Bari contro Cassano 0-0. Così direbbe qualcuno, sbagliando. La gara che ha messo di fronte due cuori che tanto si sono amati un po di tempo fa, non è terminata in parità. Lo 0-0 di Marassi non deve ingannare nessuno. Se le vittorie fossero assegnate ai punti come nel pugilato, il trionfatore di giornata sarebbe stato certamente mister Ventura con il suo Bari, che nell’ennesima convincente trasferta di questo campionato ha messo ko il suo amico-nemico Cassano. Purtroppo, però, le partite non si vincono ai punti ma solamente segnando uno o più gol dell’avversario. Per oner del vero Il Bari lo avrebbe anche fatto un gol in più del suo avversario se il guardalinee di turno non avesse inventato un fuorigioco che neanche la Play Station si sognerebbe di fischiare.
Ma lasciamo stare l’errore, pesante, arbitrale e passiamo ad analizzare la gara consumata dal galletto in terra Ligure.
A contendersi i tre punti le due squadre champagne di questo inizio di campionato, accumunate da due allenatori che, in quanto a filosofia di gioco, molto si assomigliano. Infatti a tratti sembrava di vedere in campo due squadre fotocopia, schierate con spregiudicati 4-4-2 che, nelle intenzioni dei due allenatori, tanto gas e tanto gioco garantiscono sugli esterni. La gara decollerà poco, vivendo i suoi momenti più intesi a metà campo.
Grande, comunque, la prova del Bari, ancora perfetto e per nulla timoroso lontano dalle mura amiche del San Nicola. La forza d’urto della metà campo biancorossa ha messo in serio imbarazzo quella blucerchiata, entrata spesso in crisi di idee causa agonismo biancorosso. Il Bari è un quadrato geometricamente perfetto. Tiene e comanda il campo a suo piacimento, cosa che inevitabilmente giova anche alla difesa, sempre meno battuta e ancora una volta protagonista di una partita senza alcuna sbavatura. A questo Bari, però, manca qualcosa, soprattutto in quelli che dovrebbero essere i reparti e i ruoli più importanti del 4-4-2 del suo allenatore. A sostenere questa tesi ci sono le deludenti prestazioni dei due esterni d’attacco, incapaci di dare continuità e intensità alle loro percussioni. Se per Langella, comunque, si è trattato della prima da titolare, per Alvarez, invece, è l’ennesima partita condotta in maniera discontinua e disconnessa. L’ex freccia della Roma alterna con troppa frequenza grandi giocate, buonissime impennate, a momenti di appannamento totale che, anche contro la Sampdoria, lo inducono a sbagliare gol praticamente fatti. Discorso simile ma non uguale quello legato agli attaccanti biancorossi, sempre più abulici sotto porta. I nostri attaccanti hanno bisogno, per pungere e segnare, di una squadra che produca decine e decine di avanzate e azioni propositive. Vero anche che se Barreto avesse segnato il calcio di rigore guadagnato da Meggiorini, adesso staremmo parlando di un’altra partita, di un’altra storia. Così però non è stato, e questo Bari torna a casa con un punto, più che guadagnato, che sarebbe dovuto essere stato moltiplicato per tre, almeno… Il Bari meritava la vittoria. E’ giusto accettare il pareggio odierno così come quelli di San Siro o del Barbera. Risultati che, alla vigilia di questa stagione, nessuno pensava realizzabili per i biancorossi. Oggi è giusto prendere con soddisfazione questi pareggi, ma il rammarico per altri punti lasciati incomincia a diventare tanto. E’ un peccato vedere un così bel giocattolo raccogliere spesso meno di quello che avrebbe meritato. A questo Bari manca qualcuno lì d’avanti che faccia gol, che faccia la differenza. Un attaccante di categoria che sappia sopportare l’intero peso dell’attacco, riuscendo anche a regalare soluzioni maggiori ai compagni che devono poi servirlo. Quando Barreto non gira come spesso sta accadendo, il Bari non ha alternative di gioco. O meglio, è il brasiliano stesso a non avere alternative al suo gioco. Servito in velocità può far male ma, se la squadra fatica a velocizzare e a trovare sbocchi in ripartenza, Barreto diventa quasi inutile. Ecco perché, per non rischiare di perdere psicologicamente un giocatore forte ed importante come l’ex Udinese, bisognerebbe affiancarli qualcuno di spessore, che lo aiuti anche e soprattutto in area di rigore. Non me ne voglia il bielorusso Kutuzov, prezioso come pochi, ma poco attaccante.
Domenica, a sfidare i biancorossi, il Livorno del combattente Cosmi. Un’altra avversaria diretta, un’altra partita da vincere, e non pareggiare, perché il Bari ha bisogno di punti, non di complimenti, comunque doverosi e guadagnati da mister Ventura e i suoi incredibili ragazzi. |di Andrea Dipalo - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 142 volte