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2009-10-11

Briaschi:"Ai miei tempi contro le big si passava la metà campo tre volte, oggi ci si gioca la palla"


Pedigree da bomber. Massimo Briaschi è stato uno dei cannonieri più importanti della storia recente del Grifone. Ha vestito la maglia rossoblù in due periodi, dal 1982 al 1984 e dal 1987 al 1990. Attualmente ricopre il ruolo di procuratore, confermando così il suo stretto feeling con il mondo del calcio. Memorabile un suo gol contro la Juventus, che valse al Grifone una prestigiosa vittoria. Proprio in bianconero, poi, ebbe l'opportunità di giocare al fianco di campioni di livello assoluto come Michel Platini e Paolo Rossi. Tra presente e passato, Massimo Briaschi si confessa in esclusiva a Pianetagenoa1893.net

Che impressione ha avuto del Genoa in questa prima fase di stagione?

«E’ una squadra molto forte che dispone di tutti i numeri per centrare nuovamente un piazzamento europeo. In campionato ha disputato ottime gare ed anche in campo internazionale si sta facendo valere. La rosa, inoltre, è molto ampia, ed i ricambi sono all’altezza. In Europa League i margini di errore sono inferiori ma, con la formula a gironi, anche se si perde una partita si resta ugualmente in corsa. E’ il caso del Grifone, sconfitto a Valencia ma ancora con parecchie carte da giocarsi in chiave qualificazione».

Quali sono le principali differenze che nota tra il calcio di oggi e quello dei suoi tempi?

«E’ cambiato praticamente tutto e non è proponibile un paragone. Adesso si gioca a ritmi molto più elevati e l’aspetto tattico si è evoluto. Inoltre, al giorno d’oggi, anche la squadra meno competitiva si presenta a giocare a Milano o Torino cercando di pungere e di creare fastidi all’avversario, mentre noi, quando ci andava bene, superavamo la metà campo tre volte. Anche le idee degli allenatori sono cambiate: ora sono più propositivi mentre una volta ci veniva inculcata la filosofia di limitare i danni e del “prima non prenderle!”. Un motivo esiste: il divario tra squadroni e formazioni di seconda o terza fascia era molto più evidente».

E il ruolo dell’attaccante in cosa è cambiato?

«I movimenti sono più o meno gli stessi ma, cambiando il tipo di gioco, anche i centravanti hanno dovuto adattarsi a certi accorgimenti. Mi riferisco, ad esempio, alla tattica del fuorigioco, oggi molto più esasperata, che induce le punte a fare più attenzione. Oggi, comunque, è più facile giocare in posizione avanzata in quanto quasi tutte le difese si schierano a zona e, se l’attaccante salta il diretto avversario, si trova a tu per tu col portiere. Qualche decennio fa, invece, le marcature erano asfissianti e, anche se avevi la meglio sul marcatore, prima di puntare la porta dovevi ancora vedertela con il libero».

Tra i bomber in attività, chi è quello che vanta le caratteristiche più simili alle sue?

«Non saprei…forse Di Natale…».

In rossoblù ha vissuto momenti molto importanti. Ha un ricordo in particolare?

«Sicuramente la doppietta nel derby della stagione 1982 – ’83. Segnare un gol in una stracittadina è sempre molto difficile, figurarsi due nell’arco di novanta minuti. E poi a quell’epoca la Samp era una signora squadra».
|di Claudio Baffico - Fonte: www.pianetagenoa1893.net| - articolo letto 195 volte


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