Sette giornate, sette punti, due vittorie colte in trasferta, e quattro sconfitte, perfettamente distribuite fra mura amiche e non, a cui si aggiunge il pareggio senza reti della prima giornata ottenuto sul campo del Livorno. Un bilancio che dice ancora poco o nulla su ciò che il Cagliari sarà in questa stagione. Dopo le prime gare in cui era palese la poca forma fisica degli uomini di Allegri, la grande partita contro l’Inter, persa immeritatamente, e le due vittorie legittimate con ottime prestazioni sui campi di Bari e Parma, avevano dato l’impressione che i rossoblù si fossero ritrovati e fossero pronti a riprendere il cammino della passata stagione. Per questo la sconfitta rimediata nell’ultima gara in casa contro il Chievo dà l’impressione di essere un vero e proprio incidente di percorso. Con alcuni giocatori a corto di fiato e con di fronte una squadra abile a chiudersi e sfruttare le poche occasioni buone per mettere il naso avanti, il Cagliari si è dovuto arrendere, dopo un primo tempo giocato su livelli discreti. Il gol di Matri poteva far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei rossoblù, ma il pareggio di Marcolini, giunto immediatamente grazie a un gran gol, ha scompaginato i piani e ha reso più difficile la gestione della ripresa. Ora ci sono due settimane di lavoro davanti alla squadra, che dovrà recuperare in questo lasso di tempo una forma fisica tale da potersi esprimere al meglio delle sue potenzialità, e provare subito a far punti con la trasferta di Catania alla quale seguirà l’affascinante impegno in casa contro il Genoa, l’occasione giusta per dare spettacolo e sfatare il tabù Sant’Elia. E proprio la sosta di campionato per le nazionali impone un bilancio su come la squadra si è comportata, reparto per reparto, in questo primo scorcio di stagione.
DIFESA – Il rendimento del reparto arretrato è stato indubbiamente altalenante, anche se i gol subiti sono giunti più per distrazioni dei singoli che per difetti nella lettura delle situazioni da parte del reparto complessivamente inteso. Nonostante le assenze di Pisano e Lopez che hanno costretto il tecnico Allegri a scelte obbligate, chi è sceso in campo ha reso al massimo delle sue possibilità. Fra i pali Marchetti ha dato dimostrazione di sicurezza quando è stato sostenuto dal reparto, mentre ha palesato qualche limite in situazioni di incertezza dei compagni. Le notizie più confortanti sono giunte dal pacchetto difensivo formato da Marzoratti, Canini, Astori e Agostini. L’ex empolese è cresciuto in maniera esponenziale da quando ha sostituito il lungo degente Pisano, prendendo confidenza con il ruolo di terzino e risultando determinante nelle due vittorie a Bari e Parma. Assieme a lui è cresciuto Michele Canini, finalmente impiegato da centrale destro di difesa, che non ha commesso alcuna sbavatura e anzi si è rivelato il migliore del pacchetto arretrato quando è sceso in campo. Confortanti anche le prestazioni di Astori, novello Beckenbauer in continuo miglioramento, per il quale è facile pronosticare un radioso futuro, e di Agostini, il veterano che quest’anno pare essere meno soggetto ad errori rispetto alle passate stagioni e che si spera possa ripetere la splendida annata del 2004/2005, quando, con Arrigoni in panchina, andò molto vicino alla convocazione in nazionale. In stand-by Pisano, che ha giocato solo le prime due giornate, spingendo poco e concentrandosi più sulla fase difensiva date le condizioni fisiche in cui la squadra versava a inizio campionato. Suscitano qualche perplessità le prestazioni del Capitano Lopez, che, anche prima di subire l’infortunio, aveva inanellato una serie di errori non proprio da lui. Deve recuperare serenità, anche perché la concorrenza di Canini e Astori si farà sentire.
CENTROCAMPO – Era il settore che, ad un giudizio ex-ante, destava le maggiori perplessità. La sostituzione di Fini non era e non è cosa facile, ma l’arrivo di Dessena, e le intuizioni di Allegri, paiono poter andare oltre la partenza del sorsese. Dessena è un giocatore diverso dalla mezz’ala senese, più muscolare e meno propenso a tenere il mano il pallino del gioco. Allo stesso tempo però, garantisce più corsa e profondità, e ha tempi d’inserimento che creano notevoli problemi alle difese avversarie. Un legno contro l’Inter, una rete con il suo Parma e tanta corsa. Contro il Chievo era il giocatore più sulle gambe, e i risultati si sono ripercossi sulla squadra. Un Dessena in forma però dà ampie garanzie e interessanti chiavi di gioco. Deve assolutamente tornare sui suoi livelli Daniele Conti, non ancora al massimo delle sue possibilità ma comunque imprescindibile. Bersagliato dagli arbitri, ha collezionato sei gialli in sei partite, fatto che, oltre a renderlo soggetto a frequenti squalifiche, ne condiziona l’atteggiamento in campo. Sta crescendo Lazzari, più continuo nell’arco dei 90’, e determinante nelle due vittorie dei rossoblù. Ma non vanno trascurati Davide Biondini, sempre polmone d’acciaio della squadra di Allegri, e i poco utilizzati Parola e Barone. Il primo a Bari ha sostituito perfettamente Daniele Conti, il secondo è ancora alla ricerca della sua dimensione, tagliato momentaneamente fuori dall’acquisto di Dessena. Cellino l’ha definito “l’assicurazione”, è uomo d’esperienza e saprà dare una mano al gruppo nei momenti critici che ogni stagione presenta. Manca all’appello il croato Brkljiaca. Le pratiche per il tesseramento paiono andare verso la conclusione positiva degli atti, e già a Catania potrebbe essere a disposizione di Allegri. Il tecnico toscano si è detto certo dell’apporto che potrà dare la mezz’ala destra, e nei collaudi infrasettimanali sta verificando la sua attitudine a giocare anche sul lato sinistro del centrocampo. E’ forte fisicamente e ha un’ottima tecnica. Potrebbe rappresentare un’importante variante alla formazione titolare, e il gradimento espresso dal tecnico lo fa presagire. Gradimento mai dato invece per quanto concerne Sivakov, vero e proprio oggetto misterioso della rosa rossoblù.
ATTACCO – “Aspettando Nenè”. Potrebbe essere questo il motto dei tifosi del Cagliari, ancora in attesa di vedere all’opera dal primo minuto il pezzo forte del mercato del Presidente Cellino. Il bomber brasiliano per la verità ha già bussato nel cuore dei supporter con la rete da tre punti siglata a Bari tre minuti dopo esser subentrato a Matri. Fino ad ora Allegri l’ha utilizzato negli ultimi 15’ delle partite disputate dai suoi, preferendo mandare in campo dall’inizio prima Larrivey, poi Matri. Probabilmente si sta attendendo il completo ambientamento, ma il giocatore è forte e l’ha dimostrato al di là della rete siglata, mostrando nei pochi spazi che ha avuto le sue indubbie qualità. Le certezze del reparto si chiamano Cossu e Jeda. Talento da vendere il primo, affidabilità totale il secondo. Il trottolino sardo è stato il migliore fra i rossoblù, non sbagliando una partita e mostrando che, se solo avesse un po’ di confidenza con la rete, non avrebbe nulla da invidiare ai migliori fantasisti del campionato. Il brasiliano ha già messo a segno tre reti, due delle quali dagli undici metri. E’ la cartina tornasole della squadra. Quando gioca bene lui, i rossoblù convincono. Quando, come nel secondo tempo contro il Chievo, il numero 27 è avulso dal gioco, i compagni faticano a trovare il bandolo della matassa. Ottime anche le prestazioni di Alessandro Matri. Paradossalmente il gol è arrivato nel giorno in cui ha sostenuto meno la manovra della squadra. Determinante invece la sua duttilità conto Inter, Bari e Parma. Schierato largo a sinistra, ha costretto prima Maicon a una prova incolore, per poi limitare il gioco dei pugliesi che si esprime prevalentemente sulle fasce con un costante lavoro di difesa e attacco. Poco da dire sull’argentino Larrivey, caduto nuovamente in una crisi dalla quale fatica a riprendersi in maniera proporzionale agli spazi che gli vengono concessi dopo le prime giornate da titolare. La società non manca mai di ribadire la fiducia per “El Bati”, ma la sua esperienza in Sardegna deve per forza di cose prendere una svolta, viceversa verrà ricordato come uno dei più grandi bidoni dell’era Cellino. Le qualità ci sono, manca una predisposizione mentale positiva che l’argentino fatica a palesare. Non è ancora sceso in campo il baby Ragatzu. Ci sarà spazio anche per lui che, appena ristabilitosi dalla lombalgia, inizia a lanciare messaggi ad Allegri durante gli allenamenti, e le tre reti messe a segno nell’amichevole di ieri contro il Selargius sono un trampolino di lancio per l’ottenimento di maggior considerazione. I tifosi sognano una sua esplosione, ma il tecnico sa che un talento classe ’91 come lui và tutelato e protetto. Per questo il suo inserimento sarà graduale e studiato in modo tale da metterlo nelle condizioni di esprimere con equilibrio le sue qualità. |di Niccolò Schirru - Fonte: www.tuttocagliari.net| - articolo letto 179 volte