| Calciomercato | Formazioni ufficiali  | PronosticiCuriosità e statisticheArea TecnicaStorie di CampioniVideo  |  Sport |
 
| Home | Serie A  | Partite di oggiDiretta delle partite | Risultati liveFantacalcio  |  Probabili formazioniCalcio in tvCalcio News |
2009-09-28

De Laurentiis e Galliani i "colpevoli". Lippi, Amauri no


Uno tsunami si è abbattuto sul Napoli, un nubifragio sul Milan. Le riflessioni di oggi non sono influenzate dai risultati di ieri. Un discorso approfondito ed un'analisi serena non possono essere paragonate ad una bandiera che sventola in base alla forza del vento.
A Napoli sono delusi: dalla classifica, innanzitutto, e da un gioco approssimativo senza una propria identità. La colpa maggiore di Roberto Donadoni è proprio quella di non aver saputo dare un'impronta di gioco, sembra di vedere ancora l'ultimo Napoli di Reja, tra confusioni tattiche e cambi sbagliati. Nulla di nuovo, nulla di originale. In tutti questi mesi Aurelio De Laurentiis ha omesso un particolare. Il Presidente ricorda quanto ha investito, ribadisce che il Napoli è De Laurentiis (sacrosanto), ma come mai non ripete più che Donadoni è stata una sua scelta? Il "suo" uomo di fiducia che oggi gli sta bruciando 50 milioni di euro di investimenti. L'errore principale il Mister lo commise quando accettò di allenare subito gli azzurri, nonostante un campionato segnato. Altro errore non aver saputo assegnare un ruolo a tutti i nuovi acquisti. Lo ripetiamo oggi dopo averlo scritto ad agosto: Zuniga non può fare l'esterno sinistro, a maggior ragione se sulla linea di centrocampo. Bisogna sistemarlo sulla destra difensiva ed agevolarlo con il 4-4-2. Così a Medellin, così a Siena. Il calcio non si inventa, sono semplici funzioni da applicare. Cigarini rischia di bruciarsi a Napoli, e non sarebbe il primo. Maggio di Napoli non è il Maggio di Genova, così come il Mannini di Genova non è il Mannini di Napoli. Qualcuno si è chiesto il perché? De Laurentiis ha investito, Marino ha eseguito, ma nel momento in cui il pilota sbanda a destra e sinistra non c'è motore che tenga. Il problema è proprio questo. Aver preso un allenatore senza patente. L'esperienza di Donadoni è stata impreziosita dalla Nazionale, ma sappiamo tutti (anche De Laurentiis?) perché fu fatta quella scelta. Prima il palmares del tecnico del Napoli parlava di Lecco e di un esonero a Livorno.
Tra Napoli e Milan c'è una bella differenza. Chi investe e non raccoglie, chi non investe e non sa più inventare. Calcisticamente parlando, la colpa principale è di Silvio Berlusconi che non ha più voglia di ripianare i buchi di Via Turati. Nel caso specifico, però, Galliani non ha saputo adattarsi ad una crisi che tocca anche il Milan; strano a dirsi. Nessuno ha ancora capito dove siano finiti i 67 milioni di euro che il Real Madrid ha versato per l'acquisto di Kakà? Una parte è stata utilizzata per ripianare il buco della stagione 2008-2009, un'altra parte è stata versata in una famosa casa editrice del Cavaliere che ha registrato negli ultimi 3 anni un passivo del 35%. L'acquisto di Huntelaar si è rivelato approssimativo e non in linea con le esigenze della squadra. Luis Fabiano, per il tipo di gioco, avrebbe fatto più comodo a Leonardo. Il tecnico? Una scommessa persa in partenza. Pato? L'unico ventenne al Mondo che si sente già arrivato. Le difficoltà economiche hanno portato alla valorizzazione di alcuni calciatori del settore giovanile. Ignazio Abate è un esempio di classe e professionalità. Ragazzo con valori alle spalle che ha capito il significato della gavetta, al contrario di Pato. Leonardo, adesso, abbia la capacità di capire che Abate dovrà rientrare nei titolari fissi perché in questo Milan non c'è nessuno superiore a lui in quella posizione del campo. Una considerazione sulla Nazionale. Già è stata più volte espressa da giornalisti ed allenatori ma è giusto che Lippi, questa volta, conti fino a mille. Passi la non convocazione di Antonio Cassano, sempre in attesa di una spiegazione plausibile da parte del C.T. che, ricoprendo un ruolo "istituzionale", delle risposte al Paese le deve, ma non passi la linea Amauri. Convocare un brasiliano vuol dire creare maggiore distacco tra gli italiani e la Nazionale. Lippi, prima della trasferta in Georgia, si è lamentato per il poco attaccamento della Patria nei confronti della Nazionale Campione del Mondo. Lui, con queste scelte, non contribuisce a creare maggiore feeling. Amauri ha scelto l'Italia perché ignorato da Dunga e questa Nazionale non ha bisogno di un attaccante che non vede la porta da circa 7 mesi.
|di Michele Criscitiello - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 199 volte


Calciomagazine.net© - Edizione Sportiva del Periodico L'Opinionista
n. reg. Trib. Pescara n.08/08 dell'11/04/08. Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
tutti i diritti sono riservati - vietata ogni riproduzione anche se parziale