Contro il Parma lunghe pause ma anche tanta genialità. E due assist tradotti in gol da un Borriello rinato. C’è tanto Borriello nel Milan che ha battuto due a zero il Parma a San Siro. Non solo per la doppietta, per altro splendida. Soprattutto per la determinazione, la forza e il coraggio con cui Marco è sceso in campo e ha trascinato il Milan alla vittoria. Importantissima. Fondamentale per il prosieguo del campionato. Un Borriello rinato. Un Borriello che si appresta a ritornare quello di Genova. Un percorso simile, davvero tanto simile a quello intrapreso da Alessandro Nesta. Entrambi sfortunatissimi. Entrambi fermi un anno. Entrambi restituiti al calcio che conta. Campioni dentro e fuori dal campo. Trascinatori. Esempi per i compagni. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Marco ci sembra il centravanti ideale per questo Milan. Il suo secondo gol ci ha ricordato tanto Roberto Boninsegna, uno che di rovesciate e gol spettacolari in acrobazia se ne intendeva. Uno che segnava tanto. A raffica. Uno tosto. Borriello, come Boninba, è un centravanti che sale, che porta in avanti il baricentro della squadra. Forte fisicamente, dialoga, cerca il fraseggio con i compagni. Lotta, protegge la palla. Svaria su tutto il fronte dell’attacco. Si intende a meraviglia sia con Pato che con Ronaldinho. A proposito del quale vorremmo dire due paroline ad Arrigo Sacchi, uno che raramente riconosce d’aver sbagliato. Mister, lei è stato ed è un grandissimo. Ma se quello ammirato contro il Parma non è un giocatore ormai prossimo alla rinascita, ci chiediamo chi mai sia o possa essere Ronaldinho. Certo, il Ronnie di Barcellona è difficilmente recuperabile. Forse non lo rivedremo più. Altre platee, altri schemi di gioco, altre motivazioni. Ma il Dinho visto contro gli undici di Guidolin lascia davvero ben sperare. Ci soddisfa parecchio. Lunghe pause ma anche tanta genialità, tanta determinazione e due assist tradotti in gol. Poi tanta corsa, tanta circolazione della palla, tanti lanci millimetrici. Una voglia di far bene e di emergere che ci è piaciuta.
I primi 15 minuti contro il Parma non ci hanno convinto. La squadra sembrava avesse regalato il centrocampo agli ospiti. Poi ci siamo organizzati, abbiamo cominciato a macinare gioco e a muoverci bene in ogni zona del campo. Abbiamo visto un buon pressing. Dei buoni movimenti senza palla. Discrete geometrie a centrocampo. Segno inconfutabile che la mano dell’allenatore c’è e comincia a farsi vedere. Pirlo e Seedorf hanno diretto le operazioni con la solita maestria e intraprendenza. Sotto tono Gattuso. Ringhio è alla ricerca della giusta condizione e si vede. Serve pazienza. Bene Thiago Silva e Kaladze. Buona la spinta sulle fasce. Oddo ha lavorato moltissimo seppur non con la stessa precisione delle volte precedenti. Troppi i cross sbagliati. Troppe le indecisioni. Bravo ma sfortunato Antonini. Una conferma. In assoluto progresso Dida. Vuoi vedere che si sta ricordando d’essere stato più bravo persino di Buffon? Due, tre interventi sono stati determinanti.Da gran portiere. Ma è specialmente l’approccio alla gara che ci pare diverso. Nelson sembra più sicuro, più determinato, meno pauroso. Sente la partita e trasmette fiducia ai compagni. Altra considerazione: perché criticare così tanto Ronaldinho e non Kakà che a Madrid sta facendo tutt’altro che bene? Due pesi e due misure, ci sembra. Noi ci crediamo: Ronaldinho non farà rimpiangere Kakà. Serve solo che metta la testa a posto e si alleni con serietà. Il Milan si identifica e si identificherà sempre più in lui.
Nel frattempo la società continua a muoversi sul mercato. A cercare nuovi talenti. Giovani in gamba, che sappiano fare la differenza. Che abbiano voglia di emergere. Di lottare. Di immedesimarsi in questo progetto. A gennaio arriverà Dominic Adiyiah, aitante bomber del Ghana campione del mondo under 20. Una forza della natura in grado di giocare sia da punta centrale che da punta esterna. L’ennesimo investimento in attacco dopo Zigoni e Beretta. Due di cui sentiremo parlare. Non dovrebbe arrivare nessun difensore. Né centrale, né di fascia. Ciò vuol dire che i tempi per il lancio in prima squadra di Michelangelo Albertazzi sono ormai maturi. Prossimi. E’ piaciuto Paloschi. Si vede che ha voglia di tornare in rossonero. Il problema è che rischia di trovare tanta concorrenza in più. L’idea che possa essere scambiato con il forte centrocampista Mc Donald Mariga, uno dei punti di forza del Parma, non ci pare per nulla da buttare via. Tutt’altro. Anche se noi a uno come Paloschi non rinunceremmo mai. E’ il clone di Inzaghi. In tutti i sensi. Se manterrà questa costanza e questa determinazione, di strada ne farà tanta. Per caratteristiche tecniche e tattiche ci sembra in grado di giocare e di integrarsi sia con Pato che con Borriello. Leonardo ne sta recuperando davvero tanti: Nesta, Oddo, Borriello, Kaladze. All’appello gli manca solo Huntelaar. Ecco, se Leonardo dovesse recuperare pure lui, saremmo davvero a posto. Avremmo un parco attaccanti di primissima scelta. E un allenatore in grado di inserirsi in quella gloriosa scia che è stata di Liedholm, Sacchi, Capello, Ancelotti. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 136 volte