A quattro giorni dalla morte di uno dei più grandi dirigenti calcistici italiani, nonché primo artefice della Sampd’oro, và in scena allo Stadio Olimpico di Roma Lazio Sampdoria.
Ai più, non può non tornare in mente il match giocato su questo campo solo cinque mesi fa, valido per l’assegnazione della sessantunesima edizione del secondo trofeo italiano.vinto dai biancocelesti ai rigori.
Ma cos’è che unisce in sotto fondo questi due club molto diversi tra loro è la passione che il grande Paolo Mantovani profuse per entrambe, in gioventù laziale per via della sua origine romana, poi doriano, innamorato a tal punto da occuparsene a tempo pieno portando il club ligure a svettare in Italia e in Europa.
Senza considerare poi il travaso blucerchiato che in casa Lazio aiutò a portare a casa trofei vari passando da Mancini a Lombardo, da Eriksson a Mihajlovic o la bandiera laziale Signori a Genova per un’ esperienza poco fortunata.
Oggi molto è cambiato, una classifica al di sotto delle ambizioni del presidentissimo Lotito, un gruppo alle prese con le esclusioni eccellenti di Ledesma ma soprautto di Pandev, la scarsa vena di Zarate più “raton” che mai ed ecco come un club che solo cinque mesi fa rinverdiva fasti nemmeno troppo lontani oggi si trova a barcamenarsi con un gruppo infelice per la situazione generale e con un mister ancora alle prese con il pieno ambientamento soprattutto tattico.
Oltre ai reietti in attesa di trasferimento, e all’infortunato Meghni, l’undici biancoceleste dovrebbe vedere in porta l’uruguagio Muslera, protagonista di un ottimo finale della passata stagione e pienamente riconfermato soprattutto per le sue doti di pararigori.
A protezione dell’estremo laziale ci saranno i soliti quattro in linea con lo stantuffo svizzero Lichsteiner a destra, elemento diligente ma limitato tecnicamente, mentre a sinistra ci sarà Kolarov un cavallo pazzo serbo importantissimo nell’economia biancoceleste.
La coppia centrale vedrà l’enigmatico Cribari, affiancato all’esplosivo Diakitè elemento quest’ultimo in grado di giornate super come di momenti di “ludica follia”.
La mediana vedrà nei suoi quattro elementi il rombo, con il ritrovato Baronio vertice basso, l’inossidabile Dabo interno, con Mauri e Matuzalem ad interscambiarsi nei ruoli di interno sinistro o vertice alto.
Al folletto argentino Zarate, solo un lontano parente di quello ammirato nella passata stagione ma comunque sicuro titolare a dispetto anche dei santi, verrà affiancato il capitano Rocchi, alfiere poco considerato dal grande calcio nostrano ma in grado di trovare la via della rete con una facilità impressionate.
Pronti a subentrare ci saranno i Foggia o i Cruz, per una Lazio che stranamente, sta cerando di ritrovarsi dopo l’esaltante inizio di stagione. |di Alberto Teti - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 159 volte