Riavvolgiamo il film contro il Bari...in attesa di Milan-Zurigo.
Un punto d’oro. E tante grazie a Marco Storari. Merito suo se il Milan non ha perso contro l’ottima squadra di Ventura. Se il Bari avesse vinto non avrebbe rubato nulla. Assolutamente. Il Milan non ha ancora un gioco. E’ privo di identità. Vive alla costante ricerca di un rodaggio che tarda a iniziare. Ci spingiamo oltre: al momento non esiste squadra. Intelaiatura di base. Non è solo il gioco sulle fasce che manca nonostante le buone prestazioni di Abate. Qui non c’è fluidità nella manovra. Non c’è spirito di gruppo. Non c’è amalgama. Ognuno recita per sé lontano dal coro. Taluni giocatori sembrano svuotati e fuori ruolo. Pirlo ad esempio. Un po’ centromediano metodista, un po’ trequartista, un po’ ala a girovagare sulla sinistra del centrocampo. Solo confusione. Non ha senso impiegare così male il miglior regista del mondo. La squadra fa troppa fatica ad arrivare davanti al portiere avversario. Gli avanti non incidono, non pungono. Non tirano. Per vedere un tiro in porta del Milan non bastano dieci minuti. Si giochicchia a centrocampo senza costrutto e senza idee. Ci si passa la palla in avanti e all’indietro senza costruire nulla di buono. Di valido. Non si vede pressing. Non si gioca né ci si muove senza palla. Non si verticalizza la manovra. Gli schemi latitano. Le punte o giocano spalle alla porta come Huntelaar, o distanti dall’area di rigore come Pato. La manovra è troppo lenta, farraginosa, poco produttiva.
La cosa che preoccupa è che non si vede gioco d’attacco. Avere preso Huntelaar per farlo giocare così, è stato errore gravissimo. Klaas ha colpe relative. Gioca sempre spalle alla porta, lontano dall’area di rigore. Così è inutile. Il suo gioco è un altro. E’ stato preso per sfruttare i cross in area di rigore. Mica per giocare di sponda o triangolare con il compagno di turno. Non è roba sua. Non ha i piedi buoni per farlo. Nella sua mente tutto questo non esiste. Lui sa fare solo i gol. Di testa, di piede, di rapina. Ma in area di rigore. E’ l’area di rigore il suo terreno di caccia. Così non è giudicabile. Non gioca secondo le sue caratteristiche. Già, i cross: merce rarissima, da noi. Oddo, Zambrotta e Jankulowski non ne indovinano uno che sia uno. Non spingono. Non marcano. Non saltano l’uomo. Di Antonini non si hanno più notizie. L’unico che ci tenta è Abate. Meno male. L’assurdo è che con Huntelaar in campo si gioca palla a terra, con Inzaghi si tentano i cross. Come dire che le belle idee e le belle intenzioni rimangono scritte solo sulla carta. Regna l’incertezza. Le idee sono annebbiate. Noi siamo sempre più convinti che le lacune e gli errori di inesperienza dell’allenatore siano oltremodo evidenti.
Se il Milan non ha un gioco ben valido e delineato, la responsabilità è dell’allenatore che non sa impiegare i giocatori secondo quelle che sono le loro reali attitudini. Le loro potenzialità. Questa squadra ha bisogno di identità. Di punti di riferimento in ogni zona del campo. Di una ossatura ben definita. Leonardo cambia troppo spesso uomini e moduli di gioco. Non ci sembra la ricetta migliore. Il centrocampo viene sempre sovrastato dagli avversari. Pirlo, Ronaldinho e Seedorf si pestano i piedi. Pirlo deve giocare nella sua posizione. Centromediano metodista. Regista classico. Basso. L’azione deve iniziare da lui. Seedorf è l’unico trequartista plausibile per questa squadra. Ronaldinho l’alternativa. A loro il compito di rifinire e dettare l’ultimo passaggio. Pato e Huntelaar le punte. In attesa di Borriello. Pato deve spaziare in lungo e in largo e seminare il panico nelle difese avversarie. Ma lo vogliamo più cattivo, più determinato, più goleador. Lui i gol li sa fare. Che li faccia, allora. Borriello e Huntelaar devono essere i terminali offensivi. Il loro compito deve essere quello di svettare in area e fare gol. Devono catapultarsi nel cuore delle difese avversarie e tirare da tutte le posizioni. Devono trascinarsi in avanti i difensori avversari attaccati alle loro magliette. Ciò è nelle loro potenzialità. Non devono giocare di fino o spalle alla porta. Non ha senso. Devono tirare in porta. Segnare. Fare gol.
Il vero problema di questa squadra sono gli esterni. Ecco perchè il gioco di Leonardo né si vede né si vedrà tanto agevolmente in futuro. Non abbiamo gli esterni adatti. Questa squadra è stata costruita male. Si è pensata una cosa e se ne è fatta un’altra. Abate a parte, il resto è mediocrità. Visto gli esterni del Bari? Rivas e Alvarez spuntavano da ogni parte. Imprendibili per i nostri terzini. Geniali. Inesauribili. Con gli esterni di Ventura si potrebbe certamente concretizzare il gioco di Leonardo. Con i nostri no. Chiaro. Semplice. Doloroso. L’impressione è che dal 4-3-1-2 immaginato in estate si passi velocemente e in via definitiva al 4-4-2. L’unico schema possibile per questa squadra. Berlusconi e Galliani hanno le loro responsabilità. Il Milan è stato pesantemente ridimensionato e indebolito. Si è pensato solo a risparmiare e a sanare il bilancio. Raggiunto il vero obiettivo, cioè il riequilibrio di tutti i conti, Berlusconi cederà ben presto una fetta importante del pacchetto azionario a un facoltoso imprenditore. Forse straniero. Passo indispensabile per garantire a squadra e Società un futuro economicamente sereno e in linea con le aspettative di tutti. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 185 volte