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2009-10-06

Cinque per il Goal: approfondimento sull'attacco etneo


Pensiero: se il Morimoto visto sino ad ora ha messo a segno ben tre reti, un Morimoto diverso, più cinico, arrabbiato, maturo, quanti gol farebbe?
Sillogismo non perfettamente matematico nella scienza inesatta del pallone, ma che rende bene l'idea.La trasferta di Bari ha fatto emergere parecchi interrogativi riguardo il gioco offensivo.
Primo dubbio, appunto, Morimoto . Sulle spalle del giapponese si regge il peso dell'attacco rossazzurro, è lui sulla carta il Bomber, a lui quel ruolo che fu per tanti anni prima di Lulù Oliveira e poi di Gionatha Spinesi.
Non c'è alcuna discussione sulle sue doti, la rapidità d'inserimento, la velocità d'esecuzione; eppure queste qualità faticano ad emergere, probabilmente perché Morimoto non è una prima punta . Spesso sovrastato fisicamente dagli avversari, anticipato nel corpo a corpo, Taka sembra più adatto ad un ruolo da seconda punta, affiancato da un attaccante forte fisicamente in grado di aprire gli spazi necessari per i suoi inserimenti; ed eccoci a sfiorare il secondo punto, Plasmati.
Alcuni non credono nelle sue potenzialità, altri dicono che è inadatto alla categoria; beh, come lo si può dimostrare vedendolo dieci minuti a partita? Considerando poi che rappresenta l'unica alternativa a Morimoto, quando lanciarlo se non quando Taka non è in stato di grazia? Oppure, riprendendo il discorso di prima, perché non affiancare proprio Plasmati al giapponese? Già, Gianvito da Matera, con i suoi 199 centimetri di prestanza fisica che potrebbero rivelarsi parecchio utili per facilitare le scorribande del ragazzo del Sol Levante.
Arriviamo a Mascara. Sembra parecchio limitato in quella posizione dislocata sull'esterno ; un po' come ai tempi di Baldini, Peppe pare non riuscire a non dare punti di riferimento all'avversario, oltre a trovarsi spesso costretto a compiti di copertura. Per un fantasista per antonomasia come lui, la posizione ideale è quella dietro le punte, a svariare su tutta l'out offensivo alla ricerca del suggerimento illuminante per gli avanti.
Adrian Ricchiuti a volte sembra predicare nel deserto; lui, l'argentino ex-Rimini, è al momento il solo che riesce a scardinare le difese avversarie, a saltare l'uomo, cercare la porta. Insieme a quel lampo di Jorge Martinez visto nella partita casalinga contro la Lazio. Già , il Malaka, il migliore elemento di tutta la rosa a livello di tecnica individuale, ma allo stesso tempo il più incostante. Avere ogni partita un Martinez nella versione “musa ispiratrice” sarebbe manna dal cielo per il gioco offensivo del Catania; un uomo che, se in giornata, è capace di dribblare intere difese, creare superiorità numerica , occasioni da gol per i compagni, divertire e divertirsi. La scossa, ai risultati, alla classifica, dipende molto da questi uomini, le punte di diamante del gioco d'attacco rossazzurro.
Ora la pausa, quindici giorni per riorganizzarsi, correggere gli errori sin qui commessi e stimolare ancor di più quanto di buono visto sin ora.
Auspicando qualche gol in più e qualche erroraccio in meno.
|di Dario Damico - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 184 volte


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