"L'amore conta" canta Luciano Ligabue, mentre la curva Nord canta "Conte conta", eccome se conta!
C'è intorno alla figura dell'allenatore il partito di chi sostiene che un mister conta solo un 10-15% in una squadra di calcio, il restante 85-90% la fanno i giocatori.
Poi c'è il partito di chi sostiene che l'allenatore può dare anche un buon 30-40% ad una squadra, ma solo alcuni mister valgono tanto e fanno parte di un elite mondiale e tra questi possiamo annoverare: Fabio Capello, Mourinho, Fergusson, Ancelotti, Lippi e pochi altri.
Bè, noi creiamo il terzo polo e diciamo che c'è una bella fetta di allenatori che si equivalgono, altri che sono ottimi allenatori e sanno dare qualcosa in più oltre al gioco e altri che in effetti valgono quello che costano.
La figura dell'allenatore vecchia maniera, ormai è ampiamente superata, non è più colui che dà solo la sua impronta di gioco e dispone la formazione da mettere in campo.
L'allenatore di oggi dev'essere mister, preparatore, motivatore, comunicatore, psicologo, padre e padrone della propria squadra.
Una figura a 360° che sappia tirare fuori dai propri giocatori che ha a disposizione il massimo e saper vedere le caratteristiche di ognuno, magari scoprendone di nuove e mai viste prima.
Non andiamo in casa d'altri per fare un esempio, perchè lo abbiamo proprio qui a Bergamo in casa neroazzurra.
Gregucci sosteneva che un allenatore conta un 10-15% perchè non è lui che va in campo a fare rovesciate e creare gioco, usava quasi sempre la carota con i propri giocatori e poco il bastone, usava metodi d'allenamento più vicini ad un fitness da terza età che ad una squadra di serie A.
ARRIVATO CONTE, NEL GIRO DI UN MESE ABBIAMO SOTTO GLI OCCHI UNA SQUADRA COMPLETAMENTE DIVERSA, QUELLA PER INTENDERCI CHE TUTTI SI ASPETTAVANO AD AGOSTO ALL'INIZIO DELLA STAGIONE.
UNA SQUADRA BEN FORNITA, CON GIOCATORI DI QUALITA' E DI OTTIMO LIVELLO TECNICO.
Mancavano i risultati? Solo questo?
A questo punto temiamo che non erano solo i risultati a venir meno ma una preparazione fisica inadeguata, giocatori poco utilizzati che avevano in se un potenziale enorme da poter far emergere come Radovanovic, Tiribocchi, Peluso.
Poca lettura delle partite in corso, poco turn over e insistenza di un modulo che non portava a nulla in zona area di rigore.
Lo staff di Conte arriva dall'università del calcio italiano, ha rivoltato come un calzino la squadra, tenedola in campo fino al tramonto, mattina e pomeriggio, con una preparazione atletica più d'inizio agosto più che da inizio ottobre.
Era sufficiente solo questo per vedere un'Atalanta diversa?
No, serviva un mister con una mentalità vincente, da cagnaccio, che non guardava più in faccia nessuno e andava avanti per la sua strada.
"C'è chi mi vuole come vuole" canta Ligabue, mentre Conte è come vuole essere lui, analizzando ogni suo giocatore da capo a piedi, motivandoli e spremendoli per tirare fuori il meglio da ognuno di loro.
Ecco esplodere in tutto il suo potenziale Federico Peluso, De Ascentis, Radovanovic, Tiribocchi e ci aspettiamo che possa fare altrettanto con Robert Acquafresca.
Insomma, qui abbiamo trovato un grandissimo mister e una grande staff a cui affidarci.
Non vogliamo fare paragoni azzardati ma a noi Antonio Conte ispira ancora più fiducia dell'indimenticabile Gigi Del Neri.
Dove potrà arrivare Conte è tutto da vedere ma se dopo un mese il risultato è 5 partite, tre pareggi e due vittorie convincenti con 6 gol nelle ultime due partite, allora l'orizzonte è roseo, si aprono scenari impensabili fino a venti giorni fa.
Ora si parla addirittura di Europa, quando invece portare a casa una salvezza tranquilla sarebbe già un miracolo considerato l'inizio disastroso di stagione. |di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 156 volte