Sconfitta anche con il Cagliari: la B ora è a un punto
Era una Lazio in crisi quella che riceveva il Messina il 28 ottobre del 2004, in coincidenza con il 25° anniversario dalla scomparsa di Vincenzo Paparelli. Era una Lazio in crisi quella che riceveva il Cagliari all’Olimpico il 26 settembre del 2007, facendo registrare la prima vittoria della stagione. Allo stesso modo era una Lazio in crisi quella che oggi, 28 ottobre 2009, a 30 anni esatti dall’addio di Paparelli, riceveva il Cagliari per rilanciare la propria stagione. E invece la gara finiva mestamente tra i fischi e la contestazione dei tifosi, ancora una volta traditi, e con una Lazio ancora una volta messa sotto da una squadra nettamente superiore sul piano del gioco. Non è mistero però che le squadre di Ballardini tocchino i propri minimi storici nel mese di ottobre: 3 vittorie, 6 pareggi e 10 sconfitte in 19 partite giocate per il mister ravennate con una media punti sotto lo 0,80.
Rispetto all’agitata vigilia, Ballardini sovverte ogni pronostico di formazione: solo Muslera e i terzini sono al loro posto; coppia centrale formata da Siviglia e Radu, poi a centrocampo il forfait di Baronio porta l’ex allenatore a schierare in mezzo Brocchi, Perpetuini (al debutto da titolare in campionato) e Matuzalem in mezzo, con Zarate e Foggia di supporto a Rocchi, alla fine preferito a Cruz. Allegri conferma tutti, ma preferisce Lazzari (mossa che alla fine risulterà azzeccatissima) a Dessena a centrocampo e Jeda a Nené in avanti.
La Nord è impietosa sin dall'inizio: non risparmia quasi nessuno alla lettura delle formazioni (neanche il “pentito” Kolarov) e tira fuori uno striscione dedicato a Paparelli: “Impossibile dimenticarti – Vincenzo vive!”. Poi mazzo di fiori portato da Rocchi e applausi sulle note di “Gocce di Memoria” di Giorgia e la sinfonia soffice dell’inno della Lazio. È un momento a dir poco commovente.
Primo tempo che inizia con la Lazio a spingere, ma la prima vera occasione è del Cagliari con Matri che al 3’ gira al volo su crossi di Cossu. Al 4’ Lazzari meriterebbe almeno il giallo per un intervento da dietro su Zarate ma Brighi sorvola. Al 6’ Marchetti è superlativo quando si oppone ad un’incursione di Kolarov. Poi la partita si blocca per tutto il primo tempo: lungi dall’essere noiosa, ma le squadre fanno difficoltà a costruire. Rocchi si fa ingoiare ancora dalla difesa avversaria, così come era successo a Bari. Dal 18’ la Lazio ci prova anche per vie aeree, ma sembra di sbattere continuamente su un muro. Dieci minuti dopo la situazione non cambia e anche sugli schermi della tribuna stampa dell’Olimpico non va più in onda la partita, ma Diretta Gol di Sky. Un clima non esaltante. Due squadre che giocano praticamente solo con schemi che si annullano reciprocamente: la sensazione è che la gara possa sbloccarsi solo grazie ad un episodio fortuito da una parte o dall’altra. Il possesso palla a fine primo tempo risulterà leggermente in favore della Lazio (52-48%). Solo Matuzalem ci mette un po’ di pepe e fantasia, ma più di tanto neanche lui può fare. Mauro Zarate è il primo che prova la conclusione alla mezzora: solito destro a giro che però finisce alto oltre la traversa. Al 42’ è Perpetuini che prova a dare la scossa con un tiro deviato da Marchetti in angolo. Un minuto dopo Agostini trattiene Zarate al limite dell’area di rigore: per qualcuno potrebbe starci il penalty, ma la trattenuta sembra iniziare fuori area.
Nella ripresa entra Mauri al posto di Perpetuini e si torna al 4-4-2. Ma i fischi e la contestazione imperversano più che mai e arriva il vantaggio del Cagliari come una doccia fredda (l’evento fortuito di cui sopra): punizione di potenza di Conti che Muslera non trattiene, il pallone passa sotto le gambe del portiere uruguayano, arriva Matri che in allungo mette dentro: 0-1. I sardi sfiorano anche il raddoppio con Lazzari due minuti dopo con un gran tiro da fuori. Matuzalem si fa anche ammonire e saluta Siena (ennesimo cambio tattico?). A questo punto Ballardini mette Cruz, un’altra punta, al posto di Foggia, che delude ancora le attese (e a metà tempo viene insultato dai tifosi cagliaritani per la nota vicenda che lo vide coinvolto con Marchini). Al 58’ Matuzalem prova il tiro da fuori su suggerimento di Zarate: alto di pochissimo. L’attacco della Lazio continua ad essere sterile e il Cagliari neanche sembra voler infierire più di tanto. Ci provano in sequenza Zarate nel ruolo di trequartista e Kolarov su punizione, ma con nessun risultato. A 20 dalla fine Muslera prova a farsi perdonare prima sul gran destro da fuori di Biondini diretto all’incrocio dei pali, poi su un tiro velenoso di Daniele Conti deviato da Julio Cruz. Al 75’ azione insistita di Kolarov a sinistra, il serbo mette in mezzo per el Jardinero che però ci mette troppo a provare a piazzare il tiro e ne esce una conclusione (se tale può definirsi) a dir poco sbilenca. Due minuti e Kolarov ci prova con un gran tiro rasoterra dai 30 metri. Entra Inzaghi, ma la squadra non cambia in profondità. La Lazio continua a giocare in maniera troppo individuale: non riesce a vincere il Real Madrid in questo modo, figuriamoci se può farlo la Lazio. Il Cagliari allora riesce anche a spezzare la partita come può con una serie di falli che alla fine risulteranno ben 23-12 in favore dei rossoblu. La Nord ripone gli striscioni e cerca di trovare un colpevole alla situazione (“Ballardini servo di Lotito”). La squadra di Allegri riparte spesso in contropiede cercando di dare il colpo di grazia alla partita e quasi ci riesce con Lazzari che centra in pieno la base del palo alla sinistra di Muslera. Finisce 1-0 per il Cagliari che esce meritatamente con i 3 punti dall’Olimpico per il secondo anno consecutivo. La contestazione si sposta a ridosso della Monte Mario: si prevede l'ennesima lunga notte. Arrivederci a Siena. E per fortuna che non sarà più ottobre… |di Federico Farcomeni - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 137 volte