Totti e Cassano, purtroppo ci sono figli e figliastri. Diego al bivio e derby Milan-Inter su mercato
Premessa fondamentale: non appartengo a quella sparuta (sparuta?) categoria di tifosi contro. Della Nazionale. Quella sparuta (sparuta?) categoria che quando l'Italia perde, oppure viene eliminata, godono dentro. Vergogna. Quando gioca l'Italia sono concentrato e appassionato, lo ritengo un evento con la E maiuscola, partecipo all'inno e mi emoziono. Spero tanto (e tifo) che l'Italia sia ancora padrona del Mondo, nel 2010 in Sudafrica come nel 2006 in Germania contro la Francia. Nel 2006 (vi interesserà poco ma rende l'idea) ero in vacanza in Sardegna quando Grosso mirò all'angolino e ci fece un regalo enorme: in quell'albergo incantevole parlammo di calcio e di mercato per tutta la notte, ubriachi di felicità. Nulla ho contro Marcello Lippi se non fosse che alcuni atteggiamenti sono indisponenti. Ha già deciso di tornare alla Juve, a prescindere dall'esito di Sudafrica 2010, come se la Nazionale fosse un'area di parcheggio: decido io come fare, quando fare, cosa fare. Non accetto che a precisa domanda di Carlo Paris spesso decida di salutare e di andare via, come se fosse suo libero arbitrio non rispondere e sorvolare su un quesito scomodo. Nelle ultime ore Lippi ha sfoderato tutte le sue contraddizioni parlando di Totti. Gli hanno rivolto un paio di quesiti, ha giustamente magnificato le doti di Francesco uomo e di Francesco asso del pallone. Nulla da dire, se non fosse che quando gli hanno parlato di Cassano ha svicolato indignato, ha detto "arrivederci" e si è defilato. Ma è possibile fare figli e figliastri anche in questa occasione? Non si può parlare serenamente di Cassano e spiegare quali sono i motivi che lo portano a sbarrargli le porte della Nazionale. Basterebbero cinque minuti, senza vergogna e con la massima disponibilità. Chiediamo troppo? Assolutamente no. Qui stiamo parlando probabilmente del migliore talento italiano in questo momento. E se uno è il migliore, o tra i migliori, può anche restare a casa (ma sarebbe molto meglio se non restasse) a patto che il cittì – pagato anche per questo – dia mezza spiegazione. Oppure che non la dia soltanto su Totti, ignorando Cassano, facendo quindi figli e figliastri. "I tormentoni mi divertono", ha dichiarato ieri. Non mi sembra. La mia idea, più o meno condivisibile, è molto chiara: se stanno bene, se sono al top, SIA CASSANO CHE TOTTI SONO INDISPENSABILI.
Il campionato di A ci è mancato un po', anzi qualcosa in più. Si riparte con tre-quattro grandi partite, negli occhi il grande Palermo rigenerato da Zenga e il bellissimo momento della Fiorentina che sta rispondendo a tutti i criticoni che avevano bocciato il mercato. Se dipendesse dalla grinta che ci sta mettendo, Mazzarri meriterebbe di scalare la classifica e di trovarsi abbondantemente nella parte sinistra della stessa. Non ci metterà soltanto la grinta, imporrà maggiore ordine tattico, ci farà vedere un Napoli più equilibrato, probabilmente troverà una nuova posizione ad Hamisk. Ma preferisco aspettare prima di giudicarlo. Sono convinto di un altro particolare: siccome con Mazzarri tutti gli attaccanti si sono spesso esaltati (compreso quel Rolando Bianchi molto signorile nella comparsata televisiva di domenica scorsa su Sportitalia), credo che anche Quagliarella avrà numerose munizioni da "sparare". Mi intrigano parecchio le prossime mosse di De Laurentiis: con tutto il rispetto per il nuovo direttore generale, credo sia molto più importante individuare il responsabile dell'area tecnica con delega di mercato tale da poter girare il mondo e individuare talenti degni di quella casacca. La cassaforte aperta di De Laurentiis e l'operatività di un vero uomo-mercato (Bagni o chissà chi) possono fare la differenza e permettere di archiviare le prime (tristi) settimane di campionato.
Appunti sparsi che vi sottopongo. Notando il Diego contro Roma e Lazio e quello più recente, indipendentemente dai problemi fisici che lo hanno condizionato, balza agli occhi la differenza di rendimento. Dipenderà o meno dalla posizione in campo, io resto dell'idea che Diego sia più di un ottimo interprete e non mi lascio condizionare e dalle ultime prestazioni. Piuttosto non capisco cosa abbia fatto di male Cobolli Gigli per essere sollevato dall'incarico: ha interpretato il ruolo di presidente con dignità e serietà, nel momento più nero della storia della Juve, sollevarlo così mi è sembrato ingiusto. C'è un altro Diego, si chiama Maradona, che fatica parecchio ad imporsi come selezionatore. Quando mi chiesero un commento al momento della nomina come commissario tecnico dell'Argentina risposi che, se avesse fatto il trenta per cento rispetto a quanto proposto da fuoriclasse assoluto in campo, sarebbe diventato un ottimo cittì. Quel trenta per cento latita, l'Argentina si gioca tutto nella tana dell'Uruguay, quel tuffo dopo il gol di Palermo al Perù mi ha trasmesso tenerezza. Se è vero che per parlare di ippica non devi essere stato un fantino, è anche vero che se sei stato il numero uno in campo non è detto che lo debba essere per forza in panchina. Auguro a Maradona di smentire chiunque, certo è che alcune scelte da selezionatore mi hanno lasciato di sasso.
Il mercato sottotraccia si sta muovendo e non poco. Mi aspetto una Fiorentina protagonista, grande protagonista, soprattutto se dovesse superare il turno di Champions. Mi aspetto che il Milan, prima di scaricare Huntelaar, si interroghi su un particolare: non sarà un centravanti forse adatto alla serie A, però mai è stato messo nelle condizioni di incidere. E se arrivasse uno tra Toni o Pavlyuchenko resterebbe lo stesso problema: i cross dalla fasce, i cross dalle fasce, i cross delle fasce. L'ho ripetuto tre volte per essere il più chiaro possibile. Beckham in arrivo non può bastare. Mi dicono: ma Adriano sarà del Milan? A gennaio non credo, anche se esistono poche certezze in tal senso. Per preparare bene il Mondiale mi risulta che Adriano voglia proseguire la cura ricostituente in maglia Flamengo, ottimi riscontri. Non chiedetemi più di Pandev all'Inter: ho già dato, ne parlerà quando ci sarà il fotografo per immortalarlo con la nuova maglia. Se partisse Vieira, non credo che l'Inter farebbe soltanto un attaccante a gennaio, proprio il derby con il Milan (destinato ad essere giocoforza protagonista) potrebbe alimentare gli affari di gennaio. Aggiornamento su Spalletti allo Zenit: non c'è accordo completo sullo staff (i russi vorrebbero accontentare al cinquanta per cento le richieste dell'allenatore che pretende di avere tutti gli uomini di fiducia al seguito) e nello stesso tempo don Luciano cerca di capire se il Milan nel prossimo luglio può essere davvero un'ipotesi concreta. Entro fine mese-metà novembre dovrà inevitabilmente prendere una decisione definitiva. |di Alfredo Pedullà - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 194 volte