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2009-11-06

Kircher batte la Lazio: adesso bisogna farsi sentire nelle sedi opportune


Disarmante. Valencia dista appena 65 chilometri da Villarreal e la sconfitta di questa sera ricorda quella notte: Lazio subito sotto senza rimedio e senza speranze dopo appena 15 minuti. Ormai la missione di questa prima parte di stagione è chiara: navigare a vista in campionato, e spingersi in avanti con dignità in Europa League in attesa di qualche àncora di salvataggio a gennaio. I danni fatti dal sottomarino sembrano irreparabili: sott’acqua c’erano troppe munizioni. Una di queste era l’arbitro Kircher. L’altra erano le squadre italiane: Inter, Roma, Torino e Brescia sono uscite sconfitte dal Madrigal. Solo la Fiorentina è riuscita a pareggiare. Un’altra ancora era il ruolino negativo della Lazio in Spagna: le sconfitte adesso salgono a 6 in 7 partite. Ballardini sorprende quasi tutti con l’inserimento di Lichtsteiner a destra (logico) e Rocchi unica punta. Diakité, che si pensava avrebbe giocato a destra, scala così al centro, Zarate e Cribari si accomodano quindi in panchina. Per il resto il tecnico conferma il 4-2-3-1 della vigilia con Perpetuini e Baronio davanti alla difesa. Valverde è invece costretto a rinunciare a Marcos Senna, Santi Cazorla e Ariel Ibagaza, ma schiera una formazione simile a quella dell’andata. A sorpresa non gioca Rossi dall’inizio e al suo posto c’è Joseba Llorente. In difesa c’è Godin al posto di Marcano. La Lazio a dir la verità inizia subito bene la partita: discesa di Radu che si fa mezzo campo di corsa, e dopo 40 secondi serve Mauri: bel velo per Rocchi che però non riesce a concretizzare, spedendo il pallone in faccia a Lopez. Così sale in cattedra l’arbitro Kircher (ma perché la Uefa lo fa ancora arbitrare?), che conferma la sua antipatia per le squadre italiane: prima concede una punizione ingiusta da cui scaturisce il clamoroso gol dell’1-0, per una lieve trattenuta di Foggia ai danni di Capdevila; quindi espelle Baronio dopo soli 3 minuti per una manata inesistente ai danni di Llorente (il 7 marzo Steve Martin e Alec Baldwin lo aspettano a Hollywood). La partita è subito in salita e Ballardini per l’ennesima deve ridisegnare la formazione: Perpetuini si sistema playmaker con Foggia vertice alto, Mauri ed Eliseu sulle fasce. Al 9’ è Mauri a provarci da fuori area, ma la palla esce di un paio di metri alla destra di Diego Lopez. Il Villarreal sembra continuare a spingere senza troppa veemenza, ma al 13’ tira fuori le munizioni segrete: Cani si accentra da fuori area e trova il gol del 2-0 con il pallone che passa tra le gambe di Eliseu e Siviglia. Passano solo due minuti e Kircher concede il rigore, trasformato da Pires. È notte fonda. Il Villarreal rallenta, ma la Lazio prova comunque a venire in avanti, anche se ormai la partita è compromessa: l’obiettivo diventa subito quello di limitare i danni e, se possibile, ridurre lo svantaggio. I tifosi, posizionati in alto in un secondo anello aggiunto solo quest’estate, provano a farsi sentire, ma lo scoraggiamento è troppo grande per tentare la risalita. La difficoltà psicologica è evidente anche nei giocatori d’altronde: si vede quando Diakité si avventura con fare sicuro dribblando Pires, ma poi scivola; si vede quando Foggia si vede letteralmente spostare da un avversario per la terza volta consecutiva e l’arbitro tedesco gli fa cenno di rialzarsi. Si vede quando lo stesso Foggia e Rocchi vengono ammoniti in serie per proteste nel giro di 30 secondi. Alla mezzora il fallo che potrebbe cambiare la partita: espulso Gonzalo (incredibile!) per fallo da dietro su Rocchi e calcio di rigore per la Lazio. Va Foggia sul pallone dopo uno “scambio di idee” con Eliseu: traversa piena. Non ci sono parole: l’unica occasione che poteva cambiare la gara, viene sprecata malamente dal giocatore che forse in quel momento era nel momento psicologico peggiore. Non è proprio serata. Nilmar sfiora due volte in 10 minuti il gol del 4-0. Il tutto intervallato da qualche spunto della Lazio, che però è davvero poca cosa. Eliseu almeno dimostra di avere un buon tiro da fuori.
Nella ripresa si parte con un ritmo blando e la partita si gioca sostanzialmente a centrocampo. Valverde addirittura fa uscire il portiere titolare e mette Oliva per fare turn-over (altrimenti Diego Lopez si stancava eh) al minuto 52. Sessanta secondi dopo escono Siviglia e Perpetuini lasciando spazio a Kolarov e Zarate: Ballardini davvero non pensa al Milan. E fa bene. Radu scala così al centro della difesa. La Lazio però è troppo sbilanciata e le squadre si aprono di nuovo, lasciando ampi varchi. Entra anche Makinwa, il cui ingresso risulterà vano, anche se qualche spunto lo fa vedere (certo, il nigeriano è ancora troppo lento). È evidente che il Villarreal non ha voglia di forzare il ritmo della partita. Così ci pensa la Lazio al 73’ a scuotere finalmente la gara: Eliseu si defila sulla destra e serve Zarate da solo in area: l’argentino incrocia bene e accorcia le distanze. Quindi manca il raddoppio prima su tiro al volo, poi su calcio di punizione. È una Lazio che non ci sta ad uscire con le ossa strarotte dal Madrigal. Sa che il doppio confronto è importante e deve cercare di fare almeno il secondo gol. Zarate continua a provarci, Mauri spinge come può, Kolarov fa altrettanto sulla fascia. Dinamico anche Eliseu che vorrebbe battere anche qualche punizione in più: il tiro d’altronde ha dimostrato di averlo. Poi però l’ultima doccia della serata arriva a 7’ dalla fine: altro calcio di rigore per il Villarreal. Rossi trasforma e si toglie anche la soddisfazione di fermarsi un secondo prima dell’esecuzione per vedere dove va Bizzarri. L’unica nota positiva della serata è forse il carattere che la squadra ha dimostrato a sprazzi in una situazione tragi-comica che poteva mettere ko chiunque. L’altro motivo di soddisfazione è puramente statistico: un solo calcio d’angolo concesso alla squadra che ne aveva ottenuti di più in Europa League finora (27). La ciliegina sulla torta della direzione arbitrale di Kircher sono i 3 minuti di recupero: ma a chi servivano? A Zarate per farsi ammonire.
|di Federico Farcomeni - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 159 volte


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