedorf, il Milan guarda alla trasferta di Udine con moderato ottimismo. Passi in avanti ne sono stati compiuti, ma le lacune di questa squadra sono evidenti e vanno soppesate. Mai perse di vista. L’attacco comincia a preoccupare. Huntelaar rimane un corpo estraneo all’interno del gruppo, che palesa difficoltà evidenti a comprenderne il gioco e ad assimilarne i movimenti. Klaas è servito poco e male. Uno come lui dovrebbe fungere da terminale offensivo al centro dell’attacco, e non farsi trovare, come spesso è accaduto, spalle alla porta impossibilitato a puntare la rete e a guardare in avanti. Gilardino ha fallito ed è andato via dal Milan proprio per questo. Da noi non segnava, ma a Firenze, con un gioco diverso e con schemi costruiti quasi su misura, segna che è un piacere. Huntelaar deve anche metterci del suo e sacrificarsi maggiormente alla ricerca di palloni giocabili. Deve smarcarsi con più facilità, essere meno timido, farsi trovare più pronto alla conclusione in rete e al fraseggio con i compagni. Ma la porta la deve avere ben “visibile” e “libera” davanti. Altrimenti diventa inutile. L’anno scorso non vincevamo le partite contro le provinciali perché mancavamo di una torre in area di rigore. Di un ariete in grado di scardinare le difese avversarie. Ora abbiamo sia Huntelaar che Borriello. Le giustificazioni stanno a zero. Spetta a Leonardo dotare la squadra di schemi validi. Di prospettive tattiche convincenti e più utili alla squadra.
Il dialogo tra l’olandese e Pato è lacunoso, discontinuo, improduttivo. A tratti irrilevante. Pato dovrebbe cercare di più e con più insistenza il dialogo con il compagno di reparto. Dovrebbe smarcarlo al centro dell’area e servirgli palloni giocabili da cacciare in rete. Dovrebbe verticalizzare di più il proprio gioco e rendere più proficue e laceranti le sue proverbiali sgroppate in avanti a ridosso dell’area avversaria. Il Papero pare abbia perso cattiveria, determinazione, spirito di sacrificio. Tira poco in porta. Non vorremmo si stesse imborghesendo. A Leonardo il compito di pungolarlo, di farlo scendere dal piedistallo, di pungerlo nell’orgoglio. Anche a costo di cacciarlo in panchina. Questo è un fuoriclasse talentuoso e assoluto. Una risorsa. Sarebbe imperdonabile perderlo per strada. Noi in Huntelaar crediamo. E’ ancora presto per giudicarlo. Nel Real Madrid non ha mai sfigurato nonostante abbia avuto, davanti, un certo Ruud Van Nistelrooy. Le sue reti le ha fatte. Ma era servito in modo diverso. Cross dal fondo e tanti palloni in area da spingere in rete. Il suo gioco è questo. Spesso risolve di potenza. Non è mai stato un fulmine di guerra. La squadra deve accelerare il proprio processo di amalgama e assimilare compiutamente il gioco degli attaccanti. Lo stesso discorso vale per Borriello. Marco, a differenza dell’olandese, ha una predisposizione più evidente al fraseggio con i compagni anche nel breve. Bravissimo nel gioco aereo, potente, si sa far valere anche in fase di marcatura. Sia Huntelaar che Borriello vanno aspettati con fiducia. E’ ancora troppo presto per giudicare. Per sentenziare.
Due le note positive. Intanto Ignazio Abate. Noi non sappiamo se siano vere le voci di mercato secondo le quali il Milan avrebbe già in tasca un accordo con il laterale brasiliano dello Shalke 04, Rafinha, per gennaio. Noi sappiamo che Abate può ben giocare anche in quel ruolo, e che contro il Bologna ha offerto una prestazione davvero maiuscola. Convincente. Di grande sostanza e qualità. Galliani gli ha pronosticato un futuro alla… Cafù! Inoltre può giocare anche da vice Gattuso, e scusate se è poco. Insomma, va considerato un titolare a tutti gli effetti. Adesso aspettiamo con fiducia gli inserimenti, graduali, di Antonini, Onyewu e Di Gennaro. Senza dimenticare Ronaldinho. Ronnie deve essere il nostro valore aggiunto, non la palla al piede. Bisogna aspettarlo. Certamente non in eterno. L’altra nota positiva è “pantera nera” Seedorf. Dove sono i suoi detrattori? Sia in Champions League che in campionato Super Clarence s’è caricato la squadra sulle spalle e l’ha condotta alla vittoria. Contro il Marsiglia ha fatto segnare due gol a Superpippo Inzaghi. Contro il Bologna ha segnato lui e ci ha tolto, francamente, dai tanti impicci. Grande Clarence! Tocco felpato, visione di gioco, polmoni e gambe d’acciao. Un fuoriclasse. Un leader. Se Ronaldinho imparasse da lui si allungherebbe la carriera in misura esponenziale. Contro il Bologna, per altro organizzato magistralmente a centrocampo, il gioco dalle corsie laterali è sgorgato via in maniera più disinvolta e convincente. Intanto grazie ad Abate. Poi grazie anche ad Oddo, che vediamo con piacere sempre più impegnato a tornare quel bel giocatore che è stato ai tempi della Lazio. Massimo sembrerebbe recuperato. A centrocampo Pirlo ha cucito il gioco come solo lui sa fare coadiuvato, ai lati, da Gattuso, ancora in ritardo di condizione, e da Ambrosini. Un peccato lasciare fuori Flamini in un momento simile. In difesa, concesso un turno di riposo a Thiago Silva, ha giganteggiato come al solito Alessandro Nesta, brillantemente supportato da Kaladze e dal filtro dei centrocampisti. Storari non finisce più di stupire: anche contro il Bologna è stato autore di interventi prodigiosi. Davvero bravo. Non sarà facile, per Abbiati, riprendersi il posto da titolare.
|di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 187 volte


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