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2009-09-26

Sincerità: ovvero, un Bari che se promette mantiene...


Se due indizi fanno una prova, diventa quasi ufficiale che il rossoblu non porta un gran bene al Bari versione 2009-10. Le peggiori versioni della squadra biancorossa sono andate in campo, entrambe al San Nicola (e anche su questo bisognerà interrogarsi), contro Bologna e Cagliari.
E se contro i felsinei fu pareggio, senza colpo ferire, stavolta è addirittura una sconfitta, la prima stagionale, e il Cagliari non ruba nulla. Giusto dire, come sottolinea Ventura, che il risultato più giusto era il pareggio (ma siamo sicuri che un pareggio casalingo contro una squadra, non ce ne vogliano i sardi, di seconda fascia, sia il risultato più opportuno da portare a casa?), ma il Cagliari, più vivace, più in palla, più presente in campo, non ruba nulla. Non è un caso che i migliori tra i biancorossi siano stati, per parecchi organi di stampa, Bonucci e, almeno sino al pasticciaccio brutto del gol subito, Ranocchia.
E quindi? E quindi probabilmente si è capito che, bloccando le fasce, si blocca il Bari. Cosa che capirono Parma ed Empoli in serie B, che ha capito Papadopulo, che, ahinoi, ha capito il giovane ma tutt’altro che inesperto Allegri. E’ un Bari che si capisce, e si fa capire dal proprio pubblico, fin dai primi minuti. E’ un Bari che si intuisce subito quel che sarà, se sarà grande giornata o giornata grama, fatta di passaggi sbagliati, di varchi che non si trovano, di spazi intasati. Non è un Bari che ha un cambio di marcia, in corsa, che cresce di livello e intensità nel corso della gara. Che cambia la gara a suo piacimento. Se parte bene, se parte forte, se sarà un bel Bari, lo lascia capire immediamente: due minuti a Palermo, ancora meno con l’Atalanta, San Siro non è un test probante visto l’avversario, eppure anche in quel caso furono i primi, non primissimi, minuti, a chiarire che il Bari in campo c’era. Non è una squadra che promette e non mantiene. O che mantiene senza promettere.
Insomma, il quesito è: è un Bari di facile lettura, per gli avversari? E’ un Bari capace di trovare varianti di gioco quando la prima (unica?) soluzione va a farsi benedire? Troppe volte, contro i sardi, si è tentato il lancio lungo, verso Barreto che, tra le sue doti, certo non ha il gioco aereo. Il Bari, di gente che possa fare la torre per Vitor, ne è assolutamente privo (ah, Caracciolo…). Meggiorini continua a destare più di qualche perplessità, anche se i numeri sembrano esserci: se Marchetti non fosse scattato nel sette alla sua destra, probabilmente tesseremmo le lodi dell’ ex Cittadella e parleremmo del gol più bello della giornata, ma tant’è.
La ricetta, come spesso accade, è il tempo: tempo che non manca, per la crescita individuale di interpreti, come appunto Meggiorini, che al Bari servono. Tempo da dare a Ventura (finalmente una meritata ovazione per lui al San Nicola) per fargli scoprire che esiste una bella fetta di campo, tra una fascia e l’altra. Tempo che il Bari, grazie al cielo e a sei punti meritati e benedetti, possiede. Salvo fornire dograziatamente altri indizi, che sarebbero ben più di una prova.
|di Vincenzo Azzolini - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 148 volte


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