Il punto sulla serie A: ed i valori vennero a galla ...
I passi falsi di Sampdoria, Milan ed in parte Juventus ci illustrano una situazione che sta facendo venir alla ribalta le gerarchie preventivabili; l’Inter in testa alla graduatoria, dopo aver agganciato come da copione la nuova Juventus di Ferrara, che sarà sì un grande team, ma non ancora in grado di reggere il confronto per più di un mese con la compagine avente in Eto’o-Milito la coppia dei sogni che riuscirebbe probabilmente a far compiere miracoli persino ad un team votato per la B. I nerazzurri, inutile negarlo, sono oramai un collettivo collaudato per i grandi traguardi, hanno dalla loro l’abitudine di stare ai piani alti della classifica senza accusare vertigini di rilievo, e qualitativamente parlando doppiano ogni altra squadra italiana, a parte la Juventus che comunque sulla carta accusa una spanna di margine, specie quando deve fare a meno di gente come Sissoko e Del Piero…Pertanto nessuno si sorprenderà se fra 10 giornate il Biscione guarderà dall’alto in basso la Zebra. Sarà questione di tempo, è inevitabile che la Juventus sarà spazzata via dal tornado milanese. Difficile interpretare il pari di Genova come un incidente di percorso trascurabile, lungi dal fungere da allarme per la stagione. Faticosamente si potrà spiegare la quasi sconfitta ad opera dei Grifoni come una tappa di un normale processo di crescita, di lievitazione della forza degli uomini di Iaquinta & c., anche se i torinesi hanno dato vita ad un match rispettabile, e non avrebbero demeritato i 3 punti.
Quanto alla Sampdoria anche se si comprendeva la non possibilità dei “Cassaniani” di ambire al tricolore, ci si augurava che il momento magico potesse protrarsi ancora nel tempo (per il bene del torneo, per conferirgli più pepe), ma ci ha pensato la Fiorentina del dimissionario Della Valle a far ripiombare drasticamente i blucerchiati nella realtà, per un team, quello di Del Neri, non ancora pronto per rivivere i fasti di Vialliana e Manciniana memoria, come invece qualcuno voleva far intendere con troppa non curanza. Lo stesso Milan è involuto rispetto alle ultime stagioni. Pesano le partenze di Paolo Maldini (addio al calcio dopo 24 anni di rossonero) e di Kaka (ceduto per troppa ingordigia di denaro); pesano la vecchiaia di Gattuso e la discontinuità di un certo Pirlo, non più garanzia di un tempo. In avanti il solo Inzaghi, se non adeguatamente supportato, non basta a colmare un deficit offensivo imbarazzante, vista la difficoltà di ambientamento di Huntelaar e l’astinenza di Pato; per non parlare dell’oggetto misterioso Ronaldinho.Il Milan insomma deve svecchiare, urge un rinnovamento, e pure in fretta. Almeno se vorrà ricalcare i tempi fulgidi. Ed a proposito di nobili momentaneamente decadute, non dimentichiamoci della Roma, la cui difesa sembra ancora alle prese con le vacanze agostane: qui il magico Totti (182° gol in A, a -2 da Batistuta) non basta. |di Albertosig - Fonte: www.calciomagazine.net| - articolo letto 147 volte