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2009-10-21

Pozzi: "Ora alla Samp..lasciatemi sognare"


Nicola Pozzi è approdato alla Samp alla fine del calciomercato; mezza serie lo voleva, Napoli in testa, ma il solito Beppe Marotta è riuscito a strapparlo all'Empoli con la possibilità di riscattarlo il prossimo anno.
La Gazzetta dello Sport ha intervistato il giocatore blucerchiato in occassione del Gillette Future Champion, una rassegna che premia il miglior giovane talento del 2009. Pozzi ha raccontato un pò tutta la sua parentesi calcistica, iniziata quando era bambino e con un presente che si chiama Sampdoria.
"Sono nato con il pallone, quindi mi viene difficile ricordare il mio primo calcio. Del resto se si viene al mondo in una famiglia con un nonno ex calciatore e allenatore e un padre che ha fatto pure il ds, la tua strada è già tracciata. Eppure alla prima scuola calcio (la Santarcangiolese) mi ha portato a 5 anni mia madre, forse stufa che le distruggessi casa con quel pallone che poi mi tenevo stretto anche a letto.
Lì ho ricoperto un po’ tutti i ruoli, anche se essendo più alto degli altri spesso avanzavo e segnavo. A 10 anni sono passato alla Savignanese, un club più prestigioso, a Savignano sul Rubincone, il paese di nonno Corrado, figura decisiva nella mia vita. Quando infatti a 14 anni, dopo aver segnato 30-40 gol a stagione, mi ha preso il Cesena, si poneva il problema di come fare avanti e indietro per gli allenamenti. Mio nonno, che era «malato» di calcio (e di me...), mi accompagnava, seguiva la seduta, preparava la merenda e poi mi riportava a Sant’Arcangelo. A Cesena ho incontrato uno degli uomini decisivi per la mia carriera: Fabio Calcaterra, l’ex difensore dell’Inter. È lui che mi ha fatto giocare con quelli più grandi di un anno o due. Tanto che a 16 anni mi hanno aggregato alla prima squadra di Iachini, in C1, ma la domenica giocavo non con la Primavera, ma con gli Allievi diretti appunto da Calcaterra. La stagione successiva vado in ritiro con la prima squadra e Castori ha le palle di lanciare un 17enne. E’ lì che ho capito che il calcio sarebbe stato la mia vita.
Nel gennaio 2003 mi compra il Milan per tre miliardi. Un sogno, ma anche la prima volta lontano dalla mia Romagna. Vivevo a Milanello e il sabato arrivavano in ritiro i «grandi». Il mio compagno di stanza era tale Paolo Maldini, ci pensate? Era l’anno dell’ultimo scudetto rossonero, con lo Sheva all’apice della carriera e il primo Kakà. Troppa roba per me. Infatti sono finito in prestito al Napoli, finito in C1 dopo il fallimento. Una stagione maledetta per colpa di un problema al ginocchio inizialmente sottovalutato.
La vera svolta nell’estate 2004, quando il Milan mi manda in prestito all’Empoli. In rossonero non tornerò più, ma non serbo alcun rancore. Anzi. Somma mi fa subito esordire in A, segno i miei gol e nel 2006-07 centriamo addirittura una storica qualificazione in Uefa. L’anno successivo Malesani subentra a Cagni e io esplodo: 11 reti in sequenza e sento che sto svoltando. Invece mi distruggo il ginocchio e da +5 sulla zona salvezza finiamo col retrocedere. L’Empoli a questo punto mi riscatta dal Milan, mi faccio un mazzo per recuperare e gioco un buon girone di ritorno, ma falliamo la promozione, perdendo ai playoff con il Brescia. La più grande delusione sportiva della mia vita, anche perché per il club avevo rinunciato alla possibilità di giocare l'Europeo Under 21. La gioia maggiore si chiama invece Cagliari. Il 9 dicembre 2007 segno 4 gol in quella che resta una gara perfetta: cinque tiri, quello sbagliato è finito sul palo. Ora c'è la Samp. Lasciatemi sognare".
|di Alessio Ciarlo - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 184 volte


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