Cassano: "Voglio giocare alla Samp fino a quando smetterò con il calcio"
Antonio Cassano, ai taccuini del quotidiano La Gazzetta dello Sport, ha raccontato passato, presente e futuro della sua carriera, descrivendo la sua esperienza alla Roma, il rapporto con Fabio Capello, la parentesi Real Madrid e il presente chiamato Sampdoria:
"Mi stavo buttando via, ma l'ho capito in tempo. Capello? Gliene ho fatte davvero tante e ho chiesto scusa poche volte, ma con lui devo farlo. Ero insopportabile. Mi ha sopportato quattro anni alla Roma e uno al Real. Se avessi ascoltato anche solo il 30% dei suoi consigli...".
Mi aveva chiamato il Real, la squadra più forte del mondo, come facevo a dire di no. Certo, con il senno di poi è stato un errore. In quel periodo ho fatto tante di quelle cavolate che, tornando indietro, pagherei per non ripeterle. Dico grazie a Marotta che si è preso la grande responsabilità di prendermi. E alla fine credo abbia vinto la scommessa. L'ho ripagato sul campo. Qui ho capito che se uno ha talento, deve per forza abbinarlo al fisico. Ora possiedo una continuità mai avuta in passato".
Se qualcuno a Genova mi ha tradito? Diciamo che ho sentito certe voci... Qualcuno mi ha messo in cattiva luce. Ma Lippi è troppo intelligente per fidarsi di voci non di prima mano. Ogni volta che si riapre il mercato inizia la solita storia, Cassano che va di qua o di là. Lo ripeto, la Samp è la squadra dove voglio giocare sino a quando smetterò con il calcio. Il distacco da Bari fu duro, il giorno della firma con la Roma avevo appuntamento con il presidente alle 9 a Villa Pacelli. Anziché mettermi in viaggio la sera prima, decisi di partire da Bari la mattina stessa alle 8, arrivando là alle 11.30. Da casa m'ero portato in macchina anche il cuscino, arrivando in ritardo nella mia testa pensavo che non mi avrebbero preso...".
"L'Inter? E' una portaerea, noi però possiamo affondarla. Fuori dal calcio ho tre amici: mio cugino Nicola, Mimmo che fa il pizzaiolo a Bari e Antonio, carabiniere a Roma. Nel calcio, dopo tanti pseudo-amici, ora ne ho uno molto speciale, si chiama Marco Materazzi. Ci siamo ritrovati in Nazionale nel 2003 e da allora è nato un rapporto speciale". |di Diego Anelli - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 178 volte