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2009-11-05

Precisazioni sul "caso" Doni


Con il messaggio di Gianpaolo Bellini che ha voluto divulgare tramite la stampa, il pensiero della squadra neroazzurra, speriamo davvero di poter mettere definitivamente da parte tutta questa querelle che ci ha visto coinvolti.
La nostra opinione vale ne più ne meno come quella di chiunque altro, posso anche non essere d'accordo con un giudizio, ma mi batterò fino in fondo affinchè venga espresso senza censura, come avviene in qualsiasi democrazia che si rispetti e sopratutto senza reazioni offensive o violente.
Il nostro desiderio sarebbe quello di poterci sedere intorno ad un tavolo con la società e Cristiano Doni, per chiarire, personalmente e privatamente la questione una volta per tutte.
Gianpaolo Bellini ha voluto togliere un pò di sassolini dalle scarpe della squadra, chiarendo da parte loro, la questione sul capitano che viene riconosciuto dallo spogliatoio, in stile bolscevico, Cristiano Doni.
E' un opinone che rispetto e riporto senza censure, anche se avrei fatto differenza tra leader e capitano.
Un leader non per forza dev'essere un capitano, esempi sono Materazzi/Zanetti, Gattuso/Ambrosini, Cassano/Palombo, un leader potrebbe essere colui che urla contro la luna, mentre un capitano indica il cammino, in modo silenzioso e pacato a tutta la squadra.
Spesso, sopratutto in passato, gli atteggiamenti dell'attuale capitano sono stati più negativi che positivi nell'economia della squadra, vedi frequenti espulsioni, multe alla società dovuti a suoi comportamenti un pò sopra le righe.
Se è vero che ultimamente è molto più calmo e attento nel prendere ammonizioni futili, è pur vero che ha 36 anni, sarebbe sconcertante se facesse ancora sceneggiate polemiche con arbitri, allenatore e tifosi avversari (Verona di qualche anno fa).
Sia ben chiaro che la mia opinione rimane circoscritta a Cristiano Doni capitano e non all' uomo e giocatore di elevata caratura professionale e tecnica.
Come uomo è un professionista serio, che ha dato, sta dando e darà l'anima per la squadra e la sua professione.
Ha accettato, dopo un pò di anni poco fortunati lontano da Bergamo, di ritornarci riducendosi l'ingaggio, rinunciando ad altre offerte economicamente più vantaggiose, la società ha venduto a peso d'oro Cristiano Doni e l'ha ripreso a metà prezzo, approfittando anche del fatto che lui stesso voleva rimanere vicino alla figlia piccola che viveva a Bergamo.
Insomma, un vero affare per tutte le parti in causa, a beneficio dei tifosi. Sbaglia chi pensa che io stia facendo una crociata contro Doni, queste sono malelingue dette in malafede, ritengo Doni fondamentale per questa squadra e per lo spogliatoio, con la speranza che quanto prima possa ritornare a dare il suo contributo anche in campo, magari fin da sabato sera contro la Juventus.
In conclusione, riteniamo poco rispettoso criticare Andrea Consigli per due partite sbagliate, Federico Peluso per una partita non da superman come ha fatto a Cagliari, Robert Acquafresca che è l'unico giocatore infortunato che viene criticato e messo in discussione, con la speranza che ritorni al mittente.
Non scordiamoci le pesanti critiche alla società, ai singoli componenti dello staff e in passato al presidente Ivan Ruggeri e alle sue scelte su problematiche che solo stando all'interno dell'organigramma societario si possono cogliere a fondo, invitandolo addirittura ad andarsene attraverso manifesti appesi per tutta la città come se fosse un criminale da mandare in esilio.
Un giudizio su aspetti economici e sulle persone che compongono la società lo possono dare tutti a ruota libera senza problemi, mentre un nostro giudizio circa la prestazione di un giocatore in una partita o in una lunga sequenza di partite al limite della sufficienza, è da condannare con offese personali, e-mail di minaccia e un preoccupante pensiero unico che serpeggia tra i tifosi.
Questi sono due pesi e due misure che non accettiamo assolutamente. La sensazione è che ci siano degli intoccabili, protetti dalla massa dei tifosi a prescindere dalle prestazioni, solo per il nome che portano sulla maglia e quelli che si possono criticare perchè non hanno alle spalle l'opinione pubblica e i tifosi che li sorreggono, questo non è solo mancanza di rispetto ma il voler fare i deboli con i forti e i forti con i "deboli".
A margine dell'intervista c'è stato un confronto personale con Gianpaolo Bellini, nel massimo rispetto delle idee e delle opinioni. Vi assicuro che non ci sono stati insulti e aggressioni di nessun tipo.
|di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 142 volte


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