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2009-11-02

Il ritiro non dà i frutti sperati: Mauri illude la Lazio, Maccarone spegne i sogni di gloria


Ennesima prova incolore della Lazio targata Davide Ballardini: la vittoria continua a rimanere un lontano miraggio (manca ormai da più di due mesi, l'ultima il 30 settembre a Verona contro il Chievo) e la squadra non dà segni di vita: la striscia negativa sale quindi a 9 gare consecutive senza successi (eguagliando quella della stagione 1990/1991). Stefano Mauri, uno dei più contestati dal pubblico laziale, segna il suo primo gol in campionato ma non basta: prestazione priva di nerbo e cattiveria da parte degli 11 guidati dal tecnico ravennate e la classifica si fa sempre più allarmante. Aumentano i punti di distacco dalla terzultima (da 1 passano a 2), ma la squadra biancoceleste continua ad essere invischiata nella lotta per non retrocedere. Una situazione che preoccupa e non poco, la gente Laziale e soprattutto i 1000 fedelissimi che hanno scelto di seguire i propri colori anche nella città del Palio, nonostante la crisi che non smette di attanagliare Rocchi & Co.
Come previsto, Ballardini schiera una Lazio a trazione anteriore, con l'argentino Julio Cruz, che vince il ballottaggio con Tommaso Rocchi, come terminale offensivo, supportato dai due folletti, Zàrate e Foggia, che giostrano alle sue spalle con il compito di svariare su tutto il fronte offensivo. La difesa e il centrocampo sono quelli annunciati alla vigilia del match: unica sorpresa l'assenza di Guglielmo Stendardo sia dal campo che dalla panchina, sulla quale va a sedersi, per la seconda volta nel giro di 7 giorni, il recuperato Stephen Makinwa. Dall'altra parte il neo tecnico bianconero, Marco Baroni, decide di lasciare a riposo la rapidità dell'attaccante napoletano Calaiò, per dar spazio al talento e alla tecnica del giovanissimo trequartista della nazionale croata, Mato Jajalo, classe '88. Reginaldo e Ghezzal fungono da cursori esterni di centrocampo per cercare di mantenere bloccati i terzini della squadra biancoceleste, Lichtsteiner a destra e soprattutto il serbo Alexsandar Kolarov sulla sinistra.
Al 2' minuto è del Siena la prima occasione dell'incontro: buona iniziativa di Jajalo, il cui tiro viene deviato in calcio d'angolo dalla retroguardia laziale. Sul successivo corner, Muslera compie il primo intervento del match, andando a bloccare in presa aerea un pericoloso traversone dalla destra. Nei primi cinque minuti la squadra toscana mette alle corde l'11 di Ballardini, specie sulla fascia sinistra, dove Ghezzal e Del Grosso sovrastano facilmente sia il terzino svizzero che Brocchi. Al 5' il franco algerino senese viene anticipato di un niente dal provvidenziale recupero di Lichtsteiner, su un ottimo servizio di Reginaldo. A sorpresa, però, all'8' è la Lazio a passare in vantaggio. Spendida azione di Foggia dalla destra, cross perfetto sul secondo palo, sul quale l'accorrente Stefano Mauri, con un imperioso stacco di testa, trafigge Curci e sigla il momentaneo 1-0 per gli ospiti. Dopo due minuti i biancocelesti potrebbero addirittura raddoppiare: ancora una volta Pasquale Foggia sfugge sulla destra a Del Grosso e centra un invitante pallone sul quale Cruz tenta un colpo di tacco "alla Crespo" che termina però sul fondo. Il Siena dimostra di essere una squadra ordinata e ben messa in campo, ma Maccarone è abbandonato a sè stesso, e troppo spesso chiuso nella morsa di Siviglia e Radu, mentre Jajalo fatica a trovare la posizione giusta. Al 18' episodio molto dubbio in area di rigore: calcio d'angolo per i bianconeri e Siviglia spoglia letteralmente Ghezzal della propria maglia. Gli estremi per il calcio di rigore ci sarebbero tutti ma Pierpaoli lascia proseguire. La Lazio, col passare dei minuti, sembra poter prendere in mano le redini del gioco, ma al 32' un errore di posizione su una rimessa laterale da parte dello stesso centrale calabrese, consente a Big Mac di involarsi tutto solo verso Muslera: sinistro preciso dal vertice dell'area piccola e palla che passa sotto le gambe dell'uruguaiano prima di insaccarsi. Il Siena giunge quindi al pareggio e la Lazio comincia a perdere metri, subendo le iniziative di uno scatenato Maccarone, il solo a reggere l'intero peso offensivo senese. Al 34' Codrea fa venire i brividi all'estremo difensore laziale: gran botta dal limite dell'area, palla che sfiora il palo. Al 36', invece, altro episodio che potrebbe cambiare la storia dell'incontro: ennesima svista di Siviglia che appoggia malamente all'indietro verso Muslera il pallone: Maccarone è lesto ad anticipare l'estremo difensore laziale che, però, riesce a chiudergli lo specchio della porta. L'attaccante cade a terra e l'arbitro propende per la punizione dal limite e per l'espulsione di Muslera. L'assistente Galloni, però, consiglia il fischietto di Firenze e lo stesso torna sui suoi passi annullando l'iniziale decisione tra le proteste del pubblico di casa. La prima frazione di gioco si chiude con un contatto tra Zàrate e Terzi in area bianconera, sul quale Pierpaoli sorvola nuovamente.
Nella ripresa i due tecnici non cambiano i propri assetti tattici e la Lazio si rende subito pericolosa al 47', quando Cruz viene anticipato di un soffio al limite dell'area piccola su un preciso assist di Zàrate, oggi tra i migliori in campo. Potrebbe essere la scossa, ma così non è: l'avvio di ripresa è piuttosto vivace ma è il Siena a spingere maggiormente sull'acceleratore, mentre la Lazio prova solamente alcune sortite in contropiede. Ballardini non è contento e come lui anche i sostenitori biancocelesti, i quali continuano ad intonare cori contro Lotito e la società. La squadra è sin troppo leziosa e lenta, e si cercano spesso velleitari lanci lunghi dalla propria trequarti. Rocchi sostituisce Cruz al 25' del secondo tempo, ma la musica non cambia: la Lazio è priva di idee e il Siena appare piuttosto stanco. Una delle poche emozioni di marca romana nella ripresa la crea il duo Rocchi-Zàrate: cross del veneziano da sinistra, l'argentino aggancia egregiamente in mezzo all'area ma spara addosso a Curci in uscita. Al 31' invece sono i toscani ad andare vicini al vantaggio con la conclusione di Ghezzal che si stampa sul palo dopo la deviazione di Stefan Radu, a Muslera battuto. La gara si avvia al termine senza particolari sussulti, le due compagini sono ormai molto lunghe, affidansosi esclusivamente ai giuzzi dei singoli, le energie cominciano a venir meno e, al fischio finale, la squadra biancoceleste rimane nuovamente a secco di vittorie. Il ritiro non è servito particolarmente ai giocatori, in quel di Formello c'è bisogno di una scossa forte e decisa che consenta di cambiare repentinamente rotta. L'allenatore non riesce ad infondere ai propri uomini la grinta e il carattere necessari e la situazione si fa sempre più preoccupante: la serie B dista solamente due punti e la classifica continua a languire: sveglia Lazio sveglia.
|di Riccardo Mancini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 146 volte


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