Pippo Maniero: "La Samp è prima per propri meriti, sognare non costa nulla..."
Filippo Maniero è stato un autentico bomber di razza capace di farsi voler bene da ogni tifoseria che ha avuto il piacere di innamorarsi dinanzi all’industriale numero di reti messe a segno in giro per l’Italia. Ha contribuito al rilancio del Padova nel calcio che conta, ha giocato in grandi squadre come Sampdoria, Parma e Milan, è diventato la bandiera del Venezia, ha partecipato alla ricostruzione del Palermo firmata da Zamparini. Sampdorianews.net lo ha intervistato in esclusiva, per avere le sue impressioni sulla sfida tra due sue ex squadre, Sampdoria e Parma:
Pippo, è passato quasi un anno dalla nostra prima intervista. Come sta procedendo il tuo cammino verso la carriera come allenatore?
“Sono ancora a casa, ho preso il patentino di terza categoria, l’anno prossimo cercherò di prendere quello di seconda. Attualmente sto ancora giocando in Promozione nella Piovese, la squadra del paese dove sono nato, a giugno vedrò come muovermi. L’ultimo anno in Italia ho giocato nel Torino, avevo il contratto per un altro anno, ma la società fallì e mi sono ritrovato a casa. Ho risposto alla chiamata dei Rangers di Glasgow, sinceramente ancora oggi mi chiedo come mai mi abbiano cercato, dato non fui mai preso in considerazione, nonostante gli impegni fossero tantissimi tra campionato, Champions, coppe nazionali. A fine ottobre andai via, fino a gennaio non potevo essere tesserato, ero demoralizzato per come era finita l’ultima esperienza e mi tormentavano le condizioni del ginocchio, avevo 33 anni e ho detto basta al calcio professionistico, ora gioco tra i dilettanti, fu una mia scelta, non ho rimpianti, non ho più ricevuto offerte, la situazione ti fa riflettere, ho riflettuto e se qualcuno mi voleva, sapeva come trovarmi, non volevo andare a fare carità al termine della mia carriera”.
Che effetto ti fa vedere la Sampdoria in testa alla classifica?
“Molto positivo, a Genova ho vissuto un anno bellissimo, uno tra i posti dove mi sono trovato meglio come città, squadra e tifoseria, fu un anno importante, venivo dal Padova, la Samp era la mia prima grande squadra, un’emozione indescrivibile. La società si merita il primato , ha lavorato benissimo soprattutto con i giovani, il campo ti dà ragione nel tempo. Il fatto di aver raggiunto l’anno scorso la finale di Coppa Italia dimostrava come la squadra fosse compatta, unita. Forse si sta andando anche al di là delle aspettative, ma se si trova in quella posizione, non è per il caso, ma per propri meriti”.
A quale traguardo può ambire la truppa di Del Neri?
“Non deve porsi obiettivi, deve farsi trasportare dall’entusiasmo senza nulla da perdere. Il primato genera responsabilità, la squadra è consapevole di non essere al livello di Inter e Juventus, ma gioca con la massima tranquillità, sono convinto che possa ottenere grandi risultati, anche insperati, come dimostra il successo contro l’Inter, la squadra ha giocato a viso aperto, alla pari contro una grandissima squadra, trovando alla fine il guizzo vincente. Un mio pronostico? Se continua a giocare così, il quarto posto ci può stare, sarà difficile, il campionato è lunghissimo e le concorrenti non mancano”.
Cosa ha rappresentato Parma nella tua carriera?
“Un po’ come la Samp. All’epoca a Parma giocava gente del calibro di Buffon, Thuram, Cannavaro, Crespo, Chiesa, una marea di giocatori che non hanno bisogno di presentazioni. Mi sentivo in un sogno, l’anno prima li vedevo in tv, l’anno successivo giocavo e mi allenavo con loro, era la realizzazione di un sogno. Non ho giocato molto, ma sono comunque riuscito a dare il mio contributo, ero l’alternativa a Crespo e Chiesa, un ruolo che mi andava più che bene, ho segnato goal importanti e mi sono tolto belle soddisfazioni”.
Il Parma può andare oltre ad una tranquilla salvezza?
“Come qualunque neopromossa deve raggiungere la quota salvezza prima possibile, forse può puntare a cosa di più, ma, a differenza della Samp che vanta un gruppo collaudato, il Parma ha cambiato moltissimo e i suoi giocatori hanno bisogno di maggiore tempo per conoscersi. Guidolin ha a disposizione giocatori di qualità e di categoria, la sua squadra, fatta eccezione per la gara contro il Cagliari, ha cominciato alla grande, non è all’altezza della Sampdoria, ma può raggiungere con tranquillità l’obiettivo della salvezza”.
Che Sampdoria – Parma ti aspetti domenica?
“Sarà una gara dura soprattutto per il Parma, perché a Genova c’è grande entusiasmo e la Samp è al massimo delle proprie condizioni fisiche e mentali. La Samp è superiore, non me ne vogliamo i miei amici di Parma, ma in campo non si può mai sapere, i gialloblu hanno giocatori di qualità con i quali può succedere di tutto, ma credo che, nell’arco dei 90’, la Samp possa avere la meglio”.
Che idea ti sei fatto sulle mancate convocazioni di Cassano e Pazzini in Nazionale?
“Non entro nel caso specifico, ma da tanti anni ben pochi giocatori di squadre meno blasonate vengono convocati in Nazionale, è capitato anche a me quando segnavo ogni domenica a Venezia, non fui mai considerato. Se giochi in una squadra blasonata, vieni spesso convocato anche se giochi poco e segni con poca continuità, non è una cosa normale, ma è ormai la routine, purtroppo si guarda prima alla squadra dove militi, poi al campo, anche in serie B ci sono molti bravi attaccanti, ma non succede mai che vengano chiamati. Per Cassano e Pazzini mi spiace molto, stanno meritando di giocare in Nazionale. Se Cassano paga il suo passato? Basta, non si può più andare all’indietro, bisogna guardare al momento, adesso Cassano può fare la differenza in azzurro, allora va convocato, questo è il mio pensiero, ma è il Ct a fare le scelte, la testa è sua ed è una sola”.
Hai l’occasione per rinnovare i saluti ai tifosi blucerchiati e ai sempre più numerosi lettori di sampdorianews.net
“Un saluto affettuoso, a Genova sono sempre stato accolto alla grande e mi hanno trattato benissimo, ho avuto un bel rapporto con i tifosi. Auguro tutto il bene possibile sia a loro, che alla squadra. Sognare non costa nulla, allora sognate, magari mi risvegliate come tanti anni fa con lo Scudetto, come ai tempi di Vialli e Mancini, ve lo auguro di cuore”. |di Diego Anelli - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 162 volte