Dal Cittadella al Benfica, bilancio del quinquennio di Marino
L'era del dg Pierpaolo Marino è ormai finita. Il matrimonio con il patron De Laurentiis era ormai in crisi irreversibile. La soluzione migliore: divorzio, come giusto che sia per ogni coppia di questo mondo che vuole salvaguardare l'armonia di casa (società) e il futuro prossimo dei figli (tifosi). Il colpo di fulmine scoccò il 6 settembre del 2004. Il produttore cinematografico dichiarò di aver ingaggiato il Maradona dei direttori sportivi o meglio generali o per dirla tutta dei tuttologi come qualcuno ha etichettato Marino. Ma non stiamo qui a valutare la figura del dirigente avellinese ma il suo operato perchè è quello che interessa all'universo azzurro. La sua gestione è assolutamente opinabile, lo stesso Marino lo sa, ha espiato i suoi peccati monocratici soltanto adesso, nel momento in cui il suo mandato azzurro è terminato. Non si sa dove penderà la bilancia tra errori e le mosse giuste ma anche qui il tempo sarà galantuomo.
SILENZIO STAMPA - A tratti monarchica e quasi patriarcale, la scelta del silenzio stampa perenne è poco condivisibile. Utile nel proteggere gli azzurri nei momenti difficili, controproducente quando il Napoli viaggiava a gonfie vele. Fatto sta che per una società che fa dei diritti d'immagine il proprio credo, il gioco del silenzio si è rivelato un'arma a doppio taglio. Anche perché quel silenzio è stato la causa dell’implosione dello spogliatoio azzurro lo scorso anno, e la causa dei continui interventi dei procuratori degli scontenti, unico escamotage rimasto ai giocatori, i quali, zittiti con la forza, volevano far sapere ai tifosi le loro ragioni. Un silenzio spezzato soltanto nelle pochissime partite degne di essere chiamate tali. Facile parlare nel post vittoria contro l'Inter o la Juventus osannando il Napoli come una squadra fortissima, e ancor più semplice esaltare i tanto criticati “acquisti argentini” dopo buone, ma sporadiche, prestazioni. Il nulla, invece, nei casi in cui c’era da esporsi alle critiche per delle scelte di mercato e di gestione discutibili. Un professionista senza mezze misure. Per la serie: o con Me o contro di Me (Sapientone).
SCELTE ORGANIZZATIVE - Pro: La carenza degli impianti sportivi sia in città che in provincia in zona lasciavano poche chanches: il Napoli ha scelto la sua casa lontano dalla città e dai suoi tifosi in quel di CastelVolturno all'Holiday Inn. Il centro tecnico casertano è diventato il quartier generale azzurro, pietra miliare sulla quale il Napoli costruito la risalita dalla Serie C alla Serie A. Scelta azzeccata ma poco gradita ai supporters partonopei, che avrebbero voluto esternare il proprio amore senza impedimenti logistici. Contro: Ciò che non va a livello organizzativo riguarda il settore giovanile. L'ex responsabile della "cantera" azzurra Beppe Santoro con i pochi mezzi a disposizione ha compiuto autentici miracoli. Essendo stato Pierpaolo Marino il responsabile in toto di tutta la sfera azzurra avrebbe dovuto accelerare la costruzione di una cittadella azzurra dove crescere e coccolare talentini sfornati dal panorama calcistico vesuviano. Una piccola Formello per intenderci, invece gli azzurrini sono stati costretti a vagabondare tra i campi dell'hinterland napoletano, con costi di gestione che hanno pesato come un macigno sul budget dell'intero settore giovanile. Il settore giovanile ancora oggi non dispone di una palestra di proprietà. In questi anni gli azzurrini si sono allenati fuori sede e calcolando le quote mensili dettate dall’impianto per il totale dei ragazzi la somma finale ci porta ad una semplice conclusione: con questi soldi il Napoli avrebbe potuto disporre di una palestra quasi all'avanguardia. La politica al risparmio in questo caso non ha dato frutti sperati. La stessa politica ha colpito anche la formazione Berretti che partì alla volta di Milano per la finale scudetto in pullman sobbarcandosi moltissime ore di viaggio.
TETTO INGAGGI - è stata una sua idea. Ha dato i suoi frutti fino ad un certo punto della storia contemporanea del team ma successivamente gli ha tarpato le ali. Per costruire una grande squadra servono grandi giocatori e nel calcio moderno i grandi campioni vanno pagati. Politica che sarà rivista dal patron De Laurentiis, come ha dichiarato ieri Marino in conferenza stampa. Nelle intenzioni del massimo dirigente azzurro infatti, c’è la volontà di far sollevare per sempre il Napoli dal limbo della mediocrità attraverso l’acquisto di grandi campioni.
GESTIONE DELLO SPOGLIATOIO - Pro: Ha protetto gli azzurri nei momenti difficili smorzando le critiche e difendendo tutto e tutti a spada tratta. Il dg ha letteralmente chiuso fuori a chiave (permettete la battuta) tutti coloro che potevano minare uno spogliatoio giovane e inesperto. Contro: Come con la stampa, anche con il gruppo non ha avuto parità di trattamento, tanto da elargire “troppi” permessi nei confronti degli argentini "Nottambuli". Automaticamente il gruppo si è spaccato e il tutto si è ritorto contro. Altro problema per il dg sono stati gli scontri frequenti con vari calciatori passati in questi anni per Napoli. Chiedere a Scarlato, Mora, Dalla Bona, Bucchi, Blasi, Mannini etc etc. Infine le sue ingerenze tecniche (da tuttofare) molte volte hanno portato a strafalcioni, ma la responsabilità è sempre caduta sul mister accondiscendente.
BILANCIO - La sua più grande vittoria. Napoli sempre in utile di esercizio nonostante gli acquisti sbagliati. Inversione di tendenza se consideriamo le sciagurate gestioni societarie dell'epoca pre fallimento. INGAGGI - Nota dolente della sua gestione. La legge del quinquennale ha pochi pro e molti contro. Pro: si è salvaguardato il patrimonio del club adeguando anno per anno il contratto dei gioiellini per far si che non andassero nel cosiddetto periodo non protetto, cioè gli ultimi due anni di contratto in cui i calciatori potrebbero accasarsi altrove attraverso il pagamento di penali. Contro: contratti lunghi ed onerosi a calciatori mediocri. Esempi lampanti sono Bucchi e De Zerbi ancora nel libro paga del club. Inspiegabile la vicenda Dalla Bona: giocatore e milioni bruciati.
MERCATO - Pro: E’ fuori dubbio che Marino è stato, ed è, uno dei migliori scopritori di talenti che ci sono in Italia. Nella sua gestione partenopea ha compiuto delle vere e proprie prodezze sul mercato sin dai tempi della serie c. L’elenco in ordine cronologico comincia da Calaiò che dopo i primi sei mesi in chiaro scuro ha praticamente portato il Napoli in A con i suoi gol. Bogliacino, Iezzo, Montervino, Amodio, Sosa, Trotta. Tutti calciatori acquistati in serie c e tornati utili anche per il sorprendente campionato di serie b vinto alla grande. Anche nell’anno della b gli acquisti di Domizzi e Cannavaro hanno messo una pietra miliare su quella difesa che anche in massima serie, a sprazzi, è stata una delle migliori. Il massimo splendore però è stato raggiunto con i primi tre acquisti della serie a. Hamsik, Lavezzi e Gargano sono tutt’ora le plusvalenze d’oro del Napoli e fiore all’occhiello di Marino nei suoi anni a Napoli. Quagliarella, Campagnaro e Cigarini sono forse gli acquisti migliori dell’ultima tornata di mercato, ma per stessa ammissione del dg sono stati fatti con la collaborazione di Donadoni e De Laurentiis. Contro: Gli errori di Marino sul mercato cominciano subito, nel primo anno di c, quando sceglie di concludere acquisti prospettici (Pià, Calaiò) invece di puntare sui volponi di categoria. Fu così che il Napoli perse la finale play off proprio contro l’Avellino che a gennaio 2005 acquistò Biancolino autore di 10 reti (una nella finale prorpio in Irpinia) e aveva in rosa giocatori esperti come Riccio, Ametrano, Cellini, sicuramente semi-sconosciuti ma utili alla causa. Dopo l’agevole campionato vinto in c, senza concorrenti, l’anno seguente il direttore aveva il compito di allestire una rosa competitiva per il campionato di b più difficile di sempre. E i colpi sono Bucchi e De Zerbi che però si riveleranno entrambi acquisti sbagliati nonché strapagati (750mila euro a stagione). Poco utilizzati da Reja e oltretutto quasi inutili visto che la coppia d’attacco titolare di quell’anno era Sosa-Calaiò. Ancora oggi sono entrambi sottocontratto con il Napoli (come Dalla Bona). In serie a poi, complice il tetto ingaggi e i non idilliaci rapporti con i napoletani, Marino ha perso molteplici occasioni: Foggia, Cassano, Cannavaro, Cruz, Milito, Thiago Motta, Lodi etc etc. Al posto di questi calciatori, si è andati alla ricerca del colpo “alla Lavezzi”, facendo purtroppo continui buchi nell’acqua, come nel caso di Denis, Navarro, Datolo, Hoffer. Per anni il Napoli è stato orfano di un esterno sinistro e di un regista. Per anni il buon Reja ha fatto di necessità virtù adattando in quel ruolo Savini, Mannini (a sinistra), Gargano, Bogliacino, Blasi (in cabina di regia). Ancora oggi il Napoli è alla ricerca di un esterno sinistro… Altro “neo” della gestione Marino sono state le cessioni. Il dg infatti a causa dei contratti lunghi e onerosi fatti sottoscrivere, in cinque anni non è riuscito a vendere tutti i calciatori in esubero. Ad oggi ci sono in prestito tanti giocatori di proprietà del Napoli che soltanto allo scadere dei loro contratti non graveranno più sulle casse azzurre. Le poche cessioni riuscite non sempre sono state ponderate abbastanza, come quella di Garics ad esempio, che lo scorso anno dopo l’infortunio occorso a Maggio poteva tornare utile. O come quella di Savini che con la contemporanea indisponibilità di Mannini (di cui si sapevano i problemi con il Tas) e Vitale, lo scorso anno, a tratti, ha obbligato Reja a schierare Grava a sinistra. Per finire, le cessioni di Mannini e Blasi, ancora oggi sono un vero mistero irrisolto…
Il nostro lungo viaggio nel regno di Pierpaolo Marino è giunto al termine. Ora comincia una nuova pagina per il Napoli, un futuro diverso ma non meno roseo. Probabilmente la piazza lo ricorderà più per gli acquisti toppati che per la cavalcata dalla C alla serie A. Ma come ogni uomo che si batte per la causa merita gli onori del caso e il degno saluto dei partenopei per aver preso il timone del calcio Napoli nel momento più buio della sua storia. |di Salvio Passante e Fabio Cimmino - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 182 volte