Milan-Bari. A leggerla così, potrebbe essere la classica partita facile. La classica partita buona per riprendersi , per tornare a far punti, per far sfogare lo sterile attacco rossonero di questi tempi. In realtà la storia è ben diversa. Nonostante la sconfitta di misura subita in casa dal Cagliari, il Bari è infatti la grande sorpresa di questo inizio di campionato. Fin dalla prima giornata, quando l’Inter di Mourinho venne imbrigliata dal gioco corale dei bianco-rossi, la squadra di Ventura ha impressionato per l’organizzazione tattica e le soluzioni offensive a disposizione. Non sarà affatto una passeggiata.
L’IDEA TECNICA - I meriti di Giampiero Ventura sono sotto gli occhi di tutti. Giunto in Puglia a sorpresa (il mister uscente Antonio Conte aveva praticamente trovato l’accordo per il rinnovo del contratto, saltato all’ultimo), il tecnico genovese ha ereditato una squadra plasmata su misura per un altro mister ma è riuscito ad adattarla con ottimi risultati alla sua idea di gioco. Detto che se Ventura ha battuto la concorrenza di altri validi allenatori è anche per il progetto tattico molto simile a quello del suo predecessore, all’ex tecnico del Pisa va riconosciuto il merito di aver sfruttato al meglio il materiale a sua disposizione senza patire il salto di categoria. Sono passati esattamente dieci anni da quello splendido Cagliari che, guidato proprio da Ventura, sfiorò l’Europa. Era il Cagliari di Muzzi, Kallon, Mboma, O’Neal. Una squadra decisamente più esperta di questo Bari, che si contraddistingue invece per l’età - media giovanissima della rosa (in particolare della difesa). L’idea di base, però, è la stessa: frequente ricerca delle fasce laterali con cambi di gioco improvvisi, uscita dal pressing con il palleggio e rapidità di gioco in avanti. Visto da fuori, il calcio di Ventura è un calcio molto semplice, quasi scolastico. Alle fondamenta, però, c’è una cura maniacale di qualsiasi dettaglio.
LA FORZA DELLA TRANQUILLITA’ - Sei punti in classifica, frutto di una rotonda vittoria contro l’Atalanta e tre pareggi contro Inter, Bologna e Palermo, consentono al Bari di arrivare a San Siro con la mente sgombra e senza il macigno di dover assolutamente fare punti. Tale invidiabile condizione psicologica permetterà agli uomini di Ventura di scendere in campo alla Scala del Calcio senza le gambe che tremano e con la consapevolezza di potersela giocare, rafforzata dal prezioso pareggio contro la squadra di Mourinho. Finora abbiamo parlato dei punti di forza di questa sorprendente neopromossa. E i limiti? La giovane età, innanzitutto. Se da un lato la sfrontatezza e l’entusiasmo dei giovani si rivela un’arma in più, dall’altro la mancanza di esperienza può rivelarsi un limite nella gestione dei momenti più delicati di una partita o della stagione. Possedere in rosa un elevato numero di giocatori che non hanno mai calcato i campi della Serie A potrebbe quindi essere un rischio perché, a differenza della serie cadetta, questo è un torneo dove la minima disattenzione e il minimo dettaglio sono decisivi. Il secondo limite potrebbe essere rappresentato dalla scarsa propensione al gol dei suoi attaccanti. E’ vero che non più di due giornate fa l’Atalanta è stata strapazzata con un rotondo e spettacolare 4-1, ma è anche vero che al Bari manca quel giocatori in grado di segnare con continuità pesanti gol-salvezza. Il bomber alla Lucarelli o alla Pelissier, per intenderci. Barreto e Kutuzov sono due ottimi attaccanti che possono essere molto pericolosi se la squadra gioca bene, ma possono anche risultare evanescenti nelle giornate in cui i palloni giocabili sono pochi.
IL PUNTO DI FORZA: LE FASCE LATERALI - Il modulo è un classico 4-4-2. Davanti al portiere Gillet, capitano e trascinatore di questa squadra, la coppia centrale sarà composta dai giovani Bonucci e Ranocchia (under 21 di ottima prospettiva, già seguito dal Milan quando giocava nell’Arezzo). I due terzini Andrea Masiello e Salvatore Masiello avranno il compito di dare ampiezza al gioco e sfruttare le sovrapposizioni tanto care a Ventura. In questo senso è molto pesante l’assenza dell’ex messinese Parisi, molto positivo a San Siro con l’Inter. Orfano del metronomo Allegretti, il centrocampo sarà affidato al dinamismo di Gazzi e alle geometrie dell’ex rossoneri Donati, desideroso di rimettersi in gioco in Italia dopo l’esperienza nella Scottish Premiership con la gloriosa maglia del Celtic. Gli esterni offensivi di centrocampo sono l’ago della bilancia della squadra: sarà compito del talento Rivas e del velocissimo Alvarez prendere d’infilata il Milan in uno dei suoi punti deboli, la fase difensiva dei terzini. Davanti giocherà il tandem Barreto-Kutuzov, con l’altro giovane Meggiorini e lo scalpitante Langella armi tattiche da sfruttare a partita in corso. |di Gabriele Pipia - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 164 volte