Li vorremmo così: un Morimoto in formato Nazionale
Ne ha tutte le ragioni, Takeshi Okada (commissario tecnico della nazionale maggiore nipponica) ad essere entusiasta del giovane Takayuki Morimoto che, sabato 10 Ottobre, nell'amichevole contro la Scozia, ha bagnato il suo debutto come meglio non avrebbe potuto, ovvero mettendo in rete due goal senza nemmeno spingere il pallone.
Sono bastati 34' al giovane giapponese, in maglia numero 28, per cambiare l'esito di una partita noiosetta concretamente instradata verso un pari, scialbo. Basta soffermarsi con più attenzione sulle immagini che raccontano le due reti nipponiche per notare come, entrambe, siano innescate da una giocata dell'attaccante che smistata palla ai compagni, con rapidità da eroe dei cartoon, si catapulta in area per concludere a rete. Vengono fuori così l'autogoal di Berra , nel disperato tentativo di evitare il tap-in di Morimoto, e la seconda rete, propiziata da un gesto tecnico impressionate del nipponico che, in mezza frazione di secondo, riceve palla spalle alla porta e senza guarda si gira concludendo a rete, traiettoria murata dalla gamba di un avversario e rimpallo che favorisce il tap-in di Honda .
Giustificati, perciò, i lusinghieri complimenti rivolti all'attaccante catanese dal commissario tecnico al termine della gara: “Stasera Morimoto è stato eccezionale . Soprattutto nel secondo goal ha dimostrato tutte le sue capacità. Messo in area di rigore ha un peso che non mi sarei mai aspettato.
Proprio così è. Nulla di esagerato o volutamente celebrativo.
Un Morimoto determinato è un Morimoto in grado di fare la differenza , dal pareggio alla vittoria, in soli 34' di gioco. Quello che gli chiede Atzori, in egual misura, su 90', con un potenzialità d'impatto sulla partita quasi triplicata, quindi. Ma perché questo non avviene?
Siamo chiari, numeri alla mano il campionato di Morimoto è avviato verso la doppia cifra qualora proseguisse a marcar reti con questa stessa periodicità ma, è pur vero, che da più partite a questa parte i commenti dalla sala stampa rossazzurra ricalcano poco, davvero poco, quelli proferiti da Okada, sabato.
Quando il tecnico, ed ormai i giocatori stessi, invocano “più efficacia sottoporta”, proprio a questo si riferiscono, alle potenzialità in dote confrontate con quelle mostrate in campo. Il Morimoto ammirato contro il giappone è realmente “l'Inzaghi più tecnico” descritto dal Direttore Lo Monaco, un giocatore che in mente, ovunque si trovi sul campo, ha sempre, solo e comunque l'area avversaria ed il goal. Una macchina sfonda-reti.
E così, su due palloni “nemmeno toccati” , arrivano due goal che al 90% portano la sua firma. Il contraltare lo fanno le occasioni in formato “maxi-offerta” che i compagni di squadra, al Catania, confezionano per lui partita dopo partita ma che, senza dolo però con colpa, non trovano giusta conclusione a rete.
Da qualche tempo, riconoscendo le capacità del giocatore per averle osservate in passato, i tifosi rossazzurri chiedono a Morimoto qualcosa di più di quanto mostrano finora. Un Morimoto versione - nazionale andrebbe più che bene: motivato, arrabbiato, determinato sopra ogni altra cosa a metter in goal qualsiasi pallone. Il Catania ha bisogno di questo giocatore e la speranza è adesso che l'attaccante visto in Nazionale riesca a ripetersi anche in maglia rossazzurra dimostrando che non la casacca della sua Selezione, ma una ritrovata verve agonista ha giustificato simile exploit contro la Scozia.
Se poi, a Morimoto, si accodasse con le stesse prerogative anche Jorge Martinez che, con la nazionale di Tabarez, ha fatto talmente bene da conquistarsi un posto da titolare e tanto è rimpianto dal “maestro” per la sua indisponibilità nel match clou contro l'Argentina; il tutto gioverebbe non poco al Catania.
Dopo aver scoperto il “vero Jorge” , come sottolineo Atzori in conferenza stampa, smascherando il “cugino scarso” (come si definì lo stesso Martinez ad inizio torneo, parlando della sua passata stagione), ecco adesso ricomparire il vero volto di “Banzai” o “Maremoto”, e la ragione di questi dirompenti soprannomi. |di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 159 volte