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2009-10-07

Bologna: intervista a Lorenzo Marronaro


La trasmissione radiofonica Tempi Supplementari, in onda su Radio Tau, ha intervistatato in esclusiva per zerocinquantuno, Lorenzo Marronaro, ex giocatore del Bologna con cui ottenne la promozione in serie A e ne fu capocannoniere. Oggi è un Procuratore.
Domenica hai visto il Bologna? Secondo te, come dicono Francesca Menarini e Papadopulo, l'arbitraggio ha influenzato molto il risultato finale?

La partita non l'ho vista, quindi chiaramente non posso dare un giudizio però presumo che sia la Presidente, sia l'allenatore hanno fatto una analisi del genere ritengo che sia quanto meno fondato. E' chiaro però che stiamo parlando di una squadra, il Genoa, che è ben attrezzata. L'ha fatto vedere l'anno scorso con il campionato che ha fatto. Quest'anno siamo sulla falsa riga, sulla stessa strada, quindi il Bologna ha affrontato una signora squadra.

Eri presente alla festa. Puoi darci un parere su cosa ti ha particolarmente emozionato della manifestazione.

Devo dire che è stata una festa ben riuscita, ben organizzata, è chiaro che io posso parlare per quanto mi riguarda, l'aspetto emotivo personale, quando mi hanno presentato. La curva ha iniziato a cantare la canzoncina di quando giocavo, quindi quello è stato un fatto che mi ha toccato personalmente. Li ringrazierò sempre, mi hanno fatto tornare indietro di tanti anni, mi hanno fatto emozionare.

Cosa ricordi del tuo esordio con la maglia rossoblu?

Dal giorno del mio esordio son passati tantissimi anni. Io venivo da Monza, in B ci stavo giocando. Ricordo una cosa piacevole, però le cose che mi sono rimaste più impresse sono nell'anno della promozione perchè oltre chiaramente ad aver coinciso con la vittoria della classifica dei cannonieri, fatto personale molto ma molto importante, ma soprattutto il fatto di aver vinto un campionato. I momenti esaltanti di quella stagione sono quelli che mi rimangono indelebili. E' stato un anno irripetibile.

Sei rimasto nel cuore dei bolognesi non solo per le reti segnate ma anche per l'impegno che ci mettevi.

Credo di si, la gente oltre vedere le belle giocate vuole vedere anche il giocatore che si impegna, che da il massimo, da tutto. Credo di averlo sempre fatto, poi mi capitava di far gol, di sbagliarlo, però penso che sotto il profilo dell'impegno nessuno mi abbia mai rimproverato. E' una mia prerogativa in tutte le cose che faccio, può riuscire bene o meno ma l'impegno è a prescindere e presumo mi abbiano sempre stimato per questa motivazione.

Quel gol contro la Lazio, era un tiro o era un cross?

Assolutamente voluto. E' chiaro che poi c'è una componente anche di fortuna, questo è fuori discussione, però il tiro era voluto. Ho tirato per metterla sul secondo palo. Se ci riprovo cento volte probabilmente non la indovino mai, però l'intenzione era quella di metterla sul secondo palo. Poi è andata sotto l'incrocio dove il portiere non sarebbe mai arrivato. Quell'anno abbiamo giocato molto bene, come squadra, è stato un anno particolare, indelebile, bello, ma sotto tutti i profili, sia in campo e sia soprattutto fuori dal campo, infatti nei due giorni di festa abbiamo ricordato tante situazione che succedevano, all'interno dello spogliatoio, quando andavamo a cena tutti insieme. La mentalità dei calciatori dell'epoca era differente rispetto quelli di ora.

Come giudichi Osvaldo in termini di comportamento e ti rivedi in qualche giocatore della serie A?

Osvaldo lo ritengo un discreto giocatore però presumibilmente lo vedrei con un impegno maggiore, tra virgolette con più attaccamento alla maglia. Lui ha delle qualità sicuramente molto importanti però delle volte fa vedere come se snobbasse un pò la situazione. Io però parlo solo da quelle poche volte che l'ho visto dalle immagini, però da questa impressione, di avere grandi qualità ma di non metterle al servizio della squadra. Per quanto riguarda il giocatore a cui somiglio mi vedo nelle caratteristiche fisiche di Marco Di Vaio. Lui è un attaccante completo, da area, mentre io ero da movimento. Lavoravo molto anche per i compagni invece Marco staziona più dentro l'area. Grosso realizzatore, grande giocatore. Di quelli attuali è quello più simile a me.

Tra i tuoi assistiti chi consiglieresti al Bologna?

Posso dire di aver consigliato un giocatore che adesso è andato in Inghilterra che è Diamanti. L'avevo consigliato prima che lui dal Prato passasse al Livorno. Con i miei assistiti ho un rapporto un pò particolare, credo di essere coerente. Quando c'è da dire bravo lo dico ma quando c'è da dirgli asino sono sempre il primo a dirglielo. Ho un comportamento molto leale, non perchè è un mio assistito devo sempre dirgli che è bravo. Sono sempre un pò restio a fare complimenti in eccesso. Ma proprio perchè avendo fatto il giocatore, mentalmente adesso so che il calciatore si esalta molto facilmente, quindi sono un pò corto nei complimenti mentre sono molto concreto nel far loro delle ramanzine. Diamanti è un giocatore che all'epoca consigliai fortemente ma non fui ascoltato. Era un giocatore che vedevo essere di un'altra categoria.

Zalayeta può essere il partner ideale di Di Vaio? Ricorda un pò la coppia tra te e Pradella?

Io non l'avrei preso Zalayeta. Marco Di Vaio è un giocatore da area nonostante fisicamente non sembrerebbe. E' svelto, attento, rapido, un cecchino. Io avrei preso un giocatore più d'appoggio, anche strutturalmente. Io e Pradella ci completavamo a vicenda, lui forte fisicamente, molto forte di testa, mentre io ero quello che gli girava intorno, gli creavo spazio. Il nostro modulo di gioco era differente da quello del Bologna attuale.
|Redazione Zero Cinquantuno - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 224 volte


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