Siamo stati umiliati, inutile girarci attorno.
Un Palermo che aveva vinto, a fatica e con molta fortuna, solo la prima di campionato, ha trovato la sua serata di gloria battendo più nettamente di quanto dica il punteggio, una Juventus davvero irriconoscibile, così brutta a vedersi che penso di peggio non potrà più fare per il prosieguo della stagione.
Gara dall’andamento quasi monocorde, bianconeri incapaci di manovrare, pur avendo avuto a lungo maggiore possesso palla, rosanero dal canto loro molto compatti e abili a ripartire in velocità, sfruttando molto il movimento per vie esterne di Miccoli e Pastore (giocatore da tenere d’occhio, tenuto conto che ha solo 20 anni), che non hanno mai trovato efficaci chiusure dai difensori juventini, e gli inserimenti centrali di centrocampisti dai piedi buoni come Simplicio e Bresciano, il tutto con la perla di un attaccante come Cavani, che stasera è sembrato di categoria superiore, stravincendo il confronto a distanza con l’ex rosanero, Amauri.
E così non solo è sfumata la speranza di agganciare il primato solitario in vetta alla classifica, ma adesso ci si ritrova terzi, a due punti di distacco dalla coppia di vertice, e a pari punti con la Fiorentina, nostra prossima avversaria, alla ripresa del campionato.
Insomma anche quest’anno è puntualmente arrivata la crisi d’autunno, fuga fallita domenica scorsa, prima sconfitta adesso.
LA TATTICA - Formazione inedita quella schierata da Ferrara, anche se modulo rispettato, ossia 4 – 3 – 1 – 2, a tratti più simile al 4 – 2 – 3 – 1, con Iaquinta più arretrato, quasi in linea con Camoranesi e Diego; dall’altro lato Palermo con un 3 – 4 – 3, teorico, invero con due mezze punte, Miccoli e Pastore, molto vicine alla linea dei 4 centrocampisti, e Cavani unica punta di riferimento.
Inizio scoppiettante, da una parte e dall’altra, ma con il passare dei minuti è il Palermo a rendersi sempre più pericoloso, arrivando ad un passo dalla segnatura con Cavani, ben imbeccato da Miccoli, dopo una azione personale sulla sinistra.
Juventus che soffre a centrocampo, non riesce a ripartire, e prova a scavalcare il folto reparto avversario con lanci lunghi a tagliare il campo, ma spesso si tratta di iniziative velleitarie; avversari invece più concreti, gioco a terra, di prima intenzione, centrocampisti sempre pronti ad accompagnare l’azione e creare superiorità numerica sulle fasce.
Insomma, il vantaggio dei rosanero era nell’aria, quando è arrivato anche a causa di una ingenuità, la solita direi, di Felipe Melo, che non si libera subito di un pallone, lo perde banalmente, palla di Miccoli a Cavani che, appena in area di rigore, lascia partire un bolide sotto la traversa, imparabile per Buffon.
Poco dopo il raddoppio, punizione dalla sinistra, tirata forte e tesa da Miccoli, difesa che dorme e lascia inserire Simplicio a centro, che da pochi passi corregge in rete.
Solo dopo il raddoppio si vede finalmente una Juve più intraprendente in attacco, ma con poche idee, e l’arrembaggio di fine tempo produce poco.
La ripresa si apre con una conclusione di Amauri fuori di poco, che sembra il preludio per la riscossa, ma invece le cose non cambiano affatto, è il Palermo a sfiorare la terza segnatura, più volte, vanno in rete con Cavani nuovamente, ma gol annullato per fuorigioco attivo di Miccoli, sfiorano nuovamente la segnatura con quest’ultimo, grande Buffon a non scomporsi e parare con l’attaccante rosanero praticamente solo e a pochi metri dalla porta.
L’orgoglio della Juventus si ferma sulla traversa colpita da Diego, su punizione, poi la girandola di cambi che di fatto cambia ben poco all’andamento della gara, con il Palermo nuovamente vicino al gol con Miccoli, in contropiede, ma il tiro colpisce il palo.
E su questo palo colpito dai rosanero, ho cambiato canale …
Insomma avevo visto anche troppo per sopportare una Juventus in balia di un avversario che era poco sopra la zona retrocessione.
IL FATTO - Volendo un po’ sdrammatizzare, potrei dire che la Juventus ha perso a Palermo a causa della … mia assenza allo stadio Barbera, dato che, da quando i rosanero sono tornati in A, su quattro incontri disputati, io sono stato presente entrambe le volte in cui la Juventus ha vinto (stagioni 2005 – 06 e 2008 – 09), mentre sono stato assente le altre due occasioni, entrambe conclusesi con la sconfitta dei bianconeri.
Quindi, nel promettere solennemente che la prossima stagione sarò al Barbera, a qualunque costo, anche da “clandestino”, tornando alla disamina seria della gara, mi pare che i limiti che si erano intravisti nelle gare precedenti, probabilmente ben coperti dai risultati, da qualche fondata giustificazione (pareggio a Genova), e comunque dalla manifestazione apparente di mentalità diversa e vincente del gruppo, sono usciti fragorosamente allo scoperto, e a questo punto obbligano a ridimensionare il giudizio sulla forza della squadra e sulle possibilità di successo per questa stagione.
Intendiamoci, la Juventus di quest’anno, se al completo, può essere competitiva, molto competitiva, sia in campionato, sia in CL, ma non sembra poterlo essere, quando deve rinunciare ad alcune pedine fondamentali.
L’assenza di Marchisio ha dimostrato che l’alternativa vista al Barbera, ossia Poulsen, non garantisce compattezza al centrocampo ed equilibrio alla squadra, per cui, in attesa del rientro di Sissoko, e con Tiago infortunato (giocatore che comunque quando sembra definitivamente sbloccato, poi riesce a sfoderare la solita prestazione discutibile), non è possibile schierare il centrocampo a 3, specie se le due punte fanno le statuine, come vistosi ieri sera con Amauri e Iaquinta.
E a quanto pare, Cannavaro per la nostra retroguardia, è più importante di quanto si potesse pensare, visto che la sua assenza è culminata con un calo di risultati dei bianconeri ed una insolità perforabilità della retroguardia, che a ben vedere, essendo rimasta quella della scorsa stagione, dovrebbe essere abbastanza collaudata, o quasi.
Certamente Grosso per adesso si sta rivelando una delusione, quanto si sperava di vedere sulla sinistra, sul piano della quantità e qualità, ancora non si vede, ma si nota una maggiore permeabilità difensiva da quel lato; i centrali difensivi, evidentemente meno coperti rispetto al passato, accusano sbandamenti a volte preoccupanti, di fatto mai sono riusciti ad arginare a dovere gli attacchi del Palermo, e quella che era la loro forza in passato, ossia tenere lontani gli attaccanti dall’area di rigore, adesso è diventato un ricordo sbiadito.
Ferrara però ci ha messo molto del suo, e se ne è già detto a parte.
Ne consegue che la pausa per la Nazionale, sarà utile a tutti per intanto riordinare le idee, per alcuni magari tirare il fiato, e per Ferrara di rivedere un po’ le sue idee su come la squadra deve giocare.
Che può anche rimanere il modulo adottato finora, ma con un supporto ben diverso per le punte, ed una diversa copertura per la difesa.
La verità è che questa squadra non può giocare con due punte più Diego e Camoranesi, uno di questi ultimi due rischia di essere snaturato nelle sue doti tecniche, Diego se non sta a ridosso delle punte, in grado di operare fra le linee, rischia di rimanere emarginato dal gioco e dunque di essere poco produttivo; Camoranesi, se deve curare molto la fase difensiva, a parte certi “colpi di testa” che lo espongono al rischio espulsione, diventa poco lucido e dunque poco incisivo in fase d’attacco.
Non è un caso, credo, che la migliore Juve vistasi finora è stata quella contro la Roma, con la linea di centrocampo composta da Marchisio, Felipe Melo e Tiago, o anche quella contro il Genoa, con Marchisio, Felipe Melo e Poulsen, con Camoranesi trequartista.
Ma non è solo problema di scelte tecniche o di moduli.
Forse si dovrà scegliere anche l’obiettivo principale della stagione, tra scudetto e CL, e dunque pensare il turn over per salvaguardare, diciamo così, la squadra migliore per la competizione delle due che si ritiene di dovere privilegiare come obiettivo da conquistare: insomma, forse sarà il caso di concentrarsi di più sul campionato e meno sulla CL, visto il parco di concorrenti e il loro potenziale.
Con questo non dico di lasciarsi perdere la CL, ma di giocarla al meglio, però facendo in modo di preservare i giocatori che si riterranno fondamentali per il prosieguo del campionato. |di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 188 volte