Sarà un impresa titanica cancellare dalla vista e dalla memoria il Bari perfetto ammirato quest’oggi al San Nicola. Un Bari travestito da cantante di successo che canta e incanta per tutta la durata dell’incontro vinto, con largo merito, sui resti di una Lazio tramortita e imbarazzata dalla superiorità netta dei ragazzi di Ventura.
Il Bari ripropone, come di consueto, il suo caro 4-4-2 a trazione offensiva. Almiron (ottima la sua prova) viene preferito a Gazzi nel ruolo di metronomo di metà campo, con Alvarez ed Allegretti larghi sulle corsie laterali. Almeno sulla carta, perché il centrocampista ex Triestina spesso accentrerà il suo raggio d’azione, vestendo i panni di trequartista alle spalle del duo Kutuzov-Barreto. La Lazio, che alla vigilia sembrava voler presentarsi al San Nicola con un inedito 3-5-2, scende in campo con il solito 4-3-1-2, con Mauri chiamato a fare regia e Matuzalem nell’insolito (ma a lui non sconosciuto) ruolo di mediano basso d’avanti alla difesa. In attacco il tandem Zarate-Rocchi.
Pronti via si capisce subito che il Bari inizia una partita mentre la Lazio ne incomincia un'altra. I pugliesi partono subito a mille, spingendo spesso sulla destra, dove Alvarez manda in tilt Radu e Kolarov. E all'11' arriva il gol del vantaggio. Lancio dentro di Almiron, Cribari e Diakhite si inventano un fuorigioco a palla scoperta e Barreto ne approfitta. Taglio perfetto e tocco al bacio che batte Muslera.
E’ l’inizio dello show. La Lazio, stordita, riesce a fatica a mantenere il rettangolo, andando spesso in affanno nelle ripartenze veloci dei biancorossi. Almiron è il protagonista incontrastato della prima frazione di gioco, che lo ha visto creatore di verticalizzazioni divine. L’argentino sembra davvero recuperato e, a testimoniare il suo ritorno effettivo, ci sono anche gli innumerevoli recuperi e le tantissime iniziative geometriche. Con Max Donati forma una cerniera insuperabile. A giovarne, ovviamente, è tutta la squadra, a cui il duo di centrocampo assicura coperture e ripartenze fulminee.
La gara scivolerà via senza problemi in casa Bari. L’unico neo rimane la continuità e la freddezza di andare a rete. Nella ripresa ci sarà, vero, il secondo gol di Meggiorini, ma la quantità di gol divorati dai ragazzi pugliesi incomincia a diventare un problema. La potenzialità del gruppo e del suo gioco dovrebbe portare il Bari a fare almeno tre gol a partita (dati statistici alla mano) ma, l’incapacità degli attaccanti e la poca cattiveria di tutti sotto porta, costringe il galletto a dover tenere sempre la guardia alta, anche in partite stravinte come questa. Spesso nel calcio chi non segna paga, chi sbaglia tanti gol prima o poi uno lo incassa. Fortuna vuole che la compagine biancorossa vanti la miglior difesa del campionato con appena cinque gol al passivo. Questo, e non solo, aiuta non poco Ventura. Ma in futuro, probabilmente, la squadra avrà bisogno di maggiore cattiveria e concretezza lì d’avanti.
Va bene così, comunque. Per adesso è giusto godersi questa creatura meravigliosa, che al suo primo anno in A sta facendo cose fuori da qualsiasi logica. Da neo promossa a rivelazione, sembra questo il destino del galletto, chiamato ora a dimostrare ancora la sua forza, la sua caratura. Adesso, due trasferte che potranno dire ancora tante cose sulle reali potenzialità di questo gruppo, che vince, diverte e convince come pochi avrebbero mai pensato potesse fare.
L’artefice è lui, mister Ventura, a cui i tifosi oggi chiedono soltanto un favore, ovvero quello di far durare questo sogno a tinte biancorosse il più possibile. Ce la farà il nostro eroe? Staremo a vedere… |di Andrea Dipalo - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 157 volte