Bari-Catania 0-0: biancorossi bravi solo in trasferta
Il Bari ha tolto la maschera. In molti si chiedevano chi e cosa fosse realmente questo Bari, squadra capace di affrontare i campioni da campione e scontrare i piccoli da piccola. Doverosa precisazione: il Bari per l’ennesima volta non perde, pareggiando una gara difficile contro una compagine venuta in Puglia a non concedere niente, nemmeno un misero metricino ai ragazzi di Ventura. Ok, giusta considerazione, ma la realtà è un’altra. Ai tanti che si chiedevano cosa fosse davvero questa squadra posso dare una risposta: i biancorossi sono una gradevolissima squadra che esprime il meglio di se stessa principalmente in trasferta, a prescindere dagli avversari. Una squadra che, viceversa, davanti al proprio pubblico diventa meno spavalda e sbarazzina. Come contro il Bologna prima e il Cagliari dopo, anche contro il Catania dimostra e mette in evidenza i suoi attuali limiti, sia tecnici che tattici. Chiamata a fare la partita, il galletto, se fronteggiato a dovere, va in difficoltà. Sì, grosse difficoltà. Per fortuna non parliamo di difficoltà difensive ( anche perché il pacchetto arretrato di mister Ventura è, senza ombra di dubbio, tra i migliori dell’intera Serie A). Le difficoltà per il Bari si chiamano gioco e idee. Se gli esterni non rendono, la squadra va in tilt, non riuscendo a creare alternative per mettere in difficoltà gli avversari. Si gioca in una sola maniera: palla al laterale che da il via alla ripartenza veloce; se il laterale non è in giornata e sbaglia o perde tutte, o quasi, le palle che gli capitano tra i piedi, la giostra Bari finisce di giocare.
Il Catania fa bene il suo mestiere, presentandosi in campo determinata ha scardinare le giocate biancorosse. E ci riesce anche, e il Bari, come detto, fa tilt.
La gara non decollerà mai, vivendo i suoi maggiori sussulti in poche e sfortunate situazioni che hanno visto protagonista, a turno, Kutuzov, Barreto e Meggiorini che, in momenti diversi della gara, hanno sprecato occasioni d’oro per portare a casa i tre punti. Rivas e Alvarez, come sempre larghi sulle fasce ad ampliare il raggio d’azione del centrocampo di Ventura, hanno vissuto una domenica che certamente non andranno in giro a raccontare. Donati e Gazzi, lodevoli per grinta e determinazione, non riescono mai a imbastire trame pericolose. E tutto ciò perché il Bari viaggia con un solo copione: quello che recita 4-2-4, gioco sulle fasce e ripartenze fulminee.
Come ricorderete di certo, il Bari, nelle sue prime trasferte in questo campionato, non ha fatto altro che belle figure e grandi partite, giocate perfettamente alla pari con squadra sulla carta nettamente superiori. Perché? Perché non ha avuto il peso e l’onere di fare gioco, di iniziare lei l’azione. Ha goduto di spazi maggiori dove infilarsi con le sue ripartenze. Attenzione, non sto dicendo che il Bari non ha gioco e che l’unica cosa che sappia fare è l’ombrello con buoni contropiedi veloci. Il Bari esprime, a fasi alterne, uno dei giochi più simpatici e divertenti del nostro massimo campionato. Questa la dice lunga sulla qualità e la caratura tecnica del gruppo a disposizione di Ventura. Un gruppo, però, a cui manca forse qualcosa per trasformarsi da matricola talentuosa a rivelazione sorprendente. Secondo il mio modesto modo di vedere le cose credo che alla squadra, ad oggi, manchi un vero centroavanti. E non dico centravanti solo per l’eventuale numero di gol che potrebbe garantire. Dico che manca la punta perché la punta garantirebbe a Ventura altre soluzioni, regalerebbe all’ex tecnico del Pisa nuove vie per arrivare nelle aree di rigore avversarie. Un’attaccante di categoria, che può sicuramente dare la possibilità a tutta la squadra di appoggiare i capovolgimenti di fronte su di lui, con dei lanci belli mirati. Oggi invece il Bari è costretto a fare melina a metà campo. Se la squadra non è in giornata, se gli avversari trovano le giuste contromisure al gioco biancorosso, i giocatori del Bari si ritrovano a gestire palla senza trovare idee e soluzioni per inventare qualche buona giocata.
Domenica c’è il Chievo di Mimmo Di Carlo. Questa si che è una bella squadra. Tra le piccole, e non me ne voglia nessuno, sin qui incontrate, probabilmente la squadra veronese è quella più forte e preparata. Ci vorrà un grande Bari, ma soprattutto ci vorrà un Bari arrabbiato e determinato a vincere la partita. Mister Ventura incomincia a diventare il nuovo Mister X della Serie A, avendo collezionato già cinque pareggi su sette partite. Poi la gara contro i gialloblu sarà in trasferta, habitat naturale di questo Bari attuale.
La cosa più saggia da fare adesso e sostenere Ventura e i suoi ragazzi, con la certezza che nel prossimo futuro si potrà godere di un squadra che sappia sì non perdere in trasferta, ma che soprattutto sappia vincere al San Nicola, vero campo di raccolta verso la salvezza e la riconferma per la prossima Serie A. Le basi per un grande Bari e buon campionato ci sono ancora. Catania non cancella Milano, non butta fango e ombre sulle prestazioni magistrali fornite dai biancorossi a San Siro. Da li si riparte. |di Andrea Dipalo - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 185 volte