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2009-10-21

Pro&Contro (dopo la 8° gio): il ritorno alla vittoria


PRO - La prima volta non si scorda mai. Ci ritroviamo qui, gioiosi e col sorriso fra i denti, a commentare la prima vittoria di questa stagione anche se di voci festanti se ne tastano sempre meno sarà forse che dopo qualche anno di militanza in questa categoria c'è chi ha perso gli stimoli, c'è chi comincia a scocciarsi di dover sostenere una squadra che si batte per una “misera” salvezza e c'è anche da tenere conto che le mode cambiano , nel caso specifico sono spesso legate ai risultati.
Vittoria e tre punti vitali per quello che riguarda il proseguo della stagione rossazzurra. Un risultato che ha un valore immenso per lo spirito con cui è stato conquistato anche se, dopo quattro anni, è poco chiaro ai più che è più facile giocare bene contro la Roma che contro il Cagliari. Che queste sono le partite più difficili e più importanti perché la salvezza gira tutta attorno ad esse, dove non si può sbagliare, dove ogni errore può costare caro, dove non si vince perché è stabilito che deve essere così ma solo perché in campo si mette la dedizione, l'anima, il sacrificio e la pazienza necessaria per vincerle.
Non è la prima volta che si vince così e non è mai stato semplice vincerle queste gare, basta guardare gli anni passati, ed il minimo è lodare chi si è battuto in campo per ottenere questo preziosissimo risultato nonostante l'ambiente pesante, la situazione mentale e la stanchezza che pesa sulle gambe per dare vita al forcing finale, lottando fino alla fine, almeno loro .
CONTRO - C'era una volta il Massimino. Basta tornare indietro di qualche anno e notare l'abissale differenza tra ciò che quello stadio, quel tifo, quel clima, erano e ciò che adesso sono.
E' il momento di fermarsi un attimo ed avere l'elasticità mentale di guardare con attenzione la realtà dei fatti ed iniziare il viaggio attraverso una serie di spunti partendo da cosa potevamo essere sei anni fa, in mano a chi eravamo, ed a cosa siamo adesso, ad un progetto che cresce. Continuando a riflettere su come sia difficile “sopravvivere” nel calcio d'oggi, fra bilanci e disparità di trattamenti, e su quanto lo sia per il sud. Su come è stata ridotta questa città da chi non ha avuto né cultura d'impresa né amore per essa.
In tale situazione “drammatica” ci è concesso un solo lusso che si chiama serie A, e lo sfarzo di giocarcela tra i grandi. I lussi purtroppo hanno un prezzo, pensate dov'eravamo quando si entrava a “scapocchio”.
Siamo li e ce la giochiamo tra le grandi questo è quello che conta, bisogna tenerlo ben saldo in mente e chiedersi, dopo aver osservato la realtà, che cosa pretendiamo di più se non un semplice futuro? Non è il periodo di pensare a pretese.
Passano gli anni, cambiano le mode, cambiano i discorsi e gli orizzonti ma è con noi che bisogna fare i conti, con noi. Ritorniamo come prima per preservare questo lusso, noi . Riprendiamo ad essere la componente portante di questa realtà, noi . Perché se è vero che il Calcio Catania siamo noi, noi, mettiamo da parte inutili pretese e pensiamo al nostro futuro e se non ci pensiamo noi…. Al resto ci pensano loro e se noi facciamo il nostro tutto sarà più semplice ed è chiaro che tutto dipende da noi, noi!
|di Seby Maina - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 123 volte


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