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2009-10-21

Il primo Napoli di Mazzarri tra grinta, tattica e consueti svarioni difensivi


Mazzarri ha raggiunto il primo piccolo obiettivo legato all’esordio sulla panchina azzurra contro il Bologna. Il presidente Aurelio De Laurentiis voleva un Napoli gagliardo e vittorioso ed è stato accontentato. Contro i felsinei si è visto un Napoli grintoso con qualche novità tattica per dare equilibrio alla squadra. Non sono mancate, purtroppo, le consuete sbavature difensive messe in evidenza dall’infortunio di Campagnaro.
La grinta – Non si vedeva un Napoli con tanta voglia di vincere da diversi mesi. Quel grigiore che avvolgeva l’undici azzurro, che ne faceva una squadra apatica e labile dal lontano mese di gennaio, non si è visto contro la squadra di Papadopulo. Il Napoli non si è disunito come il solito dopo il gol di Adailton. Gli azzurri hanno cercato con voglia la porta avversaria nonostante il catenaccio predisposto dal tecnico del Bologna dopo il vantaggio. Nel finale, i ragazzi di Mazzarri hanno saputo leggere il momento della gara cercando il gol con ogni mezzo. L’assist decisivo di Lavezzi a voler pescare una gamba amica azzurra e non, è la fotografia del Napoli arrembante voluto da Mazzarri come primo ciak.
La tattica – Confermato il 3-5-2 con qualche novità tattica rispetto al passato. Anche Mazzarri ha colto subito i limiti della retroguardia del Napoli piazzando Gargano davanti alla difesa. L’uruguaiano era sempre qualche metro dietro rispetto alla linea dei centrocampisti e soltanto nel finale ha superato la linea mediana. Diversa l’interpretazione del ruolo affidato ai due esterni, Maggio e Aronica. L’ex difensore della Reggina indietreggiava subito sulla linea dei difensori quando gli avversari avanzavano e superava di rado la metà campo. Sul lato opposto, invece, Maggio aveva maggiori libertà offensive ed assumeva una posizione leggermente più alta rispetto ad Aronica, alla battuta del portiere avversario. La copertura di Gargano e Aronica ha permesso al Napoli di giocare con due mezze ali. La gara di sacrificio di Hamsik, meno propositivo del solito ma più attento a tenere la posizione, è una nota lieta.
La difesa – Il gioco di copertura di Gargano e Aronica, unito all’atteggiamento difensivo del Bologna, ha attenuato i limiti strutturali della difesa del Napoli fino a quando non è uscito Campagnaro, il migliore del reparto. La retroguardia del Napoli è andata allo sbando senza il difensore argentino. La voglia di vincere nonostante le sviste difensive, l’errore di Di Vaio unito alla bravura di De Sanctis e quella manciata di fortuna che non guasta mai, hanno permesso al Napoli di rimediare, stavolta, alle lacune difensive che vanno colmate a gennaio.
|di Marcello Pelillo - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 145 volte


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