Toccato il fondo. Una Lazio allo sbando ed incapace di reagire viene surclassata dal bellissimo Bari di Giampiero Ventura. I padroni di casa dominano senza soluzioni di continuità, imponendosi con uno spietato e meritato 2-0. Sfatato il tabù casalingo giovedì contro il Villarreal, i biancocelesti si rendono protagonisti di una prestazione disarmante che ha enfatizzato tutte le contraddizioni di una squadra ancora in cerca della sua identità. Letteralmente in preda alla confusione Davide Ballardini che nell’arco della partita cambia per ben 3 volte il modulo, prestando sempre più il fianco alle ripartenze del Bari. Per la Lazio è la terza sconfitta in campionato, dopo quelle casalinghe con Juventus e Parma. Si allunga così, la striscia negativa dei capitolini che non vincono nella massima serie da ben 7 turni (30 agosto a Verona con il Chievo), e restano impantanati nelle parti basse della classifica.
A sorpresa rispetto alle indicazioni della vigilia, il trasformista Ballardini non fa tesoro della svolta tattica osata nel secondo tempo con il Villarreal e ripropone il 4-3-1-2, tanto discusso in questo primo scorcio di stagione. Il forfait di Siviglia lancia Diakitè e Cribari al centro, con Radu e Lichtsteiner esterni bassi. La grande novità è la posizione di Kolarov, che inizialmente si posiziona da interno sinistro di centrocampo, con Matuzalem davanti la difesa, chiamato a fare le veci dello squalificato Baronio, e Brocchi sul centro destra. Mauri scalza la concorrenza di Foggia e si ripropone come trequartista alle spalle dei due eroi di Coppa Rocchi e Zàrate. Il sedicesimo attacco della serie A, quello della Lazio, contro la migliore difesa del torneo (appena 5 gol subiti), guidata dalle rivelazioni Bonucci e Ranocchia. Quello di Ventura è un classico 4-4-2, che deve fare a meno di uno dei suoi punti di forza, l’argentino Rivas, sostituito da Allegretti, esterno riadattato con licenza di accentrare il suo raggio d’azione. Nella zona mediana confermato Almiron al fianco di Donati, con il recuperato Gazzi che parte dalla panchina. In attacco Barreto smaltisce lo stato influenzale e guida il veloce attacco barese in compagnia di Kutuzov. Ne fa le spese Meggiorini che parte dalla panchina.
Per la prima volta dall'inizio del campionato il San Nicola ospita una 'grande' e per l’occasione i “galletti” partono subito con il coltello tra i denti. Al 2’ minuto la prima fiammata è targata Alvarez: l’ex giallorosso trova un corridoio invitante sulla destra, ma il suo diagonale sorvola ampiamente la trasversale di Muslera. Il pressing dei padroni di casa è feroce, la Lazio è troppo passiva e dopo 11’ è già sotto. Almiron in regia è pregevole quando verticalizza al bacio per la profondità dettata da Barreto. Il brevilineo brasiliano viaggia veloce, approfittando della consueta dormita difensiva (in ritardo l’uscita di Diakitè che sbaglia il fuorigioco). Una volta giunto a tu per tu con Muslera lo fredda con un diagonale che l’estremo difensore uruguaiano può solo smorzare. La reazione della Lazio è confusa, Kolarov non trova le misure nella nuova posizione, le distanze tra i reparti sono abissali e il Bari continua a rendersi pericoloso. In particolare è Barreto a seminare il panico nella stordita difesa biancoceleste. Come al 22’, quando una sua azione insistita porta al destro dal limite di Allegretti, che termina di poco alto sopra la traversa. La prima conclusione capitolina arriva, innoua, al 25’ con un calcio di punizione telefonato di Zàrate. Ci provano in modo improvvisato gli uomini di Ballardini che poco dopo la mezz’ora di gioco ordina l’ennesimo cambio di modulo. 4-4-2 con l’impalpabile Mauri che va a posizionarsi sulla corsia esterna destra e Kolarov che si allarga sull’out opposto. Ma al 36’ il primo squillo a tinte biancocelesti nasce ancora da una intuizione personale di Zàrate che da posizione proibitiva costringe Gillet al miracolo. L’argentino è l’unico vero schema che può riportare in carreggiata i suoi. La Lazio continua ad arrancare al cospetto della coralità barese, guidata da Almiron e Donati, padroni indiscussi del centrocampo. Un abbozzo di forcing senza idee che incrementa solo il numero dei corner calciati. Termina così, con i pugliesi meritatamente in vantaggio la prima frazione di gioco.
La ripresa si apre nel nome di Ballardini che ridisegna una Lazio a trazione più che mai anteriore. Fuori Cribari e Mauri, dentro Foggia e Cruz. Un 4-2-4 con Foggia a destra e Zàrate a sinistra (nel corso della partita si alterneranno). Un atteggiamento spregiudicato che allontana Maurito dalla porta e concede spazi invitanti alle ripartenze del Bari. Clamorosa quella del 3’, quando con 4 tocchi i biancorossi proiettano Alvarez di fronte a Muslera. L’uruguaiano chiude bene lo specchio e tiene a galla Lazio deviando sul palo. Il primo quarto d’ora della ripresa è scioccante per i capitolini che arrivano in ritardo su ogni pallone, non riuscendo mai a frenare la velocità di Kutuzov e compagni. Brocchi e Matuzalem fanno quello che possono, cercando di sopperire all’inferiorità numerica a metà campo. Non cambia la situazione con l’ingresso di Dabo per Lichtsteiner, perché Brocchi va a fare il terzino destro. Tra il 21’ e il 23’ un pasticcio sventato di Gillet sul pressing di Cruz e una punizione centrale di Kolarov alleggeriscono solo momentaneamente la pressione barese. Al 24’ infatti, arriva puntuale l'inevitabile raddoppio dei padroni di casa. A sfruttare l’ennesimo contropiede è Meggiorini che a 1’ dal suo ingresso (per Barreto), corregge alle spalle del povero Muslera l’assist di Kutuzov . 2-0 e primo centro stagionale per la promettente punta di casa. Nel proseguo di partita il Bari si diverte, giocando come il gatto con il topo con una Lazio assolutamente priva di equilibrio ed organizzazione tattica. Nel finale a rendere ancora più umiliante la giornata della Lazio arriva il brutto intervento di Dabo su Alvarez, che costringe i suoi a chiudere con 4 punte ed un solo centrocampista. E’ la terza espulsione nell’arco di una settimana per la compagine di Lotito, che in tribuna ha seguito esterrefatto l’imbarazzante prestazione della sua creatura, sconfitta in serie A dal Bari dopo 59 anni. Deve riflettere il patron capitolino. Deve farlo soprattutto Ballardini che incassa la terza sconfitta in campionato, la prima in trasferta, ma soprattutto vede sprofondare la Lazio nelle zone rosse della graduatoria. Il Bologna, terz’ultimo in classifica dista solo 4 lunghezze. Sveglia Lazio. |di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 149 volte