Cento anni di Bologna, cento anni di soddisfazioni, di scudetti, di titoli europei, di amore puro, genuino, verso una maglia che negli ultimi tempi è andata incontro anche a qualche delusione ma che sempre e comunque ha avuto l'appoggio della sua tifoseria. Una città che, come dice Alberto Zaccheroni "è un peccato che Bologna non riesca mai a decollare verso traguardi ben più importanti di quelli che affronta oggi. Bologna, anche per la posizione geografica ha una grande visibilità, peccato non riesca a fare campionati, non dico da champions, ma per la Uefa una piazza come questa dovrebbe esserci". E' stata una bella festa, ottimamente organizzata in ogni minimo particolare da parte dell'attuale dirigenza e grande è stato l'afflusso della tifoseria al Dall'Ara per stringersi attorno alla squadra del cuore. I più applauditi sono stati Baggio, Signori, Paramatti, Nervo, Andersson e Pagliuca, entrato in campo con il figlio. Il divin codino ammette "Sono felice di essere qua, l'anno a Bologna è stato il più bello della mia carriera. Potevo tornare ma andai a Brescia perchè più vicina a casa mia". Poi Mancini "Questa città mi è rimasta nel cuore, arrivai qui a 13 anni, sono stato fortunato. Ai tempi non ci si poteva opporre alle decisioni della società e mi cedettero". Poi tocca ad Ulivieri: "E' stata una grande emozione ritrovare i miei ragazzi, una gioia immensa" e Tarozzi "Avevo promesso che avrei reindossato la maglia del Bologna. Non ho potuto farlo in campionato ma l'ho fatto questa sera. Ringrazio veramente tutti per l'invito, è stata una occasione per rivedere tanti miei ex compagni, una emozione fantastica e una grande organizzazione". Ancora, De Marchi "è stata una emozione enorme, indimenticabile, ho rivisto i miei ex compagni di squadra, giocatori che hanno sudato su questo campo. Davvero una emozione unica, è stata una bella festa". C'è anche il momento per Kennet Andersson di segnare la rete del vantaggio del Bologna in bianco, e per caricarsi sulle spalle come ai vecchi tempi, Igor Kolyvanov ("amo tutti i bolognesi"). Kennet porta i saluti di Ingesson che voleva essere presente alla grande festa ma per decisione del suo Dottore non è stato possibile. Klas sta meglio, la curva lo saluta con uno striscione "Siamo tutti con Klas". Poi, Pecci, Brioschi, Tarantino, Marocchi, Cabrini, Luppi, Troscè, Di Già (e tantissimi altri), il Bologna dello scudetto del 1964 fino a Giuseppe Baiocchi, 87 anni, il più anziano tra gli intervenuti. Un saluto anche a Giacomino Bulgarelli, bandiera di sempre, scomparso proprio nell'anno del centenario e con lui, Angelo Schiavio attaccante indimenticabile. Poi un ricordo per Niccolò Galli e Giuseppe Campione, mancati prematuramente. Alla fine della serata tocca a Lady Menarini fare le veci di padrone di casa, e qua partono fischi da parte della curva e gli applausi della tribuna. Fuori luogo i fischi, si festeggiava la storia del Bologna, i cori "noi non siamo amici di Moggi", oggi proprio non avevano ragion d'essere. Si conclude con i fuochi di artificio e si festeggiano cosi i primi cento anni di storia del glorioso Bologna che "tremare il mondo fa". Buon compleanno Bologna, ti amiamo. |di Mario Sacchi - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 159 volte